Un ribaltamento del punto di vista eurocentrico
di GABRIELE GERMANI (Pagina FB)
La tendenza dell’Occidente contemporaneo a valutare tutto il mondo con i propri canoni ci ha reso miopi rispetto ad alcuni passaggi.
Emmanuel Todd, storico esperto di sistemi familiari, nota come mentre la famiglia occidentale contemporanea sia un costrutto recente (post-società dei consumi); i modelli familiari dei paesi emergenti siano rimasta per lo più (generalizzando) stabili, o meglio come abbiano avuto un processo di mutamento non fatto di traumi. Scrive che la famiglia (il modello) africana, cinese, araba o indiana hanno alle spalle 5000 anni di storia.
Un ribaltamento del punto di vista eurocentrico.
Parliamo ogni giorno di crisi dell’Occidente economica e geopolitica, ma raramente andiamo ad analizzare altri fattori che strutturano il sistema-mondo.
Ad esempio, la scarsa natalità che costringe i paesi del centro del sistema-mondo ad importare lavoratori (qualificati e non) dalla periferia (dove invece i figli si fanno).
L’insieme di istruzione di massa, scioglimento dei vincoli matrimoniali, parità di genere, liberalizzazione dei costumi sessuali, precarietà lavorativa, adolescentizzazione della prima età adulta (almeno fino ai trenta anni); in qualche modo, tutte conseguenze sovra-strutturali del neoliberismo (nel senso che una società neoliberista ha bisogno di questo per motivi lavorativi e di consumo), non favoriscono la natalità.
Sappiamo però da Marx e dall’antropologia che ogni comunità ruota attorno a due esigenze base: produrre (lavoro) e riprodurre (fare figli).
La situazione si aggrava perché la mancanza di lavoratori porta a un calo produttivo nel presente.
In sostanza, da buon marxista-strutturalista vi sto suggerendo che le condizioni economiche (struttura) plasmano la società (sovrastruttura), ma che in finale essendo tutto collegato, quando crolla una parte, crolla l’insieme.
Questo ci deve spingere ad ulteriori riflessioni su come il nostro stile di vita si regga quindi su questa importazione di manodopera continua dal Sud globale, dando il via a un depauperamento demografico affine alla tratta degli schiavi. Esempio: Stato X non avrà mai accesso a un buon sistema sanitario se tutti i medici formati lì scappano in Svizzera, Germania e Canada.
Direte voi, il confronto con la schiavitù è eccessivo, perché queste persone (comprensibilmente) fuggono per via volontaria; ed è vero. Tuttavia, quante di queste persone fuggirebbero se non costrette dalla fame, dalla guerra, dalla siccità, dal debito? E chi crea e trae vantaggio da queste criticità nei paesi da cui costoro fuggono?
Proprio perché teniamo molto ad alcune nostre libertà, non possiamo nasconderci dietro un dito e dire che tutto va bene: il nostro mondo sta crollando.
L’ascesa di nuovi attori globali (con punta di diamante i BRICS e in particolare la Cina), fa esplodere le contraddizioni dell’ordine imperialista (il nostro) e di come la “sinistra” sia una “sinistra imperialista” che difende i propri privilegi a discapito dei poveri del resto del mondo.
La faglia potrà solo allargarsi, sempre più emergerà chiaramente chi vuole creare una società socialista (necessariamente in opposizione all’attuale) e chi vuole fare ribellismo interno al capitalismo.
Ribadisco che sono favorevole alle nostre libertà individuali, ma proprio perché favorevole, voglio analizzare lucidamente la situazione e capire come coniugarle alla priorità generale: il socialismo.
Davanti ai bisogni della comunità, i miei (e tuoi) desiderata sono poca cosa.
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