Esclusioni e sanzioni aiutano i “nemici” a sviluppare competenze proprie
da MOON OF ALABAMA (Bernhard)
Il comportamento ostile che l’Occidente sta mostrando nei confronti della Cina e della Russia ha delle conseguenze.
La Stazione Spaziale Internazionale sta perdendo i moduli russi di cui ha bisogno per spostarsi. Gli Stati Uniti dovranno immediatamente costruire nuovi moduli di propulsione se vogliono salvarla.
Russia to withdraw from International Space Station after 2024
La Russia ha dichiarato che si ritirerà dalla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) dopo il 2024 per concentrarsi sulla costruzione di un proprio avamposto orbitale.
Yuri Borisov, nominato alla guida della società spaziale statale Roscosmos all’inizio del mese, ha dichiarato durante un incontro con il Presidente russo Vladimir Putin che la Russia avrebbe adempiuto ai suoi obblighi nei confronti degli altri partner prima di lasciare il progetto.
Borisov ha dichiarato che “la decisione di lasciare la stazione dopo il 2024 è stata presa”.
Gli Stati Uniti avevano previsto di gestire la stazione fino al 2031:
All’inizio di quest’anno la NASA ha pubblicato dei piani per la ISS che potrebbero vedere la struttura di 444.615 kg uscire dall’orbita nel gennaio 2031 e precipitare in un “cimitero di veicoli spaziali”.
La NASA ha dichiarato che il laboratorio continuerà a funzionare fino al 2030, ma il suo futuro a lungo termine non è sostenibile.
La data di chiusura sarà probabilmente anticipata rispetto a quanto previsto dalla NASA. Come spiegato in un precedente rapporto:
La Russia fornisce il propellente e i propulsori necessari per riposizionare periodicamente la stazione sull’orbita corretta (reboost), una capacità critica che la NASA non può attualmente sostituire. La manovra è assicurata dai propulsori incorporati nei moduli russi Zarya e Zvezda e a bordo delle navi di rifornimento Progress.
Una nave cargo Northrop Grumman Cygnus, arrivata all’inizio di questa settimana, è il primo veicolo statunitense dopo lo Space Shuttle ad essere in grado di effettuare il reboost, ma non può da sola sostituire la capacità russa.
…
Gli astronauti della NASA non sono addestrati a far funzionare i sistemi russi e viceversa per i cosmonauti russi. Nessuna delle due parti può operare da sola in modo sicuro nel laboratorio.
Senza i moduli propulsori russi, la stazione rallenterà progressivamente e precipiterà verso la Terra fino a disintegrarsi e bruciare nell’atmosfera.
Per gli Stati Uniti costruire i propri moduli propulsori richiederebbe molto probabilmente più di due anni. Presumibilmente arriverebbero troppo tardi per salvare la stazione.
La Russia ha in programma la costruzione di una nuova stazione spaziale. Un’alternativa potrebbe essere quella di agganciarsi alla stazione spaziale cinese, lanciata l’anno scorso. Ieri ha ricevuto il suo secondo grande modulo, un laboratorio. Un terzo modulo di grandi dimensioni sarà aggiunto nel corso di questo anno.
La Cina ha costruito la propria stazione spaziale perché gli Stati Uniti l’avevano esclusa dalla partecipazione alla ISS:
La Cina è stata esclusa dalla ISS dal 2011, quando il Congresso ha approvato una legge che vietava i contatti ufficiali degli Stati Uniti con il programma spaziale cinese per motivi di sicurezza nazionale. La “sicurezza nazionale”, ovviamente, è la lingua franca con cui qualsiasi Paese può fare tutto ciò che vuole, anche se non ha nulla a che fare con la sicurezza della nazione. Ma non importa.
Solo 11 anni dopo il divieto, la Cina ha lanciato e sta ora gestendo una propria stazione spaziale.
È probabile che a partire dal 2025 ci sarà di nuovo una sola stazione spaziale internazionale. Ma sarà gestita dalla Cina e probabilmente dalla Russia, mentre gli Stati Uniti e i loro alleati ne saranno probabilmente esclusi.
Questa è la conseguenza del comportamento ostile degli Stati Uniti che escludono e sanzionano gli altri per motivi assurdi.
Gli Stati Uniti hanno spinto il governo olandese a vietare la consegna in Cina delle macchine prodotte dalla societa’ olandese ASML, necessarie per realizzare le strutture a 4-7 nanometri dei chip per i computer più avanzati del momento. Due settimane fa gli Stati Uniti hanno iniziato a spingere per vietare ad ASML di consegnare in Cina anche i modelli più vecchi.
Ma una società canadese (TechInsights, analisti nel campo dei semiconduttori N.d.T.) ha recentemente scoperto che la cinese SMIC sta già producendo in massa chip a 7 nm. Questa novità non era stata prevista:
“Questo è il prodotto tecnologico più avanzato che TechInsights ha visto finora da SMIC e potrebbe portare a un vero processo a 7 nm che incorpora logica scalare e bitcell di memoria”, ha dichiarato TechInsights.
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L’osservatore del mondo dei chip Dylan Patel ha notato un’altra implicazione per le capacità a 7 nm di SMIC. Secondo lui, questo sviluppo significa che la Cina è ora più avanti rispetto agli Stati Uniti e all’Europa per quanto riguarda le capacità di produzione di chip a contratto a 7 nm, dato che il produttore americano di chip Intel non ha ancora reso disponibile il suo processo a 7 nm ai propri clienti.
La Cina sta inoltre costruendo più fabbriche di chip di chiunque altro:
La Cina è in testa alla classifica mondiale della costruzione di nuove fabbriche di chip, un passo avanti verso il raggiungimento di una maggiore autosufficienza nei semiconduttori che potrebbe rendere alcuni acquirenti dipendenti dalla Cina per molti dei chip di base che ora scarseggiano.
Mentre i produttori di chip corrono in tutto il mondo per aumentare la produzione e alleviare le carenze di approvvigionamento, nessun Paese si sta espandendo più velocemente della Cina, che dovrebbe costruire 31 grandi fabbriche di semiconduttori, note come “fabs”, entro il 2024, secondo il gruppo SEMI dell’industria dei chip.
Finora la Cina importava 300 miliardi di dollari di chip all’anno. Quando tutte le nuove fabbriche cinesi saranno pronte, la maggior parte di questo denaro resterà in Cina. I produttori di chip di Taiwan, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti dovranno cercare nuovi clienti o ridurre la propria produzione.
La vicenda della Stazione Spaziale Internazionale e le sanzioni sui chip dimostrano soltanto le inevitabili conseguenze dell’ostilità nei confronti di grandi Paesi come la Russia e la Cina.
Questi ultimi hanno sufficienti alternative per sostituire i prodotti sanzionati e per sviluppare eventualmente le proprie capacità produttive.
Il tutto mentre gli Stati Uniti e i loro alleati perdono quote di mercato.
Postato da b il 26 Luglio 2022 alle 14:53 UTC
Tradotto da Andrea Bovenga
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