Voglia di militarismo
di La Fionda (Federico Giusti)
Come nasce la decisione del Governo Draghi di dare vita a nuove basi militari. L’esempio di Coltano.
Se vuoi la pace inizia a smilitarizzare il territorio dove vivi. Questa è la parola d’ordine con la quale il comitato No Camp Darby ha aderito al presidio, organizzato da Una Città in Comune, contro la decisione governativa di costruire una cittadella militare a Coltano, in un’area marginale ma comunque all’interno del Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli.
La decisione è stata presa dal Governo e dal Ministro della Difesa Guerini a metà gennaio, prima che esplodesse il conflitto in Ucraina.
La denuncia del consigliere comunale Auletta di Una Città in Comune ha portato alla luce l’ennesima militarizzazione del territorio con la nascita della “nuova struttura funzionalededicata per il Gruppo intervento speciale del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti Tuscania e del Centro cinofili, centri di eccellenza dell’Arma dei Carabinieri, impegnati nell’attività antiterrorismo e nella sicurezza delle rappresentanze diplomatiche a rischio, nonché nelle attività delle forze speciali e delle forze per operazioni speciali delle Forze armate”.
Interrogato in Parlamento, il Governo ha risposto che le attuali sedi del Tuscania e del Centro cinofili non sono adeguate al loro uso. Per questo avrebbero scelto Coltano, giudicando, al pari dell’Arma dei Carabinieri, praticamente nullo l’impatto ambientale, anche se, in realtà, le costruzioni sarebbero vietate nell’area del parco coinvolta. Davanti alle proteste provenienti anche dai partiti di maggioranza (Pd, Lega e Movimento 5 Stelle) c’è stato un tentativo di retromarcia dell’ultima ora, cercando una sede alternativa a Coltano. Ma, al di là degli ordini del giorno, restano i documenti ufficiali del Governo, come si evince anche dalla risposta a un’interpellanza parlamentare. I prossimi giorni saranno decisivi per capire l’effettiva volontà del Governo di accogliere o meno le richieste provenienti dalla comunità pisana.
Dai documenti ufficiali si evince che il Governo giudica questa nuova infrastruttura militare “un’opera destinata alla difesa nazionale”, facendo ricorso alle solite procedure semplificate per non discutere della decisione in Parlamento. Pratica che viene messa in atto ormai da lustri, per cui ogni volta entrano in gioco presunti interessi internazionali legati alla difesa e alla cosiddetta lotta al terrorismo.
Poche settimane è stato diffuso un documento che dimostra che a Coltano esisteva già una base Nato, anche se oggi in completo abbandono: la Coltano Signal Station, dalla quale passavano tutte le comunicazioni radio-telefoniche tra Sardegna, Italia e Turchia. Scelta non casuale, dal momento che si tratta di un’area particolarmente strategica: vicina a un aeroporto militare dove si trova un hub rilevante e opera il 46° storm, adiacente ad un’importante location ripetitrice, il monte Serra, e in vista di un’altra importante quanto segreta base radio militare, il monte Cimone.
Citiamo il documento ufficiale del Governo risalente a metà gennaio.
“L’intervento infrastrutturale per la realizzazione della sede del Gruppo intervento speciale, del 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti Tuscania e del Centro cinofili, in Pisa – area Coltano, è individuato quale «opera destinata alla difesa nazionale», cui si applicano le misure di semplificazione procedurale previste dall’art. 44 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, convertito con modificazioni dalla legge 29 luglio 2021, n. 108. Il presente decreto è trasmesso alla Corte dei conti per la registrazione e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.“
Nelle ultime settimane è sorto a Pisa un movimento contro la base di Coltano. La presa di posizione di tante associazioni ha permesso di portare alla luce l’ennesima decisione governativa di militarizzazione del territorio. Sono stati organizzati presidi partecipati e un’assemblea al circolo Arci di Coltano a cui hanno partecipato circa 250 cittadini. Il 98 % della popolazione, riunita in assemblea dalla Proloco, si è detta contraria a questa opera militare.
Un’interpellanza parlamentare ha portato alla luce altri fatti che senza la denuncia pubblica del consigliere comunale sarebbero stati avvolti dal silenzio. La Cub, insieme al comitato No Camp Darby, il 23 aprile scorso ha portato quasi 300 persone davanti alla base Usa e Nato “per dire no all’espansionismo della Nato e all’aumento delle spese militari che taglia risorse alla scuola e alla sanità favorendo un attacco generalizzato ai salari”, criticando non solo la decisione governativa ma anche il concreto pericolo di soluzioni alternative con l’avallo delle istituzioni locali.
No Camp Darby denuncia il profilarsi di una sorta di spacchettamento della base, che verrebbe divisa tra Ospedaletto (alloggi) e Coltano (centri operativi). A Ospedaletto, nell’area dell’ex Expo dove oggi si trovano il mercato ortofrutticolo, alcuni uffici della Regione e la tipografia comunale, verrebbe trasferita la costruzione di 18 immobili residenziali destinati ad accogliere un centinaio di appartenenti all’Arma e le loro famiglie. A Coltano verrebbe costruita la base che occuperebbe un’area di circa 73 ettari dentro i quali sarebbero edificati l’eliporto, la pista per l’addestramento alla guida veloce, la torre di ardimento, le strutture sportive oltre a magazzini, uffici, laboratori e capannoni.
La scelta del Governo, ribadita in Parlamento il 22 aprile, è chiara: destinare i reparti speciali dei carabinieri (Gruppo di intervento speciale, 1º reggimento paracadutisti Tuscania e il Centro cinofili) ad una nuova sede individuata a Coltano dentro il parco Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli. In caso di contrarietà delle istituzioni locali rimane però disponibile a trovare soluzioni alternative, purché vicine all’aeroporto militare di Pisa e alla base Usa e Nato di Camp Darby della quale, ovviamente, non si parla. Una soluzione potrebbe essere il trasferimento di parte della base, ma al Cisam di San Piero a Grado (a pochissimi chilometri da Camp Darby), in un’area di circa 31 ettari che ospita già il Centro Interforze Studi per le Applicazioni Militari.
Nel documento ufficiale in risposta all’interpellanza di alcuni parlamentari il Governo dice anche che:
- Le attuali sedi che ospitano i reparti speciali dei CC non sono adeguate al loro scopo e quindi la costruzione di una nuova base è imprescindibile e non potrà essere messa in discussione;
- La sede di Coltano viene giudicata marginale rispetto al Parco, contrariamente a quanto si evince anche dai documenti redatti dal Parco stesso;
- L’impatto ambientale per il Governo sarà nullo perché a Coltano si trova già un’area militare, quella dell’ex centro Radar, da tempo in disuso;
- La costruzione della base sarà affidata a un commissario straordinario dentro quella procedura semplificata, prima menzionata, che consente di realizzare ogni intervento in tempi celeri e senza intoppi;
- Alle amministrazioni locali viene offerta la possibilità di individuare soluzioni alternative fermo restando che questa base dovrà trovarsi in un’area vicina all’aeroporto militare di Pisa da dove si partirà per le zone di guerra.
Testualmente, la risposta del Governo è stata:
- L’intervento permetterà di istituire, nella nuova base, anche un reparto biodiversità, dotato di unità ippomontate per la vigilanza dello stesso e di unità cinofile antiveleno;
- I criteri di progettazione perseguono un bassissimo impatto ambientale e paesaggistico che, oltre agli interventi di mitigazione e compensazione individuati durante l’iter di approvazione, garantiranno emissioni pressoché nulle grazie alla coibentazione delle superfici verticali e orizzontali e al ricorso a sistemi di riscaldamento e condizionamento con impianti fotovoltaici e solare termico. Inoltre, occorre evidenziare che:
- il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili ha indicato di finanziare l’opera attraverso il Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2021/2027 e non con fondi del PNRR;
- nel 2021 è stata illustrata la progettualità in esame al presidente del parco, Dott. Lorenzo Bani (ndr di conseguenza il Governo dice che da tempo il Parco era a conoscenza del progetto);
- l’opera creerà potenzialmente un indotto stimato di circa 5-6 milioni di euro con molte decine di persone direttamente impiegate dalle ditte appaltatrici di servizi generali;
- nel sito in questione saranno realizzati un asilo nido e rilevanti impianti ginnico-sportivi, che saranno messi a disposizione anche della collettività, mediante protocollo d’intesa.
E ancora:
Si rappresenta, altresì, che l’Arma dei Carabinieri con due distinti comunicati stampa del 12 e del 14 aprile uu.ss. ha poi evidenziato che:
- le caratteristiche del progetto saranno condivise in sede di “Conferenza di Servizi” e sottoposte alla verifica della Commissione regionale per la VIA;
- l’insediamento, qualora condiviso, potrà costituire un’ulteriore occasione per la crescita dello sviluppo socio-economico dell’area, poiché, oltre al coinvolgimento delle maestranze e delle aziende dell’indotto circostante per la gestione logistica della caserma, prevede la realizzazione di impianti sportivi messi a disposizione anche della collettività, nonché la costruzione di un centro di educazione ambientale con percorsi naturalistici, comprensivi di un orto botanico e un arboreto, gestito dal costituendo distaccamento dei Carabinieri per la biodiversità. A testimonianza, infine, dell’importanza che la Difesa annette al coinvolgimento degli organi del territorio, si rende noto che in data 4 maggio p.v. si terrà un incontro a Firenze tra Ufficiali del Comando Generale e il sindaco di Pisa, nonché rappresentanti della Regione Toscana, dell’Ente parco e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per favorire uno scambio di idee sulla realizzazione della caserma e venire incontro alle esigenze rappresentate.
Tanto premesso, ove il progetto non dovesse trovare la piena condivisione, nel rispetto delle diverse idee, saranno prese in considerazione ulteriori soluzioni, eventualmente individuate insieme agli Enti locali, fermo restando che le forze da allocare hanno l’esigenza di trovare una sede vicina a omologhi reparti delle altre Forze armate, per lo svolgimento di sinergiche attività addestrative aviolancistiche, e in prossimità dell’aeroporto militare di Pisa, per assicurare l’immediato trasporto in caso di necessità operative.
- l’insediamento, qualora condiviso, potrà costituire un’ulteriore occasione per la crescita dello sviluppo socio-economico dell’area, poiché, oltre al coinvolgimento delle maestranze e delle aziende dell’indotto circostante per la gestione logistica della caserma, prevede la realizzazione di impianti sportivi messi a disposizione anche della collettività, nonché la costruzione di un centro di educazione ambientale con percorsi naturalistici, comprensivi di un orto botanico e un arboreto, gestito dal costituendo distaccamento dei Carabinieri per la biodiversità. A testimonianza, infine, dell’importanza che la Difesa annette al coinvolgimento degli organi del territorio, si rende noto che in data 4 maggio p.v. si terrà un incontro a Firenze tra Ufficiali del Comando Generale e il sindaco di Pisa, nonché rappresentanti della Regione Toscana, dell’Ente parco e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per favorire uno scambio di idee sulla realizzazione della caserma e venire incontro alle esigenze rappresentate.
Nel frattempo è bene ricordare che una piccola parte della base di Camp Darby, corrispondente a meno del 3% della superfice occupata, è stata restituita al Governo italiano ma subito destinata ad alcuni reparti dell’esercito. Così facendo, il Parco di Migliarino, San Rossore, Massaciuccoli finisce per diventare un’area militarizzata invece di essere valorizzata per salvaguardare fauna e flora. E la soluzione di Ospedaletto non sembra essere un’alternativa in un’area che avrebbe bisogno di bonifiche (attorno all’ex inceneritore) e di interventi efficaci per abbattere gli scheletri in cemento armato mai finiti e in stato di abbandono da oltre un decennio.
Sia che la Regione Toscana e del Comune di Pisa accoglieranno Coltano come sede, sia che ne proporranno di alternative, il Governo ha già deciso che il territorio pisano sarà occupato dall’ennesima cittadella militare in un territorio dove sorgono già strutture analoghe. L’ordine del giorno approvato poche ore fa potrebbe non essere sufficiente a scongiurare la nascita della cittadella militare sul territorio pisano.
Per il Governo Pisa si tratta di un’area militarmente strategica, come sanno anche gli studenti che hanno denunciato la presenza di multinazionali d’arma nell’Ateneo domandandosi se esista ancora l’autonomia e la libertà di ricerca in università a caccia di finanziatori.
In attesa del Consiglio regionale di inizio maggio e di ulteriori decisioni da parte della maggioranza governativa, la mobilitazione continua.
Fonte: https://www.lafionda.org/2022/05/05/voglia-di-militarismo/
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