Anche in Asia è il momento di ruotare i portafogli, con meno tecnologia e più finanza
di DIARIO DEL WEB (Redazione)
Le borse asiatiche hanno pagato l’accelerazione della Fed sui tassi d’interesse, ma le prospettive restano positive. La volatilità dei mercati azionari della regione diminuirà dopo il primo rialzo dei tassi a marzo
«Nel mese di gennaio, in tutta l’Asia soltanto Singapore, Hong Kong e Thailandia hanno avuto una performance positiva, mentre Corea del Sud, Giappone e Cina hanno fatto segnare le performance peggiori. Tuttavia le prospettive economiche dell’area restano positive, con una previsione di crescita del Pil nel 2022 pari al 5,3% secondo l’Asian Development Bank. Ma l’espansione regionale è legata alla capacità della Cina di contenere le crisi immobiliari, dato che è il più grande mercato di esportazione della regione». È l’analisi di Marcel Zimmermann, gestore del fondo Lemanik Asian Opportunity.
Il sentiment positivo registrato nei mercati asiatici durante i primi giorni dell’anno è diventato negativo dopo la pubblicazione delle minute della riunione di dicembre della Federal Reserve, da cui è emerso un quadro ben più aggressivo di quanto gli operatori di mercato si aspettassero. La Fed ha chiaramente indicato la sua disponibilità a ridurre il sostegno politico in modo deciso. L’inflazione è ora considerata con grande preoccupazione e la piena occupazione potrebbe esacerbare ulteriormente questa tendenza.
Nel mese di gennaio, i rendimenti governativi sono aumentati in tutto il mondo, a eccezione della Cina, dove governo e banca centrale sono impegnati a contenere le ricadute della crisi immobiliare, che sta minando i prezzi e la ricchezza delle persone. Per la prima volta dalla crisi del Covid nel marzo 2020, l’indice Caixin China Manufacturing PMI è sceso sotto il livello di espansione. Mentre i dati sull’inflazione regionale sono relativamente stabili, dato che i colli di bottiglia nella logistica e nel processo di approvvigionamento industriale migliorano.
A complicare il quadro, i due principali rischi geopolitici, Ucraina e Taiwan, che non si sono sgonfiati, e la ripresa dei test missilistici da parte della Corea del Nord. Nel prossimo autunno, il Congresso del Partito Nazionale Cinese dovrebbe rieleggere Xi Jinping come segretario generale e la nomina annullerebbe ufficialmente l’attuale meccanismo di successione che concentra un immenso potere su Xi. Mentre negli Stati Uniti, sempre in autunno, a novembre, si terranno le elezioni di metà mandato che decideranno il controllo di Senato e Camera.
«In questo contesto, abbiamo abbassato l’esposizione del fondo ai settori healthcare, tecnologia ed energiaa favore dei titoli finanziari e industriali, da cui ci attendiamo una sovraperformance nella parte finale del ciclo economico», spiega Zimmermann. «L’esposizione alla Cina è leggermente aumentata, ma rimane al di sotto del benchmark a causa della situazione di incertezza del Paese. Mentre è scesa sotto al benchmark anche l’allocazione paese in Corea del Sud, come conseguenza della riduzione dell’esposizione alla tecnologia. Continuiamo invece a sovrapesare il Giappone e il Sud-est asiatico. In generale, riteniamo che le valutazioni nella regione asiatica siano interessanti e ci aspettiamo una minore volatilità dei mercati azionari dopo il primo rialzo dei tassi di interesse a marzo».
Fonte: https://www.diariodelweb.it/economia/articolo/?nid=20220210-548983
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