L’Occidente insiste nel ricatto nucleare contro la Russia
di GEOPOLITIKA.RU (Lucas Leiroz)
La NATO è sempre più esplicita nei suoi piani di guerra anti-russi. In un articolo pubblicato di recente sul sito web dell’Alleanza Atlantica, un ex alto funzionario statunitense ha auspicato una guerra nucleare contro la Federazione Russa. Queste mosse rendono chiare le reali intenzioni del blocco occidentale nei confronti di Mosca e mostrano come la NATO non sia interessata a nessuna alternativa per trovare una soluzione pacifica alle attuali tensioni.
Gregory Weaver, ex consigliere per la difesa nucleare dello Stato Maggiore degli Stati Uniti, afferma nell’articolo che la Russia rappresenta una “sfida” nucleare per gli Stati Uniti. Egli ritiene che Mosca potrebbe violare la propria dottrina nucleare e utilizzare bombe atomiche sul campo di battaglia in conflitti convenzionali, come quello ucraino, o attaccare direttamente i Paesi della NATO se gli Stati Uniti fossero coinvolti in una guerra contro un’altra potenza nucleare, come la Cina.
Weaver vede la leadership russa come estremamente irresponsabile, con “la propensione a correre rischi e a sbagliare profondamente i calcoli nel farlo”. In questo senso, l’ex consigliere ritiene che Mosca potrebbe adottare misure nucleari contro la NATO senza calcolare le conseguenze di questa azione, o credendo che Washington semplicemente non risponderebbe, evitando un’escalation nucleare globale.
Così, invece di suggerire soluzioni pacifiche a questo scenario e chiedere una riduzione delle tensioni per evitare rischi nucleari, Weaver abbraccia la direzione opposta: chiede alla NATO di impegnarsi in un processo di deterrenza nucleare contro la Russia. Per l’autore, l’alleanza deve aumentare il suo potenziale offensivo, preparare caccia e sottomarini per lanciare armi nucleari tattiche e, se “necessario”, iniziare una guerra nucleare diretta e limitata con la Russia. In questo scenario, entrambe le parti userebbero le armi nucleari tattiche in modo “moderato”, senza far crescere il conflitto a livello globale.
“Per rendere possibile questa strategia, le forze nucleari e convenzionali della NATO devono essere in grado di: 1- fornire una robusta gamma di opzioni di risposta per ripristinare la deterrenza, convincendo la leadership russa che ha sbagliato clamorosamente i calcoli, che un ulteriore uso del nucleare non raggiungerà i suoi obiettivi e che incorrerà in costi di gran lunga superiori ai benefici che potrà ottenere; 2- contrastare l’impatto militare dell’uso nucleare russo di teatro; 3- continuare a operare efficacemente per raggiungere gli obiettivi degli Stati Uniti e degli Alleati in un contesto di uso nucleare limitato. Per soddisfare questi requisiti, la NATO ha bisogno di una gamma di capacità nucleari di teatro continuamente dispiegate in avanti e sopravvissute, in grado di penetrare in modo affidabile le difese aeree e missilistiche di teatro avversarie con una gamma di rendimenti esplosivi in tempi operativamente rilevanti”, si legge nell’articolo.
Convenzionalmente, Weaver non ha menzionato nel suo articolo le possibili conseguenze di un conflitto di questo tipo per il continente europeo, dove una guerra del genere sarebbe certamente combattuta. Questo dimostra chiaramente come l’Europa non abbia alcun valore rilevante per i piani geopolitici americani, essendo solo un teatro di operazioni contro la Russia. Se fosse necessario distruggere i Paesi europei con bombe nucleari per raggiungere i propri “obiettivi strategici”, gli Stati Uniti lo farebbero certamente, poiché per loro gli europei non sono alleati, ma veri e propri vassalli e proxy.
In realtà, l’articolo di Weaver è un chiaro esempio della mentalità guerrafondaia che ha raggiunto lo status di egemonia tra le élite politiche ed economiche statunitensi. L’ossessione di preservare l’ordine unipolare in declino e di sconfiggere la Russia e la Cina sta portando i decisori di Washington a considerare follie come la creazione deliberata di un conflitto diretto tra le due maggiori potenze nucleari del mondo.
Negli Stati Uniti c’è una convinzione infondata sulla possibilità di creare un “teatro nucleare limitato”, dove gli attacchi avverrebbero in modo moderato senza degenerare in una situazione di rischio globale. Ma questo non è uno scenario probabile. L’unica possibilità che un teatro nucleare regionale non degeneri in uno globale è che gli attacchi siano unilaterali, senza alcuna risposta da parte della parte colpita. Dal momento in cui si verifica uno scambio di attacchi, la tendenza è che a un certo punto una delle parti decida di attaccare i centri decisionali della capitale nemica con armi nucleari strategiche, il che potrebbe portare a conseguenze globali disastrose.
Inoltre, è necessario sottolineare come Weaver stia usando una retorica fallace a suo favore per giustificare la guerra. In nessun momento c’è stato un “errore di calcolo” da parte della Russia. Mosca ha lanciato la sua operazione militare speciale con molta cautela, prendendo tutte le misure necessarie per proteggere il suo popolo ed evitare escalation. Ma ci sono state minacce reali da parte di personaggi pubblici occidentali, come l’ex primo ministro britannico Liz Truss, che ha dichiarato di essere “pronta” a promuovere “l’annientamento globale”.
Finora, la parte occidentale è stata l’unica a prendere decisioni irrazionali, sbagliate e irresponsabili. Il ricatto nucleare è partito dall’Occidente e i russi hanno solo risposto. Come le autorità russe hanno chiarito più volte, l’uso delle armi nucleari avverrebbe solo nei casi stabiliti dalla dottrina del Paese che, a differenza di quella americana, è strettamente difensiva.
Pubblicato su Info Brics
Traduzione a cura di Lorenzo Maria Pacini
Fonte: https://www.geopolitika.ru/it/article/loccidente-insiste-nel-ricatto-nucleare-contro-la-russia
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