Della volontà dei popoli all’Unione Europea non frega nulla
di GIANLUCA BALDINI (RI Pescara)
“Non ho niente contro gli Ucraini, gli auguro solo di non vivere otto anni sotto le bombe, come è accaduto a noi”. “Lo capite che l’esercito ucraino sta uccidendo i suoi stessi cittadini?”. Due dichiarazioni rilasciate da cittadini di Donetsk alle telecamere di Report e trasmesse pochi giorni fa. L’invasione russa ha prodotto in Occidente un revisionismo storico degno di un regime dittatoriale. Siccome dobbiamo dire che Putin è un mostro e che la Russia è l’invasore e l’Ucraina il paese invaso, allora tutte le verità, documentate e inconfutabili, sulla storia dell’Ucraina degli ultimi vent’anni, vengono spacciate per fake news e propaganda russa.
Diciamo che in Russia non esiste la libertà di informazione e poi adottiamo gli stessi metodi di cui accusiamo l’establishment russo, perché al popolo occidentale non venga in mente di mettere in dubbio che l’Ucraina sia un paese di santi, poeti e navigatori. Eppure il fatto che in Ucraina le rivoluzioni sono state finanziate dagli USA, che hanno anche preparato e armato i gruppi ultranazionalisti in chiave antisovietica, è documentato da foto, video, registrazioni e persino dichiarazioni pubbliche degli americani.
Che questi ultranazionalisti siano suprematisti bianchi che preparano i ragazzini alla guerra e invitano alla pulizia etnica di russi, rumeni, georgiani e tartari è documentato dai video delle loro dichiarazioni. Che questi soggetti siano stati piazzati in un governo fantoccio eterodiretto dagli USA è documentato dalla famosa telefonata di Victoria Nuland (quella in cui dice “Fuck the EU”). Che nella guerra in Donbass l’esercito ucraino si sia macchiato di crimini contro l’umanità per otto anni massacrando i loro stessi civili è documentato dai report di Amnesty International e OSCE, pubblicati in questi ultimi otto anni.
Che prima della guerra l’Ucraina fosse considerato uno dei paesi più corrotti del mondo e il secondo paese più antisemita del pianeta dopo la Polonia, un paese in cui si intitolano piazze e strade ai collaborazionisti di Hitler e in cui si oltraggiano quotidianamente i monumenti alla Shoah, lo dice Eduard Dolinsky, Direttore Generale del Comitato Ebraico ucraino, alla conferenza annuale dell’European Jewish Association, svoltasi a Parigi il 24 febbraio 2020. E quasi tutte le cose che ho scritto, oltre che sui documenti ufficiali, si trovano raccolte nel documentario Ukraine in fire di Oliver Stone e su decine di articoli e video prodotti dai media occidentali negli scorsi anni, tra cui canali americani e britannici. Quindi di certo non propaganda russa.
Adesso i media iniziano timidamente a fornirci l’altra verità di questa guerra e forse sempre più persone sono preoccupate dal fatto che abbiamo armato fino ai denti gente che non ha di certo a cuore né la democrazia né il futuro del paese come lo immaginiamo noi. Questa paura è testimoniata dal fatto che nei paesi europei i sondaggi ci dicono che i cittadini dei principali paesi sono sempre più contrari ad armare l‘Ucraina, con numeri che oscillano tra il 70 e il 90%. Ma della volontà dei popoli all’Unione Europea non frega nulla, non è mai fregato nulla e non fregherà mai nulla.
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