Perché la finanza in Francia si interroga sulla mossa choc di Macron dopo la sconfitta
DA START MAGAZINE (Di Redazione)
Commenti e analisi fra economia e finanza in Francia dopo la vittoria di Le Pen e la sconfitta di Macron alle europee. Il punto dell’agenzia Radiocor-Il Sole 24 ore.
Terremoto’, ‘shock’, ‘Colpo di fulmine’, ‘harakiri o scommessa?’. Nel ‘day after’ della Francia i commenti e gli interrogativi vertono soprattutto sulle elezioni legislative anticipate annunciate nella serata di ieri dal presidente Emmanuel Macron, sulla scia dell’esito del voto europeo.
MACRON CONVOCA ELEZIONI ANTICIPATE:
GLI EFFETTI SULLA BORSA IN FRANCIA
La vittoria del RN dell’arci-rivale Marine Le Pen e del suo delfino Jordan Bardella, per quanto nei pronostici, è arrivata con una percentuale del 32%, oltre il doppio rispetto al 14,5% raccolto dal partito Renaissance di Macron. La dissoluzione dell’Assemblea Nazionale con la decisione di indire il ritorno alle urne il 30 giugno, con un secondo turno il 7 luglio, è stata in ogni caso una sorpresa totale. Lo scioglimento anticipato del Parlamento, il primo dal 1997, apre una fase di incertezza per la Francia che per prima ha colpito i mercati d’Oltralpe. La Borsa di Parigi nella tarda mattinata perde il 2,14%. Ad essere bersagliate dalle vendite sono soprattutto le banche, a cominciare da Societe Generale (-7,3%, maglia nera del Cac 40), Bnp Paribas (-5%) e Credit Agricole (-4,6%), ma anche le società di lavori o servizi pubblici come Vinci (-5,5%), Engie (-4,7%) e Eiffage (-7,6%).
I titoli francesi occupano così gli ultimi posti dell’indice Stoxx Europe 600. Come rilevano gli operatori, il settore finanziario è molto sensibile alla stabilità politica, per le implicazioni dirette sulla fiducia degli investitori e dei consumatori, mentre l’incertezza aumenta immediatamente il premio per il rischio. Il settore dei servizi pubblici e delle concessioni risente a sua volta dell’evoluzione del costo del debito e, ovviamente, anche del forte impatto delle politiche pubbliche sul comparto.
LE ANALISI
“Il rischio politico è generalmente molto basso in Francia, perché il presidente dispone di ampi poteri e il voto a maggioranza a doppio turno garantisce generalmente maggioranze stabili. Gli ultimi eventi creano incertezza in un momento in cui gli ultimi risultati economici, come quelli di bilancio, sono piuttosto mediocri”, commenta Bruno Cavalier, capo economista di Oddo BHF.
“Questa situazione di incertezza potrebbe creare un’evoluzione caotica dei mercati’, avverte Sebastian Paris-Horvitz, direttore della ricerca del gestore patrimoniale LBP AM. L’aumento del rischio politico comincia ad emergere sui titoli di Stato: il rendimento dell’Oat a 10 anni è salito al 3,17%, facendo aumentare a 53 pb base lo spread con il Bund tedesco. Neppure i declassamenti da parte di Fitch nel 2023 e S&P il mese scorso avevano avuto impatto sul costo del debito sovrano, perché era data per scontata la stabilità istituzionale. Il mercato deve fare i conti con la possibilità di una vittoria dell’estrema destra anche a livello nazionale e con una campagna elettorale che si prospetta breve, ma densa delle incognite che gli investitori notoriamente detestano. L’estrema destra, cioè l’RN di Le Pen e Bardella e Reconquete di Eric Zemmour, riuscirà a riunire i 289 deputati necessari ad avere la maggioranza in Francia contro gli attuali 88? Le elezioni a doppio turno non facilitano questo esito. Probabilmente su questo punta Macron, che spera in un ricompattamento dei partiti tradizionali, avversari dell’estrema destra, come è avvenuto nelle due ultime elezioni presidenziali, da cui Le Pen è uscita sconfitta. Oppure – ed è un’altra teoria – il presidente, nel caso le elezioni nazionali confermino il risultato europeo, conta sul logoramento di un eventuale governo di destra negli anni che mancano alla fine del suo mandato nel 2027, aprendo la strada a un nuovo ribaltamento alle presidenziali. Una coabitazione si prospetta comunque pesante se non proibitiva: lo scioglimento anticipato del Parlamento deciso nel 1997 dal presidente Jacques Chirac, aprì la strada al Governo socialista di Lionel Jospin, rendendo la vita difficile sia all’Eliseo, sia a Matignon. Un arrivo dell’estrema destra al Governo, protezionista e nazionalista, obbligherebbe gli investitori a rivedere frettolosamente le loro puntate sulla Francia. Soprattutto i fondi esteri potrebbero adottare una posizione attendista.
CHE SUCCEDE SE VINCE LE PEN
Anche se RN non evoca più la ‘Frexit’, il suo programma economico, se attuato, rischia di devastare i conti pubblici francesi, già problematici. La riduzione dell’Iva sugli idrocarburi dal 20% al 5,5%, prospettata da Marine Le Pen nel 2022, da sola avrebbe un impatto di 10 miliardi di euro l’anno, secondo l’Institut Montaigne. Un peso insopportabile per un bilancio pubblico dopo che il deficit/Pil è schizzato al 5,5% nel 2023 e l’obiettivo di ridurlo al 4,4% quest’anno pare ottimistico, per non parlare del debito/Pil al 110,6%.
Anche senza una vittoria di RN alle legislative, il nuovo Parlamento potrebbe risultare ancora più frammentato e instabile di quello attuale, dove Macron e il giovane premier Gabriel Attal non possono contare su una maggioranza assoluta, avvertono i commentatori. Con lo scioglimento, Emmanuel Macron fa ‘una scommessa estremamente rischiosa’, anche se ‘ci saranno sicuramente comportamenti di voto molto diversi’ tra le elezioni legislative e quelle europee, commenta lo storico Jean Garrigues, lanciando l’interrogativo: queste elezioni metteranno i francesi di fronte alla scelta: vogliamo un governo di estrema destra?
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