La Big del petrolio cinese raddoppia il proprio utile nel 2022, grazie ai prezzi energetici record
di SCENARIECONOMICI (Giuseppina Perlasca)
Qualcuno ad Oriente sta godendo dei fortissimi prezzi energetici attuali. La major petrolifera cinese CNOOC prevede di raddoppiare l’utile netto per i primi nove mesi dell’anno, ha riferito Energy Voice, citando informazioni provenienti da un documento di borsa. Il totale dei primi nove mesi del 2022 dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 miliardi di dollari, grazie a una produzione di petrolio e gas da record e all’aumento dei prezzi internazionali.
Il mese scorso la società ha registrato un aumento di oltre due volte degli utili del primo semestre, raggiungendo i 10,5 miliardi di dollari, sempre grazie all’aumento dei prezzi del petrolio e della produzione di petrolio e gas. L’importo è stato il più alto mai registrato. La produzione di petrolio nei giacimenti della società ha raggiunto i 304,8 milioni di barili equivalenti di petrolio nella prima metà dell’anno, con un incremento annuo del 9,6%, di cui il 71% proveniente dalla produzione in Cina.
La CNOOC è presente anche in alcuni progetti petroliferi internazionali, tra cui il blocco Stabroek della Guyana, dove è partner di Exxon e Hess, che hanno fatto una serie di importanti scoperte trasformando la nazione sudamericana nell’ultimo hot spot petrolifero. La Cina sta espandendo la produzione interna di petrolio e gas per migliorare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico per l’inverno, dato che il Paese rimane uno dei maggiori consumatori di idrocarburi al mondo e il più grande importatore di petrolio.
Sebbene la domanda di petrolio cinese continui a soffrire a causa della strategia “zero Covid” del Paese, negli ultimi mesi ha registrato una certa ripresa, in quanto le chiusure sono diventate meno frequenti e le raffinerie si preparano ad aumentare la produzione.
All’inizio del mese la Reuters ha riferito che le raffinerie cinesi si stanno preparando ad aumentare i tassi di raffinazione grazie alla maggiore domanda di prodotti raffinati. In effetti, quando Pechino ha emesso l’ultimo lotto di quote di esportazione di carburante per l’anno, è stato il più alto dell’anno, con 13,25 milioni di tonnellate di prodotti petroliferi raffinati. Questo è dovuto anche al progressivo bando nei paesi occidentali del petrolio russo, di cui perfino Pechino viene a godere.
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