L’incubo di Faust
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Guido Salerno Aletta)
Non sarà altra moneta creata dal nulla che fermerà la nuova crisi.
L’Occidente è di fronte alla fine dell’illusione iniziata con la Greenspan Put, poi denominata Qe: quella di superare le crisi determinate dagli squilibri economici e finanziari incontenibili con la immissione massiccia di nuova moneta da parte delle Banche centrali, in primo luogo di dollari, ma ormai da un decennio anche di euro.
Abbassare i tassi di interesse aiuta chi ha debiti ed è in difficoltà per onorarli, ma così lo si incoraggia a contrarne altri: per evitare un piccolo fallimento, si lastrica la strada ad uno ancora più grande.
Acquistare titoli del debito pubblico o altri asset garantiti già in circolazione, a fronte della creazione di nuova moneta, consente al mercato che li ha ceduti alle banche centrali di finanziare altri investimenti, di sottoscrivere la emissione di altri titoli, di creare altro credito. Tutto funzionerebbe se questa nuova moneta fosse utilizzata per sanare gli squilibri sottostanti, quelli che hanno determinato le crisi, e non a riprodurli sempre più gravi.
Siamo invece alla resa dei conti: nel sistema economici internazionale non è più sostenibile che alcuni Paesi si indebitino sempre di più e che gli altri accumulino sempre nuovi crediti: perché queste partite destabilizzano sia i primi che i secondi. Per riequilibrare i conti, i primi devono ridurre i propri acquisti dai secondi, che ne risentirebbero: per questo si illudono di poter continuare a vendere a credito. Ma a questo credito si contrappone un debito di eguale dimensione, sempre più difficile da rimborsare.
Per finanziare il riequilibrio le banche centrali hanno rifornito il sistema finanziario di sempre nuova moneta, che viene concessa al debitore per superare il fallimento. Ma se la si usa per continuare a comprare e ad indebitarsi, una nuova crisi è inevitabile. E così si passa da una crisi all’altra: da quella del Nasdaq del 2001 a quella dei mutui subprime del 2008.
Nel biennio della crisi sanitaria, 2020-2021, le Banche centrali hanno immesso ancora enormi quantità di moneta per ridurne l’impatto sociale, economico e finanziario: sono stati sostenuti i debiti pubblici, garantiti i crediti bancari, mentre le Borse continuavano a marcare nuovi record nonostante il tracollo dell’economia reale. La moneta creata dal nulla creava un maggior valore fittizio delle azioni quotate, mentre i tassi di interesse sui debiti si riducevano a zero tanto era grande la offerta dei nuovi mezzi monetari per finanziarli.
La fiammata dei prezzi delle materie prime è incontenibile: tutti coloro che possono usare questa leva lo fanno con forza, o direttamente aumentando i listini o intervenendo sui mercati di contrattazione delle materie prime. La enorme quantità di moneta in circolazione finanzia la speculazione, mentre la stretta monetaria della Fed comincia a mordere le Borse: il rischio è che il processo di spostamento dei capitali verso i titoli di debito, divenuti più appetibili per l’aumento dei tassi, coincida con una fase di flessione dell’economia derivante dalla riduzione dei redditi reali per via dell’inflazione.
Il sistema sembra sfuggire ad ogni controllo: se la moneta creata dal nulla porta i prezzi alle stelle, è perché questa stessa moneta non vale nulla.
Ma intanto, alcune tasche si svuotano ed altre si riempiono: le imprese vedono i loro costi aumentare, come le famiglie. Gli Stati emanano continuamente provvedimenti di emergenza, per aiutare i meno abbienti.
Mentre gli squilibri nel commercio tra gli Stati persistono, ed anzi si aggravano, la moneta creata dalle Banche centrali sembra essere senza controllo.
L’inflazione violenta rischia di creare una crisi sociale, economica e finanziaria ancora più grave di quelle degli scorsi anni.
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[Fonte: https://www.teleborsa.it/Editoriali/2022/05/06/l-incubo-di-faust-1.html]
Fonte: https://www.facebook.com/1518147318236235/posts/5420057464711848/
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