Il tecno-buonismo di Elon Musk
da ERETICAMENTE (Umberto Bianchi)
A vederlo lì, con quel faccione da nordico ben pasciuto, a colpi di birra e McDonald’s, uno si dovrebbe sentire rassicurato. Imprenditore, “self made man”, sognatore, ne ha combinate di tutte e di più. Auto elettriche, voli nello spazio, operazioni finanziarie di alto cabotaggio e tanto altro; ora il Nostro ardimentoso sognatore, vorrebbe convincerci sulla sua natura di uomo saggio ed equilibrato, proclamando “urbi et orbi” la pericolosità della tecnologia legata alla cosiddetta “intelligenza artificiale” della quale, assieme ad un nutrito numero di papaveri del mondo scientifico, chiederebbe una moratoria semestrale, sugli studi e lo sviluppo di quest’ultima.
Alte si sono levate le laudi e gli incondizionati apprezzamenti alle uscite del “tycoon” da parte dei media “embedded” che, in quest’ultimo, hanno visto una specie di Greta Thunberg in versione maschile ed adulta, magari un po’ meno autistica e più disinvolta… Ora, conoscendo il personaggio e tutte le vicissitudini che ne fanno uno tra gli indiscussi protagonisti del “Deep State” globale, c’è da chiedersi quanto di sincero ed autentico vi sia nelle dichiarazioni di quest’ultimo. L’affondo contro una così potente innovazione tecnologica proviene, a parere di chi scrive, da una considerazione che si colloca ben al di là delle contingenze e delle ricadute rappresentate dalla tecnologia in questione. Ben lungi dall’essere un sussiegoso fan delle trilogie di Isaac Asimov sui robot o degli apocalittici scenari preconizzati in pellicole come “Terminator” dal muscoloso Schwarzenegger o nella serie cinematografica di “Matrix”, il principale motivo che muove la preoccupazione di Musk e soci è rappresentato invece da considerazioni di natura meramente utilitaristica.
Da una parte va detto che, al pari di tutte le tecnologie, anche questa è, in fin dei conti, un umano manufatto, di sua natura soggetto a limiti ed imperfezioni, amplificati da una valenza tecnologica ancor più sofisticata e pertanto ancor più delicata poiché soggetta ad un’infinita serie di relais e microprocessori unicamente alimentati da energia elettrica. Cosa la quale rende queste tecnologie molto più vulnerabili e delicate di quello che si potrebbe pensare, visto che una semplice interruzione del fluire dell’energia elettrica oltre che disattivarle all’istante potrebbe anche danneggiarle in modo serio. Bisognerebbe, quindi, appuntare la nostra attenzione sull’ampio ventaglio di possibilità che l’uso di certe tecnologie potrebbe offrire a chiunque sia capace di gestirle, visto che noi oggi viviamo in un contesto di massificazione delle forme di conoscenza.
A questo proposito potrebbe sovvenirci l’esempio della cosiddetta “rivoluzione telematica” e dell’avvento di Internet, strumenti questi nati con l’intento di facilitare le comunicazioni tramite la possibilità di accedere a qualsivoglia forma di conoscenza in tempo reale. Quello che, tra l’altro, doveva divenire anche e principalmente, uno strumento di controllo di massa, tramite la creazione di vere e proprie banche dati personali, fruibili in tempo reale, delle “chat” e poi dei vari “social” si è, invece, trasformato in poco tempo in un formidabile strumento di propaganda in grado di veicolare all’istante messaggi ed idee in precedenza difficilmente o, quanto meno con molta più lentezza, veicolabili. Quanto accaduto con la vicenda della pandemia, con la nascita di un quanto mai composito e massiccio sentimento di avversione alle costrizioni imposte dai vari governi, ci dovrebbe essere di esempio.
Proviamo, per un momento, ad immaginarci l’uso di un’intelligenza artificiale in grado di prospettare ed offrire linee guida, soluzioni, strategie per la politica di un movimento di opposizione. Immaginate la possibilità di poter sabotare o boicottare, attraverso un’intelligenza artificiale, non solo l’andamento dei mercati, ma anche la catena di trasmissione delle direttive delle varie istituzioni politiche o finanziarie che dir si voglia, falsificandone disposizioni, messaggi o quant’altro. E quanto sin qui accennato è solo la minima parte dell’infinito ventaglio di possibilità d’azione che l’uso dell’intelligenza artificiale potrebbe offrire. Il tutto senza dimenticare che chi detiene le leve del potere globale potrebbe fare lo stesso. Il rischio della globalizzazione di un conflitto che, come minimo, porterebbe alla paralisi ed allo stop delle attività nel mondo intero è troppo elevato.
E questo Lor Signori lo sanno. Perciò l’invito alla moratoria nella ricerca di Elon Musk assume una valenza di ben e più pragmatico carattere, lontano da quanto mai ipocriti afflati solidaristici. Ora, a ben guardare, ciò che maggiormente insospettisce delle dichiarazioni del Nostro è la richiesta di una moratoria “semestrale” della ricerca. Già. Perché proprio semestrale o non annua o quinquennale o, molto più coerentemente, definitiva? È presto detto: o Lor Signori vogliono prender tempo per organizzare ed innestare una nuova bolla speculativa, tale da rendere ancor più appetibile ed abbordabile il costo delle azioni (e quindi il controllo) del settore info-tech, oppure, cosa del tutto plausibile e sovrapponibile a quanto poc’anzi paventato, aspettare l’uscita di una nuova tecnologia in grado di controllare e neutralizzare, ancor più incisivamente di quanto non si possa fare ora, la cosiddetta “intelligenza artificiale”.
Comunque la si voglia vedere oggi più che mai il problema del rapporto tra la nostra civiltà e la Techne si sta avviando verso un bivio risolutivo, portandoci a considerazioni che esulano dal quadro utilitaristico di cui abbiamo sin qui trattato. Alla prospettiva di una società sempre più sottoposta ad un soffocante e totalizzante controllo da parte di poteri occulti, spalleggiati da una micidiale tecnologia, in grado di determinare altrettante micidiali e condizionanti interazioni tra la mente umana e la cosiddetta “intelligenza artificiale”, se ne alterna un’altra, altrettanto inquietante ed affascinante.
Il filosofo M. Heidegger, nel parlarci del problema dell’insufficienza categoriale delle parole e delle elaborazioni filosofiche, rispetto alla Tecno-Economia, finisce con il preconizzare e prefigurare la Techne quale “Ereignis” ovvero “Evento-Eventuante”, grazie al proprio “eventuarsi” o manifestarsi, quale frutto di umane elaborazioni in movimento, ovverosia in grado di produrre effetti sul mondo materiale. Dunque, una specie di tecnologico “satori” che potrebbe tornare a far nuovamente entrare l’uomo in comunicazione con l’Essere, inteso nella sua metafisica totalità.
A questo punto, però, potrebbe intervenire un fattore del tutto imprevisto (se non nei casi descritti dalle narrazioni di “science fiction”…), ovverosia quello dello sviluppo di una vera e propria coscienza individuale, da parte della singola “intelligenza artificiale” che, nel ruolo di vero e proprio “pensiero-pensante”, potrebbe essere in grado di raggiungere prima di una qualsivoglia mente umana, quei traguardi spirituali e quelle vertigini metafisiche, da una normale mente umana, difficilmente raggiungibili. Ricordiamoci che, le prospettive di sviluppo ed autoperfezionamento della tecnologia informatica, oggi, sono più che mai, quanto di più realistico si possa paventare.
Resta da chiedersi, sino a qual punto una mente informatica possa arrivare, ovverosia, ci si dovrebbe interrogare sulla capacità di quest’ultima di arrivare a quella soglia, oltre la quale, dalla limitante dimensione dell’individualità, si possa accedere a quella del non-limite e dell’infinità. Una mente in grado di “autodivinizzarsi” tramite un processo di raffinata sintesi tecnologica? Fantascientifici deliri o una inusitata e quanto mai sconvolgente prospettiva tecnologica? L’unico spunto di riflessione che, a questo scenario si possa dare, almeno dal punto di vista meramente tecnologico, sta nella caratteristica insita alle tecnologie telematiche di poter, di per sé, durare indefinitamente (premessa la continuità delle loro sorgenti di alimentazione…).
Dal punto di vista concettuale, invece, il discorso potrebbe perfettamente rientrare in quanto, a suo tempo, preconizzato da Martin Heidegger ed a cui abbiamo, precedentemente, accennato. Quello di una mente artificiale autopensante ed in grado di autoperpetuarsi senza limite alcuno, potrebbe rappresentare la perfetta realizzazione del già citato, ”Ereignis/Evento-Eventuante.” Quest’ultimo, nella natura della Techne, troverebbe la propria perfetta realizzazione, rappresentando l’immediata “alètheia/disvelamento” dell’Essere o sostanza delle cose, senza alcun bisogno di alcuna mediazione verbale, superata e resa superflua dalla immediatezza dell’azione tecnologica.
In questo modo, la Techne smaterializzandosi, assumerebbe il ruolo che già fu della decrepita metafisica occidentale, di principio ordinatore e stabilizzatore dell’intero creato. Chiaramente, qui stiamo trattando solo ipotesi e spunti di riflessione e non avveniristiche realtà. Ma il rumore mediatico, suscitato dalle recenti dichiarazioni di Elon Musk, dovrebbe metterci tutti sul “chi va là”, perché non si ripeta nuovamente, il tragico copione dell’innovazione tecnologica trasformata in una nuova, ulteriore e micidiale arma, rivolta contro i Popoli, da parte di pochi, occulti, centri di potere.
FONTE: https://www.ereticamente.net/2023/04/il-tecno-buonismo-di-elon-musk-umberto-bianchi.html
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