Regno Unito. 1900 lavoratori in sciopero per otto giorni nel principale porto per container del paese
di L’ANTIDIPLOMATICO (redazione)
I lavoratori del più grande porto per container del Regno Unito iniziano uno sciopero per la prima volta negli ultimi 30 anni.
1.900 membri del sindacato Unite a Felixstowe hanno iniziato oggi uno sciopero di otto giorni, dopo che le autorità sindacali hanno abbandonato la trattativa negoziale sull’aumento salariale. Lo riporta Reuters.
Unite ha affermato che i membri hanno rifiutato un’offerta di aumento del 7% fatta dalla Felixstowe Dock and Railway Company, in quanto inferiore al tasso di inflazione. Un picchetto si è formato nelle prime ore di domenica dando via allo sciopero che si protrarrà per i prossimi otto giorni.
“I dock di Felixstowe sono estremamente redditizi. Le cifre più recenti mostrano che nel 2020 hanno realizzato 61 milioni di sterline (circa 72 milioni di euro) di profitti”, ha dichiarato la segretaria del sindacato Unite, Sharon Graham. “La sua casa madre, la CK Hutchison Holding Ltd, è così ricca che quello stesso anno ha distribuito 99 milioni de sterline di dividendi ai suoi azionisti. Credo quindi che sia in grado di dare ai lavoratori di Felixstowe un giusto incremento di salario”, ha aggiunto Graham.
Il principale gruppo marittimo Maersk ha avvertito come lo sciopero creerà gravi disagi, con alcune navi che subiranno notevoli ritardi.
Il dottor Kamran Mahroof, professore associato di analisi della catena di approvvigionamento presso l’Università di Bradford, ha dichiarato alla BBC: “Sebbene molte delle merci che passano attraverso questo particolare porto potrebbero essere i tuoi frigoriferi e laptop, ci saranno anche molti alimenti surgelati che potrebbero passare attraverso questo canale. Quindi ci saranno interruzioni, ma l’importanza è garantire che sia limitato solo per otto giorni. Prolungare questo periodo potrebbe significare il dover deviare le merci e le infrastrutture potrebbero non essere in grado di farcela”.
Con una inflazione superiore al 10% e i costi energetici totalmente fuori controllo, il Regno Unito è il primo paese a mostrare segnali di risveglio di quella lotta di classe che potrebbe presto interessare tanti altri paesi europei.
Anche se limitato ad i portuali, che hanno molte carte da giocare, aspetto di vedere quando gli italiani, si troveranno con il culo x terra, dopo che i politici in 40 anni hanno distrutto tutto, in quanto eterodiretti.