Lo sbaglio fa parte della vita
di PASQUALE CICALESE (Pagina FB)
Ragazzi, i padri sbagliano, i figli sbagliano, lo sbaglio fa parte della vita delle donne e degli uomini. L’importante è ritrovarsi in punti comuni, rimanendo distanti su altri. E’ l’arte della politica, della diplomazia, che ci insegnarono i greci e i romani. Siamo in Italia, sede del cattolicesimo, smarrito nel postmodernismo. Le tradizioni tramontano, le identità pure, mentre in Oriente vengono recuperate. Mattarella sbagliò, ma è il Presidente della Repubblica e lo rispetto, ha avuto una vita travagliata. Berlusconi sbagliò, ma aveva a cuore l’Italia. Negli ultimi mesi di vita gliene disse di tutti i colori a quel nazista di Zelensky. Perciò chiedo alla famiglia Berlusconi, in onore del loro grande padre, di allontanarsi da questa compagine governativa, fino a quando ci sarà un vero mutamento a 360 gradi, promesso dalla Meloni e disatteso completamente. L’importante è l’unità del Paese e noi del sud abbiamo dato il sangue. Gente che non ha mai conosciuto il lavoro, quello vero, si permette di gestire decine di miliardi e decidere unilaterarmente sul Ponte dello Stretto, sugli immigrati, sugli omosessuali, sugli zingari, sulla povera gente, in un contesto di aridità derivante che in molte parti del nord si è perso il senso dell’umanità. Traditori, approfittatori della bontà di Silvio Berlusconi, martirizzato dalla giustizia e dalla politica, nonostante errori, se ne fanno illegittimi portatori di valori non loro. Berlusconi amava il sud, non sopportava l’ipocrisia, irrideva i pettegoli, battuta pronta, come tutti i milanesi, a parte eccezioni. De Luca ieri ha tentato di sfondare il cordone della polizia, il potere si rifugia nelle forze dell’ordine perché non sa dare risposte politiche, non sa fare politica. Le sue invettive sono legittime. Io ritornerò al lavoro e questa volta non tollererò, oltre al lavoro, pagato dalla collettività, ho cosa serie da pensare, alla mia famiglia, alla bistrattata mia Italia. L’Italia venga rispettata da tutto il mondo, abbiamo tradizioni millenarie. Ho scritto due libri, scrivo dal 1992, scritti smarriti, come libri e dischi. Ma mi rimane la memoria, imparata da Walter Benjamin e Brecht. Ai giovani dico di trovare la forza di andare avanti, so che per loro, per tutti, non è facile. Dobbiamo ritrovarci padri e figli, e famiglie, e amici. La musica unisce, così come la poesia, il cinema ecc. Buona fortuna a tutti.
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