Il mondo sul baratro della catastrofe nucleare, chi vuole la guerra?
di MARX 21 (Marco Pondrelli)
Martedì il mondo è stato sull’orlo della guerra nucleare. Un conflitto di questa portata per quanto oggi non sia probabile rimane possibile. All’inizio degli anni ’50 poco prima dello scoppio della guerra nella penisola coreana il senatore texano Connally, Presidente del comitato senatoriale per gli affari esteri, rispondendo al giornalista dell’U.S News and World Report che gli chiedeva se un incidente non avesse rischiato di scatenare un conflitto con l’Unione Sovietica, rispose che in realtà c’era gente interessata a creare l’incidente. Il mondo è cambiato ma oggi queste affermazioni sono tornate drammaticamente reali, è chiaro che ci siano parti della Nato che vorrebbero una escalation. La stessa amministrazione Biden è profondamente divisa, a fronte dei falchi che continuano ad armare Kiev pensando alla liberazione totale del Paese (Crimea compresa), c’è chi, come il capo di Stato Maggiore Mark Miller, ha affermato che l’Ucraina non può riconquistare tutto il territorio perso e che ora è il momento di trattare. I rapporti fra militari russi e statunitensi non sono mai venuti meno anche dopo il 24 febbario, il filo del dialogo sotto traccia è stato sempre tenuto aperto e, come in molti pensano, l’inverno con il ‘congelamento’ del fronte potrebbe essere un momento opportuno per l’apertura di una trattativa diplomatica.
Le divisioni non sono solo interne agli Stati Uniti, ma riguardano anche i rapporti con l’Ucraina. È oramai appurato che Zelensky abbia mentito sostenendo che il missile che ha colpito la Polonia, uccidendo due uomini, fosse russo. Il Presidente ucraino ha volutamente accusato la Russia per portare ad uno scontro di ampia portata, questo porta a due considerazioni.
La prima è che la figura di Zelensky sta diventando sempre più problematica anche per chi in passato lo aveva idolatrato, l’avere dato ampia agibilità politica alle formazioni neo-naziste limita lo spazio di manovra di qualsiasi Presidente ucraino. Un accordo di pace che non prevedesse la liberazione totale del territorio ucraino (eventualità altamente improbabile) aprirebbe uno scontro interno a Kiev. Chi in passato criticò i 300 parlamentari italiani che non parteciparono alla seduta con il Presidente ucraino oggi dovrebbe capire chi stava sostenendo. En passant ci domandiamo se altre menzogne di Zelensky sono state accettate come buone…
Il secondo elemento che emerge dalle fake news prodotte da Kiev e quindi dal tentativo di provocare uno scontro diretto fra Nato e Russia, è che evidentemente la controffensiva ucraina non è destinata ad una marcia trionfale, la liberazione totale del territorio ucraino non è una prospettiva probabile, da qui la volontà di allargare il conflitto.
A fronte di queste considerazioni l’autoproclamatasi ‘comunità internazionale’ dovrebbe spiegare a Kiev che l’unica via percorribile è quella diplomatica e che il tempo del sostegno militare è finito. Purtroppo questo al momento rimane solo un desiderio, soprattutto se si guarda al dibattito italiano. La (o il) Presidente del Consiglio è riuscita ad affermare che in ogni caso anche se il missile era ucraino la responsabilità è russa, ci domandiamo se anche otto anni di guerra fossero responsabilità delle popolazioni locali che avevano la colpa di essere russe. Peggio ancora sono riusciti a fare Letta e Calenda che hanno corso una gara per arrivare primi al traguardo del servilismo verso gli Stati Uniti. Un giornale di destra, ‘la verità’, ha titolato giovedì ‘guerra mondiale rinviata, sinistra delusa’, pur dissentendo sulla connotazione dei due succitati dirigenti politici come espressione della sinistra, il titolo è drammaticamente azzeccato, non da oggi le posizioni peggiori sono appannaggio di questa sedicente sinistra. Le dichiarazioni di Letta e Calenda, poi smentiti dallo stesso Biden, sono sconcertanti. Ci chiediamo se certi politici capiscono quello che dicono e scrivono, hanno chiare le implicazioni che avrebbero le loro dichiarazioni se avessero un seguito? Capiscono che un intervento della Nato a difesa della Polonia avrebbe come conseguenza una guerra nucleare che non vedrebbe vincitori ma solo sconfitti? Anche se quel missile fosse stato russo prima di schierarsi per la guerra mondiale sarebbe stato meglio capire se si fosse trattato di un bombardamento intenzionale oppure no.
Se non fossimo di fronte ad un dramma umano di dimensioni incalcolabili verrebbe da ricordarsi di un film che uscì negli Stati Uniti alla fine degli anni ’90 ‘la seconda guerra civile americana’, nel quale il governatore dell’Idaho e il Presidente degli Stati Uniti distratti dai loro problemi personali scatenano una guerra senza un reale motivo. Purtroppo non siamo in un film, questa è la realtà ma la nostra classe politica è riuscita a superare per surrealismo questi personaggi di fantasia.
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