(1/9) W.Mosler incontra democraziaMMT a Venezia “Se in Italia ci fosse il default”
Da oggi pubblicherò l'intervento di W. Mosler a Venezia. Sarà un'occasione per i lettori di Appello al Popolo di conoscere le proposte portate avanti dagli studenti della MMT. Quando parlo con loro, mi rendo conto che molte proposte politiche sono simili alle mie, che non ho mai conosciuto la MMT. Ci deve essere una ragione.
Tuttavia, Mosler fa affermazioni che ai più sembrano incomprensibili. Qui sostiene che l'idea della fuga di capitali sia anacronistica; che sia legata al gold standard.
Io non ho capito il punto. E sono certo di non aver saputo comprendere una cosa razionale o ragionevole, magari fondata su un presupposto che non condivido, perché Mosler è persona molto intelligente. Chiedo perciò se qualche lettore è in grado di capire cosa dica Mosler alla fine del filmato (SD'A).
httpv://youtu.be/264vMjT0Jc0
Penso che abbia soltanto voluto dire che, a differenza dell'oro che come metallo prezioso è oggetto di apprezzamento o meno e può essere scambiato per ottenere moneta o altro equivalente, la moneta non è rappresentativa di nessuna reale ricchezza. L'apprezzamento o meno di una moneta rispetto ad un'altra è una prassi che non fa passare realmente ricchezza dalla nazione A alla nazione B ma si tratta solo di una modalità fluttuante che serve a stabilire l'equilibrio fra le reali ricchezze dei 2 paesi.
Così apriamo il dibattito. Ad ogni modo, Mosler penso stia dicendo che l'economia, come disciplina e discorso di governo delle dinamiche relazionali (e quindi tutte le scienze umane della contemporaneità !) è inadeguata allo scopo: essa è solo un imbroglio. Un po' come quel famoso libro di cui non ricordo autore dal titolo: 100 anni di psicologia e guardate come siamo messi.
Si potrebbe dire altrettanto dell'economia, o no?
Nuovi paradigmi occorrono. Urgentemente.
Cari amici di N.O.I.,
mi permetto di osservare che la vostra spiegazione del pensiero di Mosler mi appare insufficiente.
Non so.
Ad ogni modo la divergenza attuale fra i Paesi dell'Eurozona (vedi i differenti spread applicati) e che determina quello che qui è definita fuga da che si tratta di deflussi di capitale, sta seriamente preoccupando i vertici della BCE… e le imprese italiane che attualmente comprano denaro a tassi del 12%. Ovvero, ci stanno rimettendo e finanziando le ricapitalizzazioni delle banche, esposte una con l'altra.
Rispetto alle questioni più squisitamente politiche, ovvero se è tollerabile che un'area europea (quella meridionale) sia sottoposta a così forti sollecitazioni di carattere finanziario (rispetto ad una settentrionale che oggi può finanziare le proprie attività sociali e produttive a costi di moltissimo ridotte), ebbene questo rientra nelle scelte che ognuno può manifestare e applicare (in quest'ultimo caso se ne ha la potenza).
Ad ogni modo è incredibile di come l'Europa adesso sia attraversata da una questione meridionale. Noi italiani dovremmo essere avvantaggiati negli strumenti interpretativi della cosa. E comprenderne che i germanici hanno applicato al sud europa ciò che il nord italia applicò al meridione. Ora i patti sono saltati, e pensiamo che siano saltati perchè la Germania è in fase di deindustrializzazione che sta finanziando con debito pubblico in attesa che finisca di vendere le industrie a russi, cinesi e coreani (vedasi OPEL e Q-Cell)
saluti