Perché l’attentato di Istanbul rafforza Erdogan
di INSIDEOVER (Alessandro Scipione)
L’attentato avvenuto il 13 novembre nel centralissimo viale Istiklal, a due passi dalla celebre piazza Taksim a Istanbul, rafforza il presidente-sultano Recep Tayyip Erdogan in vista delle elezioni presidenziali di giugno. Per due motivi. Il primo è che accusando i curdi, il leader del Partito Giustizia e Sviluppo (Akp) mette un cuneo tra il Partito democratico dei popoli (Hdp, principale partito curdo in Turchia) e le formazioni politiche di opposizione riunite nell’Alleanza nazionale. Il secondo è che le Forze armate di Ankara hanno ora un pretesto per compiere operazioni militari contro i gruppi curdi in Siria e in Iraq, distogliendo l’attenzione dell’opinione pubblica dal tasso di inflazione record dell’85 per cento, il più alto da 25 anni.
Il fronte esterno: fari su Siria e Iraq
Sul fronte esterno, nonostante le indagini siano ancora allo stato embrionale, le autorità turche puntano subito il dito contro i gruppi curdi oltreconfine e in particolare contro il solito Partito dei lavoratori del Kurdistan iracheno (Pkk), che però smentisce e prende le distanze. Pochi giorni dopo l’attacco, secondo quanto riferisce l’Agenzia Nova, gli F-16 dell’aeronautica militare turca bombardano le postazioni curde nel Rojava siriano ma anche in Iraq, forse il preludio a una nuova operazione militare terrestre contro le Forze democratiche siriane (Sdf), coalizione militare curdo-araba sostenuta dagli Usa.
Non è un caso che il ministro dell’Interno turco, Suleyman Soylu, abbia respinto a caldo le condoglianze degli Stati Uniti, paragonando Washington a un “assassino che si presenta per primo sulla scena del crimine”. La donna che avrebbe collocato l’ordigno, un’araba siriana di nome Ahlam al Bashir, è apparsa in una fotografia pubblicata dalle autorità turche con indosso una maglietta della Maratona di New York, quasi a voler indicare un presunto legame tra la presunta attentatrice e gli Usa.
Non solo. Secondo Soylu, la donna e i suoi complici “sarebbero fuggiti in Grecia se non li avessimo arrestati”. Un’accusa indiretta quindi anche alle autorità elleniche, con cui i rapporti sono ormai ai minimi termini da mesi. Inoltre, l’attentato di Istanbul potrebbe aumentare la pressione sui Paesi scandinavi, in particolare Svezia e Finlandia, per consegnare gli esponenti del Pkk in cambio del via libera di Ankara all’adesione alla Nato.
Il fronte interno: la battaglia per il voto
Sul fronte interno, il governo di Ankara cerca mettere in difficoltà il partito curdo Hdp, che pure godrebbe di non pochi consessi, circa l’11,5% secondo gli ultimi sondaggi disponibili. Come riferisce Lorenzo Fruganti dell’Istituto per gli studi di politica internazionale (Ispi), l’indice di gradimento di Erdogan “è in leggera risalita rispetto agli scorsi mesi (46,6 per cento a inizio novembre contro 41,5 per cento di luglio)”, ma “il complicato andamento dell’economia, caratterizzato da un’inflazione galoppante e da un significativo deprezzamento della lira (che ha raggiunto i minimi storici), continua a gravare sulla popolarità del capo dello Stato”. Non è tutto. “L’attentato di Istanbul potrebbe indebolire il settore del turismo, che rappresenta una voce importante del Pil turco e ha trainato la crescita economica dei mesi estivi”, aggiunge Fruganti.
Oggi come oggi, quindi, la leadership dell’Akp di Erdogan non è più così scontata. Il partito del presidente è si in testa alle intenzioni di voto con il 28,7%, ma è in netto calo rispetto alle elezioni del 2018. Seguono il Partito repubblicano del popolo (Chp) del sindaco di Ekrem Imamoglu con il 20 per cento, il Partito buono (Ip, di orientamento kemalista e alleato del Chp) con l’11,9 per cento e il partito curdo con l’11,5 per cento. In vista delle elezioni presidenziali di giugno, dunque, Erdogan potrebbe non riuscire a passare al primo turno, incappando in un pericoloso ballottaggio. A meno che nei prossimi non vi siano significativi avvenimenti che facciano alzare l’asticella del suo gradimento, come – appunto – un’operazione militare o anti-terroristica di successo.
FONTE:https://insideover.ilgiornale.it/politica/perche-lattentato-di-istanbul-rafforza-erdogan.html
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