La mia patria è multinazionale
Con un po’ di ritardo pubblichiamo questo interessante articolo dal blog di Giorgio Bianchi.
di GIORGIO BIANCHI PHOTOJOURNALIST (Giorgio Bianchi)
Qui di seguito troverete il discorso integrale (praticamente introvabile) tenuto da Eugenio Cefis all’Accademia Militare di Modena nel 1972.
https://www.dropbox.com/s/ti2idg4keifuy1t/Cefis%201972_Patria%20multinazionale.pdf?dl=0
Se avrete la pazienza di arrivare fino in fondo e di leggere anche le interessantissime note a margine capirete per quale motivo Pier Paolo Pasolini rimase profondamente turbato da questo testo. Fu sconvolto al punto da sentire l’esigenza di costruirci attorno un romanzo, quel Petrolio che non riuscì mai ad ultimare.
Grazie al discorso di Cefis, Pasolini si trovò come d’incanto di fronte alla fotografia più nitida del mutamento degli assetti di potere nel mondo di allora, scattata nel momento stesso in cui la trasformazione si stava compiendo. Cefis in pratica gli aveva fornito il tassello mancante per comprendere fino in fondo le origini della mutazione politico-antropologica dell’Italia del dopoguerra che ossessionava il poeta da anni.
“Il consumismo può creare dei ‘rapporti sociali’ immodificabili, sia creando, nel caso peggiore, al posto del vecchio clerico-fascismo un nuovo tecno-fascismo (che potrebbe comunque realizzarsi solo a patto di chiamarsi anti-fascismo), sia, com’è ormai più probabile, creando come contesto alla propria ideologia edonistica un contesto di falsa tolleranza e di falso laicismo: di falsa realizzazione, cioè, dei diritti civili.
In ambedue i casi lo spazio per una reale alterità rivoluzionaria verrebbe ristretto all’utopia o al ricordo: riducendo quindi la funzione dei partiti marxisti ad una funzione socialdemocratica, sia pure, dal punto di vista storico, completamente nuova.
[…] Ora, la massa degli intellettuali che ha mutuato da voi, attraverso una marxizzazione pragmatica di estremisti, la lotta per i diritti civili rendendola così nel proprio codice progressista, o conformismo di sinistra, altro non fa che il gioco del potere: tanto più un intellettuale progressista è fanaticamente convinto delle bontà del proprio contributo alla realizzazione dei diritti civili, tanto più, in sostanza, egli accetta la funzione socialdemocratica che il potere gli impone abrogando, attraverso la realizzazione falsificata e totalizzante dei diritti civili, ogni reale alterità. Dunque tale potere si accinge di fatto ad assumere gli intellettuali progressisti come propri chierici. Ed essi hanno già dato a tale invisibile potere una invisibile adesione intascando una invisibile tessera. ”
scriveva Pasolini nel discorso che avrebbe dovuto tenere al congresso dei radicali del novembre 1975 e che purtroppo poté essere soltanto letto, davanti ad una platea sconvolta e muta, perché due giorni prima Pasolini moriva ucciso.
https://www.maurizioturco.it/bddb/1975-11-intervento-al-congr.html
Pasolini aveva capito fino in fondo il progetto politico che Cefis stava prefigurando agli allievi dell’Accademia di Modena.
– [Il militare] deve essere cittadino del mondo, perché ha un compito di dimensione mondiale per la difesa della pace; dall’altro deve comprendere sempre meglio i meccanismi politici e soprattutto economici che più della potenza militare influenzano il nostro futuro. Gli stessi elementi che indicano la forza di un Paese sono cambiati: non contano più tanto e solo le disponibilità di risorse e di materie prime, quanto le capacità organizzative e la velocità di aggiornamento al processo tecnologico.
Dire che i militari sono cittadini del mondo significa già dire qualcosa di più: significa che devono organizzare il loro potere su scala internazionale più di quanto non abbiano fatto finora.
– Ecco quindi perché ci tengo a parlarVi delle imprese multinazionali; queste imprese sono uno dei maggiori protagonisti della storia recente del mondo occidentale e possiamo prevedere che, nel bene e nel male, il nostro futuro sarà in larga misura determinato dalle iniziative di questi grandi organismi economici. Per questo Voi dovete conoscerle.
– La tendenza delle imprese a guardare al di là dei confini nazionali è assai remota e può essere fatta
risalire alle compagnie commerciali del Seicento, come la famosa compagnia delle Indie, che pur
facendo capo a un Paese europeo possedevano e sfruttavano concessioni negli altri continenti con
bandiera propria ed anche con facoltà di disporre di proprie forze armate.
Per Cefis la Patria è un ferrovecchio, pertanto i militari devono stare attenti perché fra qualche anno dovranno misurarsi con qualcos’altro. Per questo motivo devono aggiornarsi per non essere tagliati fuori. Ricordarsi, è importante, che poche righe prima Cefis ha spiegato che le risorse finanziarie e tecniche per una buona guerra multinazionale possono venire soltanto, appunto, dalle multinazionali. E che gli stati, come ribadirà poco dopo, sono robe d’altri tempi. Insomma: prima gli ha indicato quale tipo di lavoro militare sarà richiesto nei prossimi anni, poi gli sta spiegando chi saranno gli eventuali datori di lavoro: le multinazionali.
A comandare saranno pertanto, in prima persona, le grandi società multinazionali. Agli stati nazionali saranno riservati semplici compiti di mediazione. 0 meglio, gli stati saranno ridotti a delle specie di salotti dove i protagonisti veri del pianeta si recheranno a discutere le loro controversie. Probabilmente con i militari, e del tipo allucinante descritto più sotto, che sorvegliano gli ingressi e che magari passano l’aria condizionata.
– Gli eserciti nazionali basati sulla coscrizione obbligatoria potrebbero essere destinati a cedere nuovamente il passo ad apparati militari professionali analogamente a quanto avveniva alcuni secoli fa; apparati militari non dissimili nella loro carica di tecnicità da una moderna organizzazione produttiva.
E chiaro però che questo tipo di professionalizzazione delle forze militari porterebbe con se l’enorme problema del controllo politico su un esercito fatto esclusivamente di tecnici; così come del resto già oggi si pone il problema del controllo politico su una classe manageriale il cui potere è in costante crescita.
Insomma: l’immagine dei futuri militari comincia poco a poco a prendere corpo: devono essere integrati su scala multinazionale, soldi e mezzi tecnici vengono dalle multinazionali, saranno inevitabilmente dei professionisti a tempo pieno ( nemmeno più legati alla patria, che nel frattempo sarà sparita). In breve: dei centurioni che viaggiano in jet, comunicano fra di loro con reti radar di cui nessun altro può avere il controllo e che dispongono di armi micidiali. Certo allora che il problema del « controllo politico» su gente del genere si pone. Ma chi può esercitarlo, se Cefis vede giusto? Il padreterno, oppure Ford, o la Esso, o Cefis stesso?
Cosa possono fare gli stati nazionali per difendersi da tutte queste multinazionali che avanzano? Risposta: « favorire forme di integrazione politica su scala continentale ».
Bene, giusto, così gli Stati saranno più forti e potranno difendersi meglio.
Purtroppo però Cefis spiegherà che l’integrazione politica europea è qualcosa che si colloca lontano nel futuro, quella economica invece è invece più a portata di mano.
Quindi qual è la ricetta di Cefis per “difendersi” dalle multinazionali? Preparare loro un bel mercato, grande come l’Europa, dove potranno crescere e svilupparsi come funghi.
Gli stati nazionali, volendo, possono anche mettersi in testa di fare la guerra alle multinazionali. Ma sarebbero comunque perdenti. E allora « se gli stati vogliono pater godere de! massimo dei benefici che le imprese possono fornire, e ridurre al minimo i costi, devono promuovere intese che permettano di lavorare assieme ».
Insomma, via ogni progetto di guerra, si facciano i grandi mercati (quello europeo prima di tutti), si facciano delle buone leggi multinazionali, così tutto sarà più chiaro, e si discuta fra stati e multinazionali: chi si sarà comportato bene sarà trattato bene, insomma. Va da se che però dovremo mandare i militari professionisti, che dovremo preoccuparci in qualche modo degli stati che stanno morendo. Va da sé, cioè, che dovremo preoccuparci di comandare. Questo, in sintesi, l’universo cefisiano delle multinazionali.
Pertanto cari militari, occupatevi di politica, di politica, e ancora di politica. Studiate i fenomeni sociali. La vostra futura guerra, permanente, non sarà infatti contro un altro esercito, ma tutta dentro la società. Preparatevi.
Ecco perché Pasolini va riletto.
Ecco a cosa ci hanno “addestrato” in questi ultimi anni.
Ecco perché tra poco arriveranno i militari.
Appendice.
Petrolio di Pasolini nella rilettura del magistrato Vincenzo Calia.
https://www.bibliomanie.it/?p=1012&pdf=1012
Ringrazio il prof. Sergio Porta per gli innumerevoli spunti di riflessione e per l’ingente mole di materiale fornita.
FONTE: https://www.giorgiobianchiphotojournalist.com/blog/la-mia-patria-e-multinazionale/
Lo si era ben capito dalle bordure dorate, che fanno ben sfoggio sulle bandiere nazionali e non.
In ambito militare vuol dire che questi sono in guerra, contro i popoli.