Cina: parte il fegato artificiale basato su cellule staminali umane. Una possibile speranza per milioni
di SCENARIECONOMICI (Giuseppina Perlasca)
Le autorità cinesi hanno dato il via libera alla sperimentazione clinica di un fegato artificiale basato su cellule staminali, uno sviluppo che potrebbe aiutare milioni di persone a combattere l’insufficienza epatica.
Un team cinese ha creato un bioreattore per un fegato bioartificiale, un dispositivo esterno al corpo che svolge il lavoro del fegato di disintossicazione e di sintesi di proteine e sostanze chimiche necessarie per la digestione e la crescita.
Il sangue scorre attraverso il sistema del bioreattore, che utilizza una membrana a fibra cava per far crescere cellule staminali e sostanze essenziali, che vengono poi introdotte nel flusso sanguigno del paziente e lo aiutano a rigenerare i tessuti e a sopprimere i danni al fegato causati dall’infiammazione. Non è un sostituto a lungo termine, ma, per ora, un aiuto essenziale di breve periodo.
Membrane simili sono ampiamente utilizzate in altri processi medici, come la dialisi, ma questa è la prima volta che vengono utilizzate per coltivare cellule staminali e sostituire un organo essenziale. Lo scopo del fegato bioartificiale è quello di aiutare il fegato malato finché non si rigenera o finché non diventa disponibile un innesto adatto per il trapianto.
Prima di ottenere l’approvazione per l’uso clinico, tuttavia, il dispositivo innovativo deve dimostrare di poter fornire risultati in diverse fasi delle sperimentazioni cliniche.
“Nei modelli animali che coinvolgono maiali e scimmie, abbiamo osservato che il nostro metodo ha aumentato il tasso di sopravvivenza dal 17%, come osservato con i trattamenti convenzionali, all’87,5%”, ha affermato Gao Yi, direttore esecutivo del Centro di Medicina Traslazionale presso l’Ospedale di Zhujiang di Università di Medicina Meridionale nella provincia del Guangdong.
Milioni di persone malate che potranno tornare a sperare
Secondo un rapporto pubblicato quest’anno dalla società di consulenza di mercato Frost & Sullivan, in Cina ogni anno vengono diagnosticati da 500.000 a 1 milione di pazienti con insufficienza epatica di nuova diagnosi. Si può parlare di un numero fra i 4 e gli 8 milioni di nuovi malati al mondo che ora avranno una speranza in più.
Non esiste alcun farmaco in grado di curare questa malattia mortale e i trattamenti convenzionali in genere sono solo in grado di gestire temporaneamente la situazione.
Secondo Jiao Xingyuan, professore e specialista in trapianti di fegato presso il Primo Ospedale Affiliato, il trapianto di fegato è l’unico trattamento efficace, ma il suo utilizzo è limitato dalla carenza di donatori di fegato, da interventi chirurgici complessi, da costi elevati e dalla necessità di immunosoppressori per tutta la vita. Questa nuova terapia peermette per ora di curare qualche caso di fegato infiammato o in generale di allungare i tempi di attesa per ottenere un fegato, o una parte di esso, adatta.
I fegati bioartificiali, che funzionano più come veri fegati grazie alle loro funzioni complete e non fanno affidamento su plasma e proteine estrinseche, hanno iniziato ad emergere negli anni ’80. Gao ha iniziato la sua ricerca sul campo nel 1996. Il suo è stato il primo progetto di questo tipo ad essere finanziato dalla National Natural Science Foundation of China, ha detto.
Ma la tecnologia potrebbe essere sull’orlo di una svolta nell’uso commerciale.
Un pioniere in questo campo è Vital Therapies, una società americana che fino ad oggi ha condotto il maggior numero di casi clinici. Tra il 1999 e il 2018 ha raccolto dati e risultati da 11 studi clinici del suo sistema extracorporeo di assistenza epatica (ELAD) che hanno coinvolto circa 600 pazienti. Tuttavia, non è stato approvato per l’uso da parte delle autorità di regolamentazione statunitensi dopo il fallimento del cruciale studio di Fase III.
In Cina almeno due aziende biotecnologiche sono entrate nella fase di sperimentazione clinica. Uno di loro, Togo Meditech con sede a Wuhan, ha raccolto risultati di dozzine di casi in studi clinici.
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