Strage del 2 Agosto, Fratelli d’Italia e l’Italietta below cost
da UGO BOGHETTA Pagina Facebook
di Ugo Boghetta
La ricorrenza della strage del 2 agosto rinnova la discussione riguardante i colpevoli. Quest’anno, ovviamente, c’è stato un grande motivo in più visto che al governo c’è quella destra che deriva dal fascismo e dai suoi eredi post seconda guerra mondiale.
La sentenza parla chiaro: la strage è stata compiuta da fascisti. E non è l’unica strage ad avere questa matrice. Tutto lo stragismo ha questa impronta. Ogni tanto si aggiunge la mafia. Ma a coloro che dalla cosiddetta sinistra alimentano questa polemica (giusta in sé) pongo una domanda: è più importante conoscere gli esecutori o i mandanti? Credo che la risposta sia ovvia: i mandanti. Solo conoscendo i mandanti si possono comprendere motivi e obiettivi. Perché allora di questo non si parla? E non mi riferisco ai vari Gelli che altro non sono che esecutori di un livello superiore ai bombaroli, ma a quelli molto più in alto. Perché non abbiamo i nomi, o meglio, le sigle?
La centratura assoluta ed esclusiva sulla matrice fascista evita queste domande.
Lo stragismo aveva un preciso obiettivo: contrastare il movimento di massa che dagli anni ‘60 stava cambiando il paese e modificando radicalmente i rapporti di forza fra le classi. Già i socialisti erano andati al governo. E la cosa a certi ambienti non era piaciuta. I comunisti si stavano avvicinando.
Alla fine degli anni settanta una parte degli obiettivi stragisti era stata raggiunta. Anche Moro era stato ucciso: in questo caso gli utili idioti furono le brigate rosse.
Tutto era imballato. Mancava il colpo di grazia per indirizzare il paese verso binari prescelti. Ed ecco la strage del 2 agosto. Poi ci vorranno altri anni: Craxi, Tangentopoli, Berlusconi, per sedimentare i risultati nella cosiddetta Seconda Repubblica.
I fascisti senza i servizi deviati e devianti poco avrebbero potuto fare. Ma deviati da chi?
La risposta è nota. Dietro a tutto ciò c’erano gli USA. Ma la parte “buona” dello Stato ha taciuto e coperto questa semplice verità. Si è dunque potuto scoprire solo il dicibile.
Saltando neanche tanti passaggi (Unione Europea) si può affermare che se oggi siamo socialmente e democraticamente nella merda (non c’è una parola migliore da poter utilizzare) l’origine sta tutta in quegli anni dove le stragi hanno avuto un ruolo importante. Certo la vittoria del neoliberismo è stata generalizzata, ma ogni paese ha una propria storia. Il movimento operaio in Italia era forte: gli effetti del 68/69 durarono più a lungo che in qualsiasi altro paese dell’Occidente. Per questo la scia di sangue in Italia è stata così pesante.
Come si pongono le cose oggi?
Io non sono un appassionato di etichettature, spesso confondono più che chiarire.
Oggi a che servirebbero i fascisti visto che non c’è, purtroppo, nessun conflitto di classe: tutto tace, e nessun pericolo comunista? Non c’è nessuna occupazione delle fabbriche e nessuna rivoluzione recente da imitare. E non ci sono i grandi capitalisti e latifondisti preoccupati di vedere le loro proprietà nazionalizzate o socializzate.
Allora cosa sono costoro che si trovano al governo? Vediamo alcune questioni.
Nel programma di Fratelli d’Italia il primo punto declama la difesa dell’interesse nazionale. Ma questo è già stato rimangiato con l’adesione supina al volere degli Usa nello scontro con la Russia. Infatti le prime vittime di questo scontro, oltre al popolo ucraino e ai soldati russi, sono i popoli europei. In questa posizione di FdI c’è una continuità con il filo americanismo di cui sopra, anche se non tutta la destra è filo americana.
In secondo luogo, bisogna chiedersi quali interessi sociali stia portando avanti questo governo. La tendenza sembra evidente. Si toglie il RdC e complessivamente si diminuiscono i soldi per le persone in difficoltà. Si aumenta la precarietà, vedi voucher. L’adozione del salario minimo, che in questo contesto sarebbe solo una razionalizzazione della precarietà, viene osteggiato o rinviato solo per motivi di facciata. Si diminuiscono i controlli su: tasse (unificando chi evade per necessità e chi per arricchirsi), appalti (costringendo tutte le aziende a uniformarsi al peggio: qualità delle opere e condizioni di lavoro), ruolo della Corte dei Conti. Gli interventi sul piano economico sono flebo alle varie consorterie e pezze ai vari problemi. È un corporativismo frammentato come in effetti è la società. Il Ponte di Salvini è un’altra marchetta che ci costerà milioni senza vedere, per fortuna, nessun ponte costruito. Si voleva allentare la presa sulla mafia ma il provvedimento è stato per ora sospeso. Il tema Unione Europea è sparito. La questione immigrazione viene utilizzata per politiche neo-colonialiste strumentalizzando il nome di Mattei. Mattei invece operava per autonomizzarci dagli americani. Ed è stato ucciso! Tutto l’affare Giustizia non è certo improntato alla sicurezza della pena: è “un’evasione penale”. Patetiche sono risultate le dichiarazioni dei vari Ministri sui problemi problemi ambientali. Non sono mancate le dichiarazioni razziste dei vari Lollobrigida.
Il presidenzialismo serve dunque a gestire i possibili conflitti sociali futuri. Ad esempio, se la Francia avesse il nostro sistema parlamentare, i gilet gialli avrebbero fatto dimettere più di un governo. Invece nulla. Si vuole dunque allargare la frattura fra società e istituzioni rendendo il voto passivo al massimo.
Tutto ciò delinea in modo organico un modello: lavoratori, imprese, il paese intero sotto costo. Siamo entrati in Europa con un modello low cost, stiamo nella fine della globalizzazione con un modello below cost. Se il primo è stato un disastro per il paese, questo lo porterà alla deriva definitiva. Non ce se ne accorge in maniera tangibile poiché il tutto avviene gradualmente: come per la rana bollita.
Ci sono le condizioni economiche e tecnologiche per vivere bene tutti, invece si gestisce la miseria.
Siamo dunque dinnanzi ad un modello fortemente reazionario sul piano sociale, economico e culturale (il termine conservatore sarebbe oggi ambiguo), mentre usare il termine fascista è fuorviante: troppo carico di significati simbolici e poco esplicativo del modello sociale che si va costruendo. Il termine Italietta, che ai tempi del fascio era un epiteto che veniva scagliato contro gli oppositori del regime, oggi invece si attaglia proprio a questo governo. Si potrebbe ugualmente usare il termine: Italia delle Banane.
Ma ancora una volta, anche nelle polemiche sul 2 agosto, la destra esiste, la sinistra no.
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