Il Giappone inaugura la svolta militarista
di AVANTI! (Raffaele Schiavone)
La crescente militarizzazione del Giappone suscita delle spaccature all’interno dell’opinione pubblica.
Secondo il primo ministro Fumio Kishida le questioni geopolitiche degli ultimi dodici mesi hanno influito sulla svolta epocale del Sol Levante, la Cina è divenuta a tutti gli effetti un concorrente strategico mentre la Russia e la Corea del Nord sono gli avversarsi da tenere d’occhio; proprio per questi cambiamenti il governo giapponese ha recentemente annunciato il raddoppio delle spese militari (315 miliardi di dollari per il prossimo quinquennio) nel nome della “strategia di sicurezza nazionale”; il Giappone disporrà così del terzo budget militare al mondo dopo USA e Cina.
Non mancano i pareri interni discordanti per la nuova strategia bellicista che di fatto archivia una volta per tutte la pagina del pacifismo che da sempre ha caratterizzato il Giappone post seconda guerra mondiale, gli oppositori sottolineano la violazione dell’articolo 9 della Costituzione (imposta da Washington dopo la resa del 1945) che recita: “Il popolo giapponese rinuncia per sempre alla guerra come diritto sovrano della nazione, così come alla minaccia o all’uso della forza come mezzo per risolvere le controversie internazionali. Per raggiungere questo obbiettivo non dovranno mai essere mantenute forze terresti, navali o aree o altro potenziale di guerra”.
I militanti del Partito Comunista Giapponese (7,6 % alle ultime elezioni per la Camera dei rappresentanti del 2021) sono tra i più ardenti sostenitori del pacifismo costituzionale nonché i principali contestatori dell’ombrello nucleare degli USA, coloro che invece accettano in maniera positiva la nuova svolta e che sono grati all’ombrello nucleare USA partono dal presupposto che il Giappone non verrà mai attaccato proprio per il semplice fatto che l’intera nazione è partner privilegiato degli statunitensi dal punto di vista economico e militare.
Per la stampa cinese questa militarizzazione improvvisa del Giappone è percepita come una minaccia e paradossalmente anche la Corea del Sud (da sempre in ottimi rapporti commerciali con Tokyo) è preoccupata perché ora il Giappone può usare le proprie forze militari per attaccare le basi nemiche della Corea del Nord ed in questo caso la Corea del Sud ne sarebbe direttamente minacciata per la sua collocazione tra i due fuochi. Non a caso il presidente della Corea del Nord, Kim Jong-un, è solito ordinare con regolarità lanci di prova di missili balistici intercontinentali che spesso finiscono nelle acque territoriali del Giappone a mille chilometri dalla rampa di lancio.
In campo economico la svolta militarista giapponese non avrà ripercussioni, da quando Hong Kong e i suoi fondi speculativi hanno perso lustro agli occhi degli investitori stranieri tra cui i cinesi agiati, Tokyo ha cercato in tutti i modi di diventare un centro finanziario appetibile mediante incentivi fiscali e i numeri sono dalla sua parte, anche per il semplice fatto che il Giappone è comunque il vero barometro di ciò che la classe medio-alta cinese deve consumare.
Fonte: https://www.avantionline.it/il-giappone-inaugura-la-svolta-militarista/
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