Messina Denaro. Come i CC hanno sparigliato alcuni giochi
di STILUM CURIAE, BLOG PAPI E DINTORNI (Piero Laporta)
Cari amici e nemici di Stilum curiae, il generale Piero Laporta offre alla vostra attenzione queste riflessioni sulla cattura di Messina Denaro, e alcune considerazioni nate dai suoi studi sul caso Moro. Buona lettura e condivisione. Marco Tosatti
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Partono da lontano tanti fatti a concomitare sul proscenio massmediatico, promuovendo quali attori di scena delle comparse da due soldi, al fine di far dimenticare come al solito i protagonisti di questa insanguinata Repubblica italiana: le vittime del terrorismo.
Sotto gli occhi degli italiani è andata in onda una battaglia per non annacquare l’ergastolo dei terroristi, soprattutto di Moretti Mario, uno che la sa lunghissima. La battaglia per ora è stata vinta dai Carabinieri. Ora nessuno da sinistra può invocare “l’ergastolo annacquato” senza apparire un soccorritore di Matteo Messina Denaro, trent’anni di latitanza.
La tecnica per scrollare dall’ergastolo i terroristi BR è togliattismo sofisticato come quello che uccise Aldo Moro: la mano fu sovietica, coi BR a fare da burattini, poi scaricarono la responsabilità sugli Stati Uniti.
Aldo Moro fu torturato e i referti autoptici, incompleti e reticenti, non furono mostrati ad alcuna commissione parlamentare di inchiesta. Questa complicità sotterranea fra togliattisti e democristiani s’è risvegliata per annullare l’ergastolo.
Circolo Arci San Lazzaro di Savena, metà gennaio 2023, congresso della Cgil, quella un tempo diretta da Giuseppe Di Vittorio, leale nemico politico di Aldo Moro; ambedue ebbero sul fronte opposto Giorgio Napolitano. Oggi la Cgil è finita nelle mani di Maurizio Landini. Dopo l’elezione del segretario bolognese, Michele Bulgarelli, risuona in sala l’inno sovietico. Applausi e pugni chiusi, col Landini in prima fila. Significa: siamo tornati, state ai nostri ordini. Di chi, gli ordini? Non ha importanza, per ora che restino sull’attenti e col pugno stretto, bene in vista.
Alcune settimane fa anche il pugno del compagno Bellocchio Marco s’è levato, presentando la serie TV su Aldo Moro, il politico pugliese, stimato da Giuseppe Di Vittorio, detestato da Giorgio Napolitano, da Gianni Agnelli, dai vertici della DC tosco-emiliana, sarda, partenopea e buona parte di quella siciliana. Poi si chiedono perché morì. Che cosa dice di interessante la serie del Bellocchio? È più interessante quello che non dice. Aldo Moro fu torturato, a lungo e crudelmente, durante la prigionia. Il referto autoptico che certifica quattro costole rotte in tempi differenti e un vasto edema celebrale, come s’è detto, è stato nascosto a tutte le commissioni di inchiesta e a tutti i giudici. Chi era presente all’autopsia di Aldo Moro? L’avvocato di famiglia, Giuliano Vassalli, socialista.
Quando si dice la coincidenza, è iniziata da poco la serie “Il Nostro Generale”. Parte con due disinformazioni altrettanto pesanti come quelle del compagno Bellocchio. Il rapimento del giudice Mario Sossi impegnò 18 BR e non tre o quattro come gabella “Il Nostro Generale”. Figurarsi quante decide e decine furono necessarie in via Mario Fani. Secondo. Non ci fu nessun tamponamento della Fiat 130 sulla Fiat 128 dei sicari in via Mario Fani. La Fiat 130 seguì la Fiat 128 per un lungo tratto perché così fu ordinato a Oreste Leonardi da un’autorità dello Stato. Tanto il tamponamento nella serie del Bellocchio quanto quello nella serie di Dalla Chiesa, sono farlocchi e utili al depistaggio, tenendo i riflettori lontano dai mandanti. Il tamponamento fu impossibile. Non si è d’accordo? Si ricostruisca la scena in poligono, dall’arrivo della Fiat 130 alla partenza della Fiat 132, con Aldo Moro a bordo, secondo gli inquirenti del tempo ma senza le sue impronte papillari.
Domenico Ricci, arrestandosi dietro l’auto dei sicari, si trovò accanto all’Austin Clubman che aveva a bordo un altro sicario, quello che fulminò Oreste Leonardi da destra. Quando si dice la coincidenza il Bellocchio ha dimenticato di porre sulla scena questa Austin Clubman.
Ed ecco la cattura di Matteo Messina Denaro, dopo trent’anni di latitanza. Se si fosse consegnato dopo la legge che annacqua l’ergastolo sarebbe stato un gioco da ragazzi concentrare l’attenzione delle telecamere su di lui. Qualche rivelazione pour parler e sarebbe passato come pentito di mafia a carico del governo di destra che lo favoreggia. Si sa, i criminali sono solo a destra. I protettori del Moretti Mario avrebbero avuto buon gioco a tirarlo del tutto fuori dalla sua galera a cinque stelle. Che diamine lo vuole la Corte Costituzionale, si può dire di no? Ma sì, assicuriamo al compagno Moretti Mario una serena vecchiaia e una bella pensione.
Un mese fa uno che conosce bene la Sicilia, profetizzò che Messina Denaro si sarebbe consegnato. Messina Denaro nel frattempo “l’hanno preso e non si è consegnato com’era sua intenzione”. Lo hanno preso i Carabinieri sparigliando le carte di chi avrebbe gradito si consegnasse. Adesso far passare la legge che annacqua l’ergastolo non è più possibile, a meno di non voler apparire complici del boss.
Così rimangono nei guai i bravi ragazzi che sbagliano a fare i BR, immortalati nelle serie servili e omertose.
Rimane pure Aldo Moro di fronte a noi, tradito dagli amici e da tutti i partiti, ucciso per liberare la scena politica e consegnare ad altri il Quirinale. Un capolavoro di togliattismo, evidentemente ancora in vita e pericoloso, non solo a San Lazzaro di Savena.
Giorgia Meloni è avvertita, questi sono i trappoloni che deve attendersi per cadervi con tutti gli altri fascisti.
Aldo Moro ha svelato da tempo il suo mistero; coi suoi anagrammi ci ha detto come sono andate le cose. Li abbiamo pubblicati e fanno finta di non vedere nelle procure e nel Quirinale.
Intanto che si individui chi fu la spia dell’Arma che dal covo toscano radiotelegrafava ai dirigenti (in grassetto nella tabella). Suvvia non dovrebbe essere difficile individuare un ufficiale punito dall’Arma in quel periodo e organico al SISMI, magari diventato generale nel frattempo. Ci sono ancora troppi aspetti da chiarire su Aldo Moro e i suoi assassini, prima di cancellare l’ergastolo sul capo di assassini, complici servi e mandanti.
Cristo Vince, sempre e anche contro la criminalità organizzata e contro i togliattisti che hanno insanguinato l’Italia.
www.pierolaporta.it
MAh…. penso che gli interessi erano tutti dalla parte degli USA.
Se nn ricordo male, Kissinger, minacciò Moro ….
Togliatti e la sinistra non centrano un fico secco.