Miracolo nei campi di Terra d’Otranto, gli ulivi “risorgono”
di AVANTI! (Francesco Greco)
“No, non è leggenda, è vero: dall’inverno scorso, gli ulivi di Terra d’Otranto danno segni di una ripresa vegetativa… Abbiamo affrontato la questione tempo fa in un convegno dal titolo: Xylella/Covid. Ieri sera ne parlavamo con la giornalista e scrittrice tedesca Petra Reski, che è venuta a salutarmi e con cui giovedi 22 faremo un giro per tutta la Provincia…”, dice Ivano Gioffreda.
Impotente e negligente l’uomo, perduto fra tavoli tecnici, vertici, burocrazia di parassiti e cialtroni senza arte né parte, con ristori e incentivi dati a chi ha migliaia di piante, non a chi ne ereditate dieci dagli avi. E mentre loro aprivano e chiudevano tavoli, e speculavano sulla disgrazia epocale, 22 milioni di piante agonizzavano.
Toccava alla dea Natura ritrovare la sua potenza prometeica, la sua incontenibile energia. Sembrava impossibile, una speranza, un sogno, ma fra lo stupore di tanti sta accadendo davvero, almeno in Terra d’Otranto.
Non è una leggenda metropolitana: basta andare negli uliveti abbandonati del Leccese, dove le piante erano state capitozzate, magari in attesa di innesti, o talvolta addirittura bruciate. La Natura ha sempre in serbo sorprese insospettate, meraviglie per chi ha tempo e occhi per guardare. E rivedere gli ulivi “vestiti” di nuovo, è una grande emozione (nelle foto di Pierluigi Negro, quelli della ex Statale 173, delle Terme Salentine, Adriatico, Otranto-Leuca).
Ne parliamo con l’esperto olivicoltore Gioffreda (Spazi Popolari), da Sannicola (Lecce), a due passi da Gallipoli dove la tragedia epocale ebbe inizio una decina di anni fa. Ivano è un uomo appassionato, legato visceralmente alla terra generosa da generazioni.
Che cosa sta succedendo?
“Dopo quasi due anni di lockdown, abbiamo visto le paperelle e altri animali vagare per le strade: succede semplicemente che la natura si riprende quello che le era stato tolto e la ripresa si osserva in quasi tutta la Provincia”.
La reazione dei contadini, in questi lunghi anni, è stata irrazionale e talvolta disperata, ma paradossalmente favorevole al ripristino dei millenari equilibri…
“In questi dieci anni, da quando, cioè, almeno ufficialmente, è comparsa la xylella negli uliveti, abbiamo visto tanti abbandoni delle terre. Di riflesso, non si sono più venduti concimi, specie quelli azotati che veicolano maggiormente il flusso dei patogeni all’interno dei vasi xilematici della pianta. Sono scomparsi anche insetticidi, diserbanti e prodotti fitosanitari. Elementi che sono stati determinanti. Così la natura si è ripresa da sola”.
L’abbattimento della chimica ha riportato il verde sulle piante morte, ma solo quello?
“Non solo, abbiamo anche avuto due estati eccezionalmente torride: 2021 e 2022, in cui abbiamo pure avuto due annate di produzione vitivinicola eccezionale, perché le vigne non hanno avuto bisogno di molti trattamenti.
Negli uliveti il caldo secco ha rimesso in equilibrio i funghi patogeni che, come sostengo sin dal primo giorno, sono la vera causa del disseccamento delle piante, non la xylella, che pure c’è, inutile negarlo. E così tutto si è rimesso in equilibrio”.
Anche gli agrumeti appaiono riportati a nuova vita…
“La fumaggine degli agrumi, che stavamo combattendo da 15-20 anni, insieme agli insetti, è sparita d’incanto e anche gli agrumeti si sono ripuliti da soli”.
Ma torniamo alla nuova vita degli uliveti, dove torna finalmente il verde…
“Ripeto: la ripresa c’è tanto che già dall’inverno passato molto contadini sono tornati nei campi e hanno ripreso a potare le piante”.
Dov’è più localizzata?
“Nella zona di Sannicola, accanto a Gallipoli e Alezio, ci sono ulivi secolari che presentano una ripresa formidabile: sembrano rinati. Sulla Maglie-Otranto e sulla Maglie-Collepasso ci sono uliveti i cui alberi avevano tagliato, era rimasto solo un tronco di un metro e dovevano sradicarli. Invece i contadini si sono fermati e stanno lasciando i succhioni laterali. Fino a qualche anno fa si vedevano solo macchie marrone e foglie avvizzite che rimanevano appese alla pianta”.
Altre zone di ripresa vegetativa?
“Nella zona del Parco dei Paduli, esattamente fra Ruffano, Nociglia, Supersano, le piante erano morte e adesso sono una spettacolo. Ripeto, la ripresa riguarda quasi tutto il Leccese: Depressa, Tricase, Poggiardo, Andrano, Spongano: paesi in cui ci sono ulivi secolari bellissimi. L’ulivo è una pianta fantastica: quando muore una branchia la lascia morire, ma si creano altri vasi”.
Quindi ora occorre procedere a togliere il secco?
“Quello sarà un problema, poiché manca la professionalità dei potatori, non ci sono più i contadini e i buoni potatori: abbiamo perduto la nostra storia, la nostra cultura. Pasolini, purtroppo, è stato profetico…”.
Fonte: https://www.avantionline.it/miracolo-nei-campi-di-terra-dotranto-gli-ulivi-risorgono/
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