Arrendersi all’evidenza. Il siero fa male, ma compie il lavoro programmato
di STILUM CURIAE, BLOG PAPI E DINTORNI (Marco Tosatti)
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, il nostro Arrendersi all’Evidenza ci offre un articolo estremamente interessante, documentato e approfondito non solo sul siero genico, i suoi effetti e le sue lontane origini – più lontane di quanto si pensi, come testimonia l’articolo – ma fa intuire un panorama ben più ampio. Buona lettura, riflessione e giudizio critico su quanto stiamo subendo.
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I vaccini mRNA fanno male a chi li riceve, ma fanno quello per cui sono stati ideati.
La verità è portentosa. La puoi incatenare ad una grossa incudine e gettarla in mare aperto: implacabilmente riaffiora, galleggia e tocca terra dove è l’ultima spiaggia. La puoi negare e mistificare, puoi metterti d’accordo con tutti gli altri nel farlo: resisterà, restando sempre lei la verità.
E’ il fulcro stesso della libertà che ogni sistema politico ambirebbe di garantire, ma non si cura di elezioni essendo indifferente al pensiero di una maggioranza.
Una caratteristica peculiare della verità è l’essere poliedrica: ogni faccia dice sempre la stessa verità, al contrario della menzogna in cui ogni faccia contraddice l’altra. Sfidare la menzogna porta a riconoscerne l’incoerenza, mentre nei riguardi della verità ogni risposta a un interrogativo ne rafforza la solidità, trovando conferme.
Stilum Curiae aveva già presentato i tasselli del mosaico coerenti con le vere sembianze di ciò che sta accadendo da almeno una decina di anni attorno ai vaccini a mRNA ed è consigliabile un ripasso:
Arrendersi. Quanti Strani Movimenti Verso il Siero, PRIMA della Pandemia…
In estrema sintesi:
Moderna nel 2016 brevetta una sequenza che è poi stata trovata nel sequenziamento del virus alfa Wuhan.
NIAID (National Institute of Allergy and Infectious Diseases di Fauci) finanzia l’Istituto Virologico di Wuhan.
NIH (National Institute of Health) è in possesso del candidato vaccino già nel 2019
Il NIH è finanziato dalla fondazione Gates che collabora anche con NIAID.
NIAID invita Moderna a trasferire un candidato vaccino per il coronavirus all’Università della North Carolina.
La richiesta è anteriore a quando l’OMS dichiara la pandemia e al sequenziamento del virus.
Il referente del trasferimento è il Prof. Ralph Baric il quale non è un Carneade, ma un esperto di guadagni di funzione (in particolare nel 2018, proprio su una spike) in collaborazione con gli scienziati cinesi di Wuhan.
Eco Health Alliance (presidente Peter Daszak) ente no-profit non governativo che si occupa delle malattie emergenti e collaborava dal 2014 con l’Istituto di Wuhan per finanziare uno studio dei coronavirus nei pipistrelli.
Peter Daszak lavora anche per l’OMS e nel 2018 mise sull’avviso del pericolo incombente di pandemie.
Forti di questo panorama articolato e ben connesso si comprende che il progetto ha radici profonde (risalgono almeno al 2004). Per esempio nella società Metabiota, dagli inquietanti addentellati politici e familiari ad altissimo livello, che ha la missione di rendere il mondo resiliente alla minaccia pandemica, a supporto dello sviluppo sostenibile caro al WEF di Klaus Schwab con i suoi gran reset transumani e la quarta rivoluzione industriale.
C’è chi pensa che il progetto sia ancora totalmente sotto il controllo dei committenti; altri invece ritengono che, ormai smascherato, stia trovando importanti e insormontabili ostacoli. Nelle periferie dell’impero, per chi si abbevera all’informazione mainstream, potrebbe sembrare solo che ci siano un virus, un vaccino e una guerra.
E’ importante avere presente da dove vengono certe “normalità” per le quali è richiesta la nostra resilienza e soprattutto comprendere che il progetto è ben congegnato, per quanto lo si possa giudicare folle.
Intanto, lontano dai riflettori, si moltiplicano gli studi scientifici che portano a galla la verità aggiungendo riscontri alla nota correlazione tra vaccini mRNA e la presenza dei marker dell’infiammazione.
Ad esempio qui un articolo della American Heart Association:
https://www.ahajournals.org/doi/abs/10.1161/circ.144.suppl_1.10712
Il test cardiaco PULS (Protein Unstable Lesion Signature), che considera un pacchetto di biomarkers proteici in grado di fornire un risultato predittivo del rischio di sindromi coronariche acute a medio termine (entro 5 anni), da 8 anni viene misurato ogni 3-6 mesi su un gruppo di pazienti. Con l’entrata in scena dei vaccini anti Covid a mRNA il punteggio del PULS ha mostrato la crescita di tre dei marker infiammatori in tutti i pazienti vaccinati.
I 566 pazienti (tra 28 e 97 anni di età, rapporto maschi/femmine 1:1) coinvolti in uno studio di cardiologia preventiva, sono stati sottoposti al test PULS da 2 a 10 settimane dopo la seconda dose di un vaccino anti Covid, confrontando i dati con il loro PULS risalente a 3-5 mesi prima dell’iniezione. Il controllo non è stato fatto con i non vaccinati o con chi fosse stato vaccinato con altri vaccini (diversi da quelli anti-Covid). Ecco i risultati:
-il fattore IL-16 a (un’interleuchina) è passato da 35+/-20 sopra la norma a 82+/-75 sopra la norma;
-il fattore sFas è passato da 22+/-15 sopra la norma a 46+/-24 sopra la norma;
-il fattore HGF è passato da 42+/-12 sopra la norma a 86+/-31 sopra la norma.
Inserendo questi dati nel PULS, il punteggio è salito da un 11% al 25% di rischio di ACS (sindromi coronariche acute) a 5 anni. Questo significa che nel quinquennio a venire invece di riguardare una sessantina di persone di quel gruppo, un grave evento coronarico ne colpirà oltre il doppio!
Questo cambiamento è stato riscontrato persistente per almeno 2 mesi e mezzo dopo la somministrazione del vaccino. Gli autori dello studio ammettono che non si tratta di valori statisticamente testati, ma è interessante sapere che esistono oggettive rilevazioni di quello che i più avveduti studiosi avevano immediatamente paventato come potenziale evento avverso del vaccino: l’infiammazione endoteliale e l’infiltrazione di cellule T nel muscolo cardiaco, che dà spiegazione degli eventi tromboembolici ormai diffusi e spesso molto gravi.
Considerando che l’età di chi è esposto agli eventi avversi tromboembolici è molto più bassa di quella dei soggetti a rischio di complicanze gravi da Covid-19, la scelta di vaccinare indiscriminatamente tutti, appare una volta di più strumentale e funzionale ad altro che non il contenimento della pandemia, tanto più che è ormai risaputo che i vaccinati si contagiano e contagiano. Inoltre la pratica della terza e quarta dose non è ancora passata al vaglio di studi come questo: sarà interessante vedere se l’accumulo di ulteriori dosi agisce in modo lineare o esponenziale sull’aumento del punteggio PULS.
Esulando da questo studio dell’AHA appare ancor più sorprendente la volontà di vaccinare i bambini:
Why are we vaccinating children against COVID-19? – ScienceDirect
Qui il rapporto costi/benefici rasenta l’assurdo. La mortalità da Covid-19 diminuisce drasticamente al diminuire dell’età (è logico perché è molto più improbabile la presenza delle comorbilità tipiche dell’età più avanzata), mentre il danno a lungo termine del vaccino, immesso in un organismo giovane e ancora in sviluppo, è ancora ignoto, anche se non sono ignoti i rischi, come per esempio quello suddetto oggettivato dal test PULS.
Gli effetti avversi (e parliamo di quelli emersi in meno di un anno…) riguardano ovviamente anche gli adulti: la mortalità da vaccino più elevata negli anziani non deve sorprendere, perché è sempre il loro sistema immunitario (più debole) a essere sfidato, o dal virus o dal vaccino, con la possibilità purtroppo di soccombere.
Gli eventi avversi immediati (nelle prime settimane dopo la somministrazione) dipendono dalle risposte che vengono indotte a livello immunitario, il potere infiammatorio precoce e ciò che provoca nei vasi (es. miocardite): iperinfiammazione, ipercoagulazione, allergie e altri disturbi neurologici possono comparire subito.
Più subdolo è quel che accade progressivamente, come ad esempio la slatentizzazione di fenomeni precedentemente contenuti dal sistema immunitario (che spaziano dalle malattie autoimmunitarie al tumore) e il reiterarsi di dosi successivecomplica il quadro nella possibilità, in corso d’opera, di focalizzarne i dettagli.
E’ certo che la proteina spike della quale si induce la sintesi è intrinsecamente tossica. La formulazione del vaccino permette all’istruzione genica di raggiungere anche il sistema nervoso centrale, superando la barriera ematoencefalica. Che cosa succederà su tempi medio-lunghi per organismi giovani, ancora in sviluppo, il cui cuore ha davanti decenni di vita? Vorranno dire qualcosa i problemi gravissimi che stanno avendo gli atleti di tutto il mondo, in quasi tutti gli sport?
Non dimentichiamoci che è appurato che c’è una possibilità di retrotrascrizione dell’informazione genica mRNA veicolata dal vaccino… Dobbiamo proprio considerarla un’eventualità insignificante in un bambino? Qualsiasi malattia che dovesse svilupparsi e cronicizzare non lo riguarderà, come per i suoi nonni, solamente dagli “anta” in su… ma rischia di fargli compagnia nel fiore degli anni, specialmente a livello endocrino e riproduttivo.
Attualmente nella popolazione più giovane i danni gravi e le morti da vaccino (e siamo solo a un anno dall’inizio) già superano di gran lunga quelli attribuibili al Covid-19 in quella fascia di età.
L’analisi costi benefici tradizionale è tipicamente uno strumento finanziario, per giustificare la spesa in vista di un tornaconto. Vale anche in termini medici e farmacologici, commisurando il risultato di una cura agli effetti collaterali e alle sofferenze che provoca.
Se ci si riferisce alla sola popolazione ultra sessantacinquenne, il costo dei morti dovuti al vaccino sembrerebbe inferiore al numero di morti da Covid-19 che vengono evitate.
Il condizionale è d’obbligo in quanto ammesso e non concesso che i dati siano veritieri e ben interpretati, c’è un problema di tempi di osservazione, oggettivamente troppo brevi per vantare un successo certo.
Tra coloro che sono annoverati deceduti per Covid ci sono molti con gravi comorbilità che sicuramente in poco tempo avrebbero fatto la loro parte indipendentemente dalla vaccinazione. Viceversa la vaccinazione esacerba comorbidità che forse sarebbero rimaste sotto controllo… e chi ne ha interesse ha buon gioco ad escludere che sia il vaccino la causa del peggioramento, eludendo così la conta del caso nei costi, facendo apparire i benefici migliori del vero. Senza dimenticare quanti sono i falsi positivi al test PCR che hanno concorso al numero dei casi considerati con tutto quel che ne consegue. E poi c’è il problema delle cure, errate o differite, che fece strage.
Se già tra gli ultrasessantacinquenni è dubitabile che vi sia stato un evidente beneficio, al diminuire dell’età, con il Covid-19 che crolla come rischio di mortalità, il beneficio ottenuto vaccinando mRNA diventa una chimera, mentre il fattore tempo concorrerà a far emergere i rischi che hanno bisogno di più mesi o anni per essere visti.
Per i bambini il rischio di morire con Covid è infinitesimale. Quello di morire a causa della vaccinazione non è trascurabile già adesso. Basta per dire che non si è seguito un approccio razionale? Tra l’altro, i trial clinici di Pfizer non contemplavano inizialmente la platea dei minori.
Perché si sono fatti così male i conti? Oppure la domanda dovrebbe essere: visto lo scenario storico e culturale in cui è maturata questa vicenda, perché ci fidiamo di chi i conti li ha fatti bene, ma non per il nostro bene?
FONTE: https://www.marcotosatti.com/2022/04/09/arrendersi-allevidenza-il-siero-fa-male-ma-compie-il-lavoro-programmato/
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