Al-Qaeda decapitata: Ayman al-Zawahiri ucciso da un raid statunitense a Kabul
di ANALISI DIFESA (Redazione)
Al-Zawahiri sarebbe stato ucciso Sabato 30 luglio a Kabul, nel quartiere di Sherpur dove risiedono molti vertici talebani, con un missile lanciato da un drone nel corso di un’operazione condotta dalla CIA.
I talebani hanno condannato il raid ritenendolo vietato dagli accordi di Doha. “Condanniamo con forza l’attacco che costituisce una chiara violazione dei principi internazionali e dell’accordo di Doha sottoscritto nel 2020. Queste azioni sono contro gli interessi degli Stati Uniti, dell’Afghanistan e della regione”, recita una nota dei talebani.
Vale però la pena ricordare che gli accordi di Doha tra USA e talebani impegnano questi ultimi a non offrire asilo e basi ad al-Qaeda e ad altri gruppi terroristici.
Come riferisce l’agenzia Asianews, anche l’ultimo rapporto del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha svelato dettagli allarmanti sulle attività dei gruppi terroristici in Afghanistan. “I membri di al-Qaeda rimangono nel sud e nell’est dell’Afghanistan, dove il gruppo è storicamente presente”. L’organizzazione, si legge ancora, “gode di una maggiore libertà in Afghanistan sotto il governo talebano, ma si limita a consigliare e sostenere le autorità” si legge.
Al-Zawahiri, una delle menti degli attacchi dell’11 settembre, aveva assunto la guida di al-Qaeda nel 2011 dopo l’uccisione di Osama bin Laden.
L’uccisione di al-Zawahiri potrebbe avere un impatto positivo sulla popolarità di Joe Biden, ai minimi storici per un presidente: il leader di al-Qaeda era nella lista dei maggiori ricercati dall’FBI e sulla sua testa pendeva una taglia da 25 milioni di dollari.
“Giustizia è fatta, questo leader terroristico non c’è più” ha detto Biden “Miei concittadini americani – dice – sabato, su mio ordine, gli Stati Uniti hanno concluso un raid aereo a Kabul, nel quale è stato ucciso l’emiro di al Qaeda. Al-Zawahiri è stato il vice di Osama bin Laden al momento degli attacchi dell’11 settembre, era profondamente coinvolto nella pianificazione dell’11 settembre, uno dei maggiori responsabili per gli attacchi che hanno ucciso 2.977 persone sul suolo americano.
Abbiamo reso chiaro che non importa quanto ci vuole, non importa dove vi nascondete, se siete una minaccia per il nostro popolo, gli Stati Uniti vi troveranno ed elimineranno”.
Il presidente ha aggiunto che il raid “è stato attentamente pianificato e i rischi di colpire altri civili sono stati minimizzati in modo rigoroso e una settimana fa, dopo che mi è stato detto che le condizioni erano ottimali, ho dato l’approvazione finale. La missione è stata un successo, nessuno dei membri della sua famiglia è stato ferito e non ci sono state vittime tra i civili”.
Restano ovviamente da chiarire molti dettagli. L’identificazione e la localizzazione di al-Zawahiri a Kabul potrebbe essere stata effettuata grazie a ricognizioni satellitari o l’impiego di droni ma potrebbe anche essere il frutto di attività d’intelligence attuata a Kabul dalla rete di informatori che Washington continuerebbe ad avere in Afghanistan.
Possibile anche che qualche informazione utile sia giunta agli statunitensi da Islamabad, il cui governo è ai ferri corti con i talebani di Kabul per il rialzo dei prezzi del carbone afghano, vitale per il sostentamento energetico del Pakistan.
Non si può neppure escludere che qualcuno negli ambienti talebani abbia segnalato agli Stati Uniti la presenza di al-Zawahiri a Kabul per togliere di mezzo un ospite divenuto “ingombrate”, specie ora che il regime talebano cerca di dissociare la propria immagine dal sostegno al terrorismo jihadista e far dimenticare l’alleanza di ferro con al-Qaeda con l’obiettivo di favorire investimenti stranieri che aiutino lo sviluppo economico della nazione.
In tale contesto la Cina è certamente tra i paesi più interessati ad attuare interventi economici in Afghanistan ma al tempo stesso non accetta legami con gruppi terroristici islamici, in particolare al-Qaeda che ha sempre sostenuto l’insurrezione jihadista tra le popolazioni uighure del Sinkiang (Turkestan Orientale) cinese.
Prevedibile quindi la protesta talebana per il raid nel centro di Kabul ma se non vi saranno ulteriori escalation della tensione tra Kabul e Washington si rafforzerà l’ipotesi che l’eliminazione di al-Zawahiri, specie se verrà confermato che non ci sono state altre vittime, non sia stata effettuata dagli Stati Uniti senza che i talebani ne fossero informati.
Del resto è già accaduto in passato che statunitensi e talebani collaborassero nelle operazioni contro lo Stato Islamico nel Khorasan, (IS-K) che ha le sue roccaforti nella provincia orientale di Nangarhar.
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