Wärtsilä se ne va. La più grande produttrice di motori marini porta la produzione in Finlandia e licenzia i lavoratori facendo saltare il tavolo ministeriale.
NO A TUTTO, nessun accordo possibile e poco importa di quel che succede a Trieste, con la più grande realtà industriale smantellata e 300 lavoratori a casa. Di fatto, rifiutandosi di sottoscrivere l’accordo di proroga del contratto di solidarietà, la multinazionale ha dichiarato il licenziamento dei lavoratori della produzione a Trieste ma anche la precarietà occupazionale dei 600 lavoratori del Service con un progressivo disimpegno poi in tutto il territorio nazionale (Napoli e Genova). Per migliaia di lavoratori dell’indotto, poi, il buio assoluto.
MARTEDÌ POMERIGGIO, terza riunione al tavolo ministeriale dopo un dicembre di trattative complicate e di accordi raggiunti e poi rinnegati. Difficile, ma una soluzione sembra all’orizzonte: con gli ammortizzatori sociali scaduti il 31 dicembre, in cambio di sei mesi di proroga dei contratti di solidarietà, si cerca un compromesso per dare tempo alle Istituzioni di impostare un accordo di programma con Ansaldo Energia, pronta a investire sull’idrogeno verde nello stabilimento di Bagnoli, nell’immediata periferia industriale di Trieste, magari con un ruolo di supporto della Mitsubishi.
PERCHÉ QUI SI GIOCA il futuro non solo dell’occupazione ma della presenza stessa del settore industriale a Trieste. Il tavolo al Mimit si apre con posizioni che si fronteggiano, memori che il 27 dicembre tutto era stato sospeso e rinviato perché l’azienda aveva posto condizioni inaccettabili come contropartita alla proroga al 30 giugno dei contratti di solidarietà: garanzie sul disimpegno a partire da luglio con uno sconto, dunque, di due mesi sugli otto previsti; deroga dal pagamento degli stipendi pieni una volta avviata la procedura di licenziamento collettivo e utilizzo di nuovi ammortizzatori sociali; trasferimento immediato in Finlandia dei macchinari ancora presenti a Bagnoli. Ma Sindacati e Istituzioni confidano sulla volontà di Wärtsilä di allentare la tensione e sull’onerosità economica per il gruppo finlandese nel caso non si fosse raggiunto un accordo.
INVECE NO, dopo ore di trattativa serrata e ormai in vista di una possibile mediazione, la delegazione di Wärtsilä Italia chiede una pausa per potersi confrontare con la casa madre ma il verdetto, tre ore dopo, è chiaro e forte: Helsinki dice no. Vuol dire che la procedura di licenziamento può partire da subito e che l’azienda pagherà otto mesi di stipendio ai lavoratori, il ché non sembra un problema per Wärtsilä con i suoi abbondanti sei miliardi di fatturato tanto che pare abbia già messo in bilancio la somma necessaria. «È un’offesa all’Italia!» sbotta la sottosegretaria Bergamotto che ha coordinato le trattative nella sede romana, «La mancata firma è un atto scellerato» scrive l’assessora regionale al Lavoro Alessia Rosolen e promette l’apertura di una nuova fase. «Da adesso Wärtsilä ha comunque l’onere della reindustrializzazione nonché di rispettare tutte le leggi e i termini della procedura. E’ già stata condannata per attività antisindacale nel 2022, potrà succedere di nuovo».
AMARO IL COMUNICATO di Cgil Cisl e Uil «In questo anno e mezzo la multinazionale non ha fatto nulla per sostenere la reindustrializzazione e ha scaricato l’onere su Governo e Istituzioni. Ora è necessario che Governo, Regione e i parlamentari territoriali rafforzino l’azione di sostengo per la rioccupazione dei 300 lavoratori agendo immediatamente, anche con interventi legislativi, per arginare e recuperare i danni industriali e sociali provocati al Paese e anche per recuperare gli ingenti contributi pubblici trasferiti dallo Stato a Wärtsilä».
USB HA CHIAMATO i lavoratori e tutta la città alla mobilitazione «Lo abbiamo dichiarato anche al tavolo: auspichiamo una reazione furibonda dei lavoratori e una piena convergenza tra sigle sindacali per una protesta pesante che deve riprendere al più presto e che deve garantire un livello di drammatizzazione mai visto. Sosterremo in ogni caso ogni decisione assunta dai lavoratori in assemblea». E l’assemblea ci sarà: venerdì a Bagnoli, dentro lo stabilimento.
FONTE: https://ilmanifesto.it/wartsila-se-ne-va-300-a-casa-buio-assoluto-per-lindotto
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