UAV “ucraini” contro centrale nucleare e impianti energetici: l’impronta USA negli attacchi al territorio russo
di Alessandro Ape ·
DA L’ANTIDIPLOMATICO (Di Clara Statello)
Il vero game changer della guerra in Ucraina non sono stati gli F16, i carri armati Leopart o Challenger, gli ATACMS o gli Storm Shadow, ma i droni. Hanno consentito alle forze di Kiev di sopperire alla carenza di munizioni e di colpire in profondità il territorio russo.
Gli UAV, aerei senza pilota, hanno un ruolo chiave nella guerra all’energia russa che l’Ucraina conduce, prendendo di mira un’altra centrale nucleare in territorio russo. Questa notte è stata attaccata l’area in cui si trova la stazione di distribuzione dell’oleodotto Druzhba, a Novozybkov nella regione di Bryansk, proprio mentre in UE si avvia la discussione sulla riapertura all’energia russa per ridurre i costi di alcuni Paesi europei, soprattutto Germania e Ungheria. In seguito al raid è esploso un incendio, probabilmente a causa dei frammenti dovuti alla contraerea.
Nella notte tra martedì e mercoledì sciami di droni ucraini sono stati lanciati in profondità nel territorio russo, contro infrastrutture civili strategiche, impianti petroliferi, centri industriali di diverse regioni. Un drone è stato abbattuto mentre tentava di attaccare la centrale nucleare di Smolensk, ha detto il governatore V. Anokhin.
Unità dell’intelligence della difesa ucraina hanno colpito la notte del 29 gennaio la raffineria Norsi della Lukoil a Kstovo, nella regione di Nizhny Novgorod, la sesta città più grande della Russia. Un serbatoio di stoccaggio di petrolio da 20.000 tonnellate a causa dell’attacco, il secondo in meno di una settimana contro una raffineria, dopo che alla fine della scorsa settimana l’Ucraina aveva colpito una grande raffineria di petrolio russa a Ryazan, provocando danni ingenti e interrompendo le operazioni di lavorazione.
Gli attacchi sono stati sferrati anche contro obiettivi civili, soprattutto nella regione di Smolensk. La maggior parte degli è stata respinta e, secondo quanto afferma il ministero della Difesa russo, 104 droni sono stati intercettati e abbattuti durante la notte (in tutto 165 nel report di mercoledì 29 gennaio) nelle regioni di Kursk, Brjansk, Smolensk, Tversk, Belgorod, Nizhny Novgorod, Kaluzh, Rostov, Leningrad. Purtroppo però ci sono vittime civili.
Nella villaggio di Razumnoe, nell’oblast di Belgorod, un drone ha attaccato una casa, uccidendo un bambino di due anni e la sua mamma. Rimasti feriti il fratellino ed il loro padre, la loro casa è stata parzialmente distrutta. Nell’aeroporto di Kazan a partire dalle 01.30 è stato adottato il regime “Tappeto” a causa dell’attacco su vasta scala. Diversi voli civili in partenza e in arrivo hanno subito ritardi.
Dietro questi attacchi c’è l’impronta degli Stati Uniti. In base a quanto rivelato dal New York Times a metà gennaio, il programma per lo sviluppo di droni in Ucraina è stato lanciato e sostenuto nell’autunno 2022 dalla CIA, con istruttori e finanziamenti, per combattere la guerra contro la Russia. In base a quanto riportato, l’agenzia statunitense non ha chiesto o imposto limiti di utilizzo dei droni sul territorio russo.
La guerra dei droni degli USA contro la Russia
Il vero game changer della guerra in Ucraina non sono stati gli F16, i carri armati Leopart o Challenger, gli ATACMS o gli Storm Shadow, ma i droni. Hanno consentito alle forze di Kiev di sopperire alla carenza di munizioni e di colpire in profondità il territorio russo. Non solo la regione di Leningrado o Kazan, nel Tatarstan. Il 26 maggio un aereo senza pilota ucraino aveva colpito una stazione radar di allerta precoce situata nella periferia di Orsk, una città nella regione di Orenburg, vicina alla frontiera con il Kazakistan ma distante 1800km dal confine con l’Ucraina.
I droni hanno cambiato il modo di fare della guerra, non solo in Ucraina, ma in generale. In ciò gli Stati Uniti, non certo Kiev, hanno avuto un ruolo chiave. La CIA ha sostenuto il programma ucraino di sviluppo di droni, inviando non soltanto finanziamenti e tecnologia ma anche istruttori. Il sostegno militare segreto all’Ucraina è stato svelato quando l’ex presidente Joe Biden ha declassificato quest’ultima informazione, tre giorni prima dell’insediamento di Donald Trump.
Si è scoperto, così, che parte dell’assistenza militare all’Ucraina è rimasta nell’ombra. Oltre al supporto tecnico, gli Stati Uniti hanno speso ingenti somme di denaro, tra cui 1,5 miliardi di dollari inviati lo scorso settembre, per incrementare la produzione di droni in Ucraina, scrive il NYT, senza però chiarire la somma totale investita nel programma.
L’utilizzo militare degli UAV, sia aerei senza pilota che nautici, ha consentito agli Stati Uniti di colpire il territorio russo per mezzo degli ucraini, aumentare il livello di cobelligeranza, senza entrare in conflitto diretto con la Russia. Perché dunque queste informazioni sono state declassificate proprio mentre si avviano le trattative per porre fine ai combattimenti?
Il rapporto speciale tra servizi segreti ucraini e statunitensi
Negli stessi giorni, la rivista ABC ha pubblicato un dettagliato rapporto sul profondo livello di collaborazione tra intelligence statunitense e ucraina. Rispetto ai precedenti reportage pubblicati in passato, come quello del Wall Street Journal e del New York Times, ABC pone l’accento sull’elevato grado di fiducia instaurato tra i servizi dei due paesi, grazie ad un’audace mossa dell’ex capo della direzione principale dell’Intelligence (GUR), Valery Kondratyuk, che nel 2015, fresco di nomina, prese una valigia di documenti militari russi top secret e volò sino a Washington DC per consegnarla alla controparte statunitense.
Ciò consentì agli Stati Uniti di entrare in possesso di informazioni riservate di importanza strategica, come il processo decisionale russo, progetti classificati per nuovi sistemi d’arma russi, tecnologia di guerra elettronica, nonché il loro ordine di battaglia.
In questo modo Kiev passò dall’essere uno “zero assoluto” ad un partner fondamentale per gli statunitensi, “al pari dei britannici”, spiega sotto anonimato un funzionario all’ABC. “Il loro accesso è stato così significativo – prosegue – Sono stati i migliori amici dei russi per molti, molti anni. Sapevano cose di cui noi, francamente, non avevamo idea”.
Il cambio di campo degli ucraini viene dunque spiegato come un vero e proprio tradimento. Ma questo ormai conta poco. La questione è che il livello di collaborazione tra servizi ucraini statunitensi è così elevato, non solo in Ucraina ma anche in altri scenari, che Kiev è un partner irrinunciabile per Washington.
“Alcuni ex funzionari americani e ucraini hanno affermato di aver parlato apertamente perché ritengono che sia fondamentale che i legislatori americani comprendano i vantaggi che la partnership che Kondratyuk ha contribuito a costruire per primo ha portato sia agli Stati Uniti che all’Ucraina”, scrive ABC.
“Questo è qualcosa che il Congresso americano deve sapere. Ciò che hanno fatto i servizi – e ciò che Valeriy [Kondratyuk] ha fatto personalmente – ha fatto risparmiare ai contribuenti americani centinaia di milioni di dollari. Forse persino miliardi di dollari”, ha affermato un ex funzionario statunitense.
Queste rivelazioni suonano come un chiaro messaggio per il Congresso e per la nuova amministrazione. Trump intende avviare dei negoziati per porre fine rapidamente alla guerra, Mosca è aperta a colloqui ma pone la neutralità dell’Ucraina come conditio sine qua non. E ciò ha un costo troppo elevato per Washington, suggeriscono le informazioni diffuse negli scorsi giorni.
Dall’altro lato, un attacco contro obiettivi sensibili, come centrali nucleari, o abitazioni civili, effettuato con sistemi d’arma sviluppati segretamente grazie alla partnership con l’intelligence statunitense, allontanano sempre più da un’auspicabile e rapida soluzione diplomatica alla guerra. La CIA potrà fare a meno del GUR e dell’SBU?
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