Arrendersi: come i produttori di siero hanno barato sul “Doppio Cieco”
di STILUM CURIAE, BLOG PAPI E DINTORNI (Marco Tosatti)
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, dai documenti che la Pfizer e la Federal Drug Adiministration avrebbero voluto nascondere per altri cinquantacinque anni (almeno) stanno emergendo elementi e ammissioni che rivelano tante cose, che non gettano certo una buona luce sui produttori di siero, e su chi li ha autorizzati. Arrendersi all’evidenza parla di alcune. Buona lettura.
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INIZIO A PENSARE CHE MENO SE NE PARLA E MEGLIO E’…
OCCHIO NON VEDE, CUORE NON DUOLE.
Chiedo scusa per l’insistenza, ma essendo del settore strabuzzo gli occhi e sento il bisogno di condividere lo stato d’animo per non continuare a darmi dei pizzicotti da solo, per escludere che sia un sogno (un incubo).
Dalle migliaia di pagine che la sentenza del giudice federale statunitense ha costretto FDA a rendere pubbliche trapela anche questo: negli studi clinici condotti sui vaccini, poi autorizzati in via emergenziale, Pfizer ha mancato ad una regola base dei protocolli: il rispetto del “doppio cieco”.
https://jackanapes.substack.com/p/the-pfizer-vaccine-trial-was-not?s=r
Quando, debitamente autorizzati, si sperimenta clinicamente un farmaco tramite confronto tra un medicamento e un placebo, solo chi ha preparato le confezioni sa se si tratti del farmaco o del placebo. Invece il medico e il paziente non sanno che cosa stiano somministrando. Il clinico rileva il decorso sintomatico e riporta i dati dei singoli somministrati senza sopravvalutazioni o sottovalutazioni indotte dal sapere quel soggetto trattato dal farmaco o dalla soluzione salina. Le somme le tireranno altri.
Ebbene, Pfizer avrebbe derogato a questo dogma e FDA non glielo avrebbe contestato.
https://drive.google.com/file/d/1wQjBls-o41mXgoa4iMy0STRgyZ1r9j6y/view
https://www.rareddit.com/r/conspiracy/comments/t5wx6j/pfizers_covid_vaccine_trial_was_bogus_since_it/
Lo dice Pfizer, a pagina 49, che i clinici che monitorano e valutano sono a conoscenza se si tratta di soggetti vaccinati o no. Ma conoscendo la situazione, diventa sospetto che ad uscire dalla sperimentazione a causa di “deviazioni” siano 311 vaccinati e solo 61 placebo. Si tratta di 250 casi vaccinati di cui si è persa traccia.
Ne aveva già parlato il British Medical Journal (non, con tutto il rispetto, la rivista di Caccia&Pesca) nel novembre del 2021. https://www.bmj.com/content/375/bmj.n2635
In pratica, dati taroccati e, pur in presenza di segnalazione di irregolarità, attività ispettiva blanda.
Per capire bene: se conosco chi ha ricevuto il placebo e chi il vaccino e mi interessa che il vaccino faccia bella figura, qualora i dati contraddicano le attese ho un bel modo di farli tornare migliori di come sono, dichiarando “non valida” la posizione (il caso) che viene sottratto alla conta.
Si sa come è andata: dall’inizio del trial clinico alla dichiarazione di efficacia del vaccino sono trascorsi soli due mesi. Per quanto sarebbe durata la copertura? Domanda allora ritenuta inutile: il mondo intero attendeva il siero salvifico. Oggi sappiamo che questo tipo di vaccino oltre a non prevenire (e dichiara di essere una terapia preventiva), oltre a non essere lungamente efficace, oltre ad avere potenziali rischi di retrotrascrizione nel DNA (eventualità inizialmente negata, tanto da non aver dato nemmeno luogo a studi di genotossicità), ha visto una sottovalutazione degli effetti avversi immediati.
Se Pfizer fa piangere, Moderna anche di più: certi “casi” nella vita sono proprio strani e succede che uno brevetta una sequenza genica (di laboratorio) per ottenere la scissione della furina (una proteina) e pochi anni dopo quella stessa sequenza te la ritrovi (in natura, grazie al pipistrello) nel virus del Covid.
La sequenza brevettata è di 19 nucleotidi. La probabilità che in natura una sequenza di 19 nucleotidi si ripresenti analoga in un’altra struttura è di uno ogni 3 trilioni (un trilione = un miliardo di miliardi).
Il punto di scissione della furina consiste di una sequenza di quattro aminoacidi (Prolina, Arginina, Arginina, Alanina) e come noto ogni aminoacido è aggiunto al precedente attraverso l’istruzione dei codoni: in ogni codone tre nucleotidi. In questo caso i 12 nucleotidi (RNA) sono: CCT CGG CGG GCA
La corrispondente sequenza complementare nella doppia elica del DNA (dato che Guanina lega Citosina e l’Adenina la Timina) è: GGA GCC GCC CGT
Scritto al contrario (reverse gene sequence) è: TGC CCG CCG AGG
Esiste una banca dati mondiale, il BLAST (Basic Local Alignment Search Tool) che contiene tutte le sequenze geniche note in natura o brevettate. Se ne ritrovano la versione diretta, quella complementare, l’inversa della diretta e l’inversa della complementare.
https://www.frontiersin.org/articles/10.3389/fviro.2022.834808/full
Al dunque, la sequenza di 19 nucleotidi brevettata da Moderna è: CTACGTGCCCGCCGAGGAG
Quella del gene del clivaggio (scissione) per la furina è CTCCTCGGCGGGCACGTAG
Cioè il “reverse compliment” della sequenza oggi presente “in natura” per il Covid…
Ad ogni C corrisponde una G e a ogni A una T e poi lo si legge all’inverso. La sequenza alfa Wuhan è qui
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/nuccore/NC_045512
Insomma gli scienziati hanno brevettato una sequenza per scindere la furina e qualche anno dopo te la ritrovi nel Covid-19… (dicono: perché la natura si è ribellata…). Il Daily Mail ne aveva dato notizia il 23 febbraio: Scientists find genetic match between Covid and Moderna 2016 patent
Particolare non irrilevante: il doppio codone CGG usato da Moderna nel brevetto non lo si ritrova in nessun altro gene naturale di qualsiasi altro virus noto in natura capace di agire sul sito di scissione della furina. Ci sono virus che sanno scindere la furina, ma nessun coronavirus e comunque mai attraverso il doppio codone CGG
Pare che il Prof. Montagnier (pace all’anima sua) ci stesse lavorando e ripeteva che nell’evoluzione naturale del Covid c’era qualcosa che non quadrava… Ormai dovrebbero averlo capito tutti, soprattutto perché anche i tempi in cui si sono resi disponibili i vaccini hanno veramente bruciato le tappe.
Non bastasse tutto questo, non dimentichiamo quest’altro passaggio: i partecipanti alla sperimentazione che avevano ricevuto il placebo sono poi stati vaccinati: come negare proprio a loro i benefici del portentoso ritrovato, esponendoli ai rischi della pandemia?
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/labs/pmc/articles/PMC8264198/
Così non c’è più il gruppo di controllo dello studio iniziale. Gli effetti avversi a medio e lungo termine li stiamo valutando direttamente sulla popolazione cavia della sperimentazione globale. Ma senza esagerare troppo con la farmacovigilanza, forse per non doversi fare eccessive domande su come si sia arrivati fin qui.
Per farmacovigilanza intendiamo tutte le attività finalizzate all’identificazione, valutazione, comprensione e prevenzione degli effetti avversi o di qualsiasi altro problema legato all’uso dei medicinali. La raccolta e la valutazione degli effetti avversi contribuisce ad assicurare un rapporto beneficio/rischio favorevole ai pazienti che assumono il preparato.
PASSIVA è la farmacovigilanza in cui è il cittadino (chi accusa il disturbo o un suo congiunto) a segnalarlo ad AIFA da sé o tramite il medico curante. Sarà poi compito del ricevente fare le dovute verifiche. Nella farmacovigilanza passiva non si cerca la reazione avversa, ma ci si limita a registrarla dopo segnalazione, potendola favorire o sconsigliare. Si stima che nel mondo le segnalazioni riguardanti gli eventi avversi da farmaci siano meno del 5% di quelle da farsi.
In Italia, dato il clima ideologico che respiriamo, la ritrosia dei medici alla segnalazione ha ulteriormente abbassato questo numero nel caso delle vaccinazioni anti Covid-19. E’ ovvio che, se oltre ad essere PASSIVA la segnalazione trova anche ostacoli, disincentivo e altri impedimenti, ne risulterà un underreporting, cioè una plateale sottostima dei casi realmente verificatisi.
La farmacovigilanza ATTIVA può essere promossa da AIFA in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità, come attività di studio e di ricerca. In questo caso chi assume un determinato farmaco viene seguito per un certo periodo di tempo e monitorato attentamente.
Un esperimento in Puglia (che nel quadriennio 2013-2017 ha attuato un programma di sorveglianza ATTIVA sul vaccino contro morbillo, parotite, rosolia e varicella, seguendo per un anno 1672 bambini vaccinati), ha contato segnalazioni per eventi avversi GRAVI correlati alla vaccinazione pari al 4%. Il dato ottenuto è stato paragonato all’incidenza osservata con farmacovigilanza PASSIVA (stesso vaccino e stesso periodo di tempo) nel cui caso l’incidenza rilevata è stata pari allo 0,12 su mille.
Come è evidente, la differenza è enorme: i casi GRAVI raccolti da farmacovigilanza ATTIVA superano di 300 volte le segnalazioni ricevute spontaneamente (farmacovigilanza PASSIVA). Il conto è 4% : 0,012% = 333.
Per tornare all’attualità vaccinale, nel comunicato gli eventi avversi GRAVI ammessi attualmente nei dati ufficiali AIFA sono 17,6 ogni 100000 inoculazioni (a pagina 7 del documento linkabile sotto).
Se valesse il fattore calcolato nell’esperimento pugliese in pediatria, gli eventi avversi gravi ammonterebbero a circa il 5%. Non sono pochi.
Inoltre a pagina 10 del Rapporto c’è scritto così: “nel caso specifico di questi vaccini, nessuna Autorità Regolatoria a livello globale ha concesso deroghe significative alle varie fasi della sperimentazione richieste dalla normativa per tutti i farmaci e vaccini. Va infatti sottolineato con estrema chiarezza che nessuna delle fasi dello sviluppo pre-clinico e clinico (test di qualità, valutazione dell’efficacia e del profilo di sicurezza) dei vaccini è stata omessa e il numero dei pazienti coinvolti negli studi clinici è lo stesso di vaccini sviluppati con tempistiche standard. Lo sviluppo clinico in tempi molto rapidi è stato possibile grazie a grandi investimenti economici e di know-how, che hanno permesso alle aziende farmaceutiche e alle istituzioni accademiche e di ricerca pubblica di affiancare temporalmente le diverse fasi di sviluppo clinico e di arruolare negli studi di fase 3 un numero molto elevato (decine di migliaia) di partecipanti. Alla rapida disponibilità dei vaccini anti-COVID-19, inoltre, ha contribuito in maniera rilevante la celerità del processo autorizzativo dei prodotti da parte di tutte le Autorità Regolatorie.
Bene: si sono fatti i complimenti da soli. Va tutto bene così. Tutto è stato fatto a regola d’arte.
Una farmacovigilanza ATTIVA forse sarebbe stato il minimo da farsi in caso di un preparato sperimentale, somministrato a ogni categoria di popolazione, ignorando quasi ogni motivazione che richiedesse l’esenzione presentata da chi, a buon titolo, sapeva e sa di rischiare qualcosa. Almeno a queste persone era dovuta!
Garantisce chi ti fa firmare la liberatoria e lo scarico di responsabilità?
In fondo a questo tunnel resta ancora un “gruppo controllo” a beneficio di tutti: sono i non vaccinati. Il valutarne oggettivamente lo stato di salute (senza privarli delle cure…) potrebbe essere più utile al bene comune che non trattarli come pericolosi nemici.
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