CANBERRA. “La Royal Australian Navy deve essere in grado di garantire la sicurezza delle nostre linee di comunicazione marittime e delle rotte commerciali, che risultano fondamentali sia per il nostro stile di vita che per la nostra prosperità”.
Sono probabilmente queste le parole più significative pronunciate dal ministro della Difesa australiano Richard Marles in occasione di un suo recente discorso volto delineare il vasto piano di ampliamento a cui la flotta da combattimento di superficie della Marina di Canberra verrà sottoposta nel corso dei prossimi due decenni.
Nello specifico, il piano in questione dovrebbe includere la costruzione di sei fregate classe Hunter (notoriamente derivate dal progetto britannico Type 26/Global Combat Ship e dotate di sistema AEGIS), undici nuove fregate per uso generale e sei avanzate navi da guerra con equipaggio “opzionale”, che, sommate ai tre cacciatorpediniere classe Hobart già in servizio, porterebbero la RAN a possedere un totale di 26 grandi unità da combattimento; un numero non solo più che doppio rispetto a quello odierno (ricordiamo che, al momento, ai tre Hobart si sommano solo 8 fregate classe ANZAC, per un totale di undici unità), ma neppure mai raggiunto dai tempi del secondo conflitto mondiale.
Alcune di queste navi dovrebbero, inoltre, essere dotate di missili da crociera Tomahawk in grado di effettuare attacchi di precisione in profondità nel territorio nemico (una capacità di cui, ad oggi, la Marina australiana non dispone).
Accanto ad esse si prevede, poi, di introdurre anche i sei nuovi OPV classe “Arafura” (le cui consegne dovrebbero iniziare a partire da quest’anno), due nuove grandi unità logistiche, otto nuovi cacciamine e diverse unità subacquee.
A proposito di queste ultime ricordiamo che, in seguito alla stipula del Patto trilaterale AUKUS con Regno Unito e Stati Uniti, il piano della RAN di sostituire i suoi 6 sottomarini convenzionali classe “Collins” con 12 esemplari di una variante diesel-elettrica dell’SSN francese “Suffren” è stata accantonata al fine di intraprendere con Londra lo sviluppo dei battelli a propulsione nucleare “SSN-AUKUS”.
Tale progetto dovrebbe, però, avere una durata di oltre 15 anni, rendendo indispensabile la temporanea introduzione di altri battelli in qualità di “gap filler” (un ruolo che, stando a quanto si è avuto modo di apprendere, dovrebbe essere affidato a 3/5 SSN classe “Virginia” ex statunitensi).
Venendo, infine, alla componente aeronavale e “di proiezione”, si discute ancora se introdurre o meno gli F-35B sulle due LHD classe “Canberra”.
Nondimeno, anche in ragione della presenza di 72 F-35A tra le file della Royal Australian Air Force, nonché del progressivo ampliamento delle capacità aeronavali di diversi altri attori dell’Indopacifico (sia amici che nemici), appare assai probabile che, alla fine, anche la RAN torni ad avere la sua componente imbarcata ad ala fissa.
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