Moralismo pacifista
di STEFANO D’ANDREA
Essere contro tutte le guerre è come essere contro la concorrenza imprenditoriale, o contro la competizione professionale, o contro la competizione nel corteggiamento di una medesima donna, o contro trabocchetti trappole inganni sotterfugi raggiri e ricatti in politica, o contro le risse.
Significa essere contro qualcosa che esiste ed esisterà sempre.
La frase “io sono contro tutte le guerre” non raggiunge nemmeno la sensatezza di quelle che esprimono un desiderio irrealizzabile, come per esempio “vorrei che ognuno amasse tutti gli altri essere umani come ama i figli”. Infatti, a rigore, essere contro tutte le guerre non significa niente. Non è una frase insensata ma insignificante. Ce lo rivela anche la frase contraria. Che significa “essere a favore di tutte le guerre”? Niente, non significa niente. Nessuno è a favore della guerra, come categoria astratta che ricomprende tutte le guerre presenti e passate.
E poi in generale cosa significa essere contro fatti del passato o fatti del futuro? E che significa essere contro fatti altrui, come una guerra non passata ma presente, che si sta combattendo tra altri? Che significa essere contro una rissa che si sta svolgendo? Immaginate che qualcuno, davanti a una rissa strilli: “fermi! io sono contrario alle risse! fermatevi!”. Lo considerereste un cretino o no?
Per la verità, per il ragionamento, per il pensiero, per l’intelligenza, non c’è niente di peggio del moralismo che è in noi.
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