Papa Leone XIV come Papa Leone Magno?
di INDIPENDENZA! (Canale Telegram)
Di fronte alla sostanziale connivenza con il genocidio in Palestina da parte degli Stati Uniti, dell’Unione Europea e dell’Occidente allargato tutto, di cui peraltro Israele è parte, e a fronte delle dichiarazioni di figure apicali del governo sionista (Netanyahu in primis, ultimo solo cronologicamente…) circa la «conquista» di Gaza e poi della Cisgiordania tramite l’attuazione congiunta di massacri quotidiani in grande scala e di deportazione della popolazione palestinese («a sua salvaguardia»), riteniamo importante l’appello con cui il nuovo Papa si è presentato parlando di «una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante» anche per queste terre, quindi.
Il richiamo che il nuovo pontefice ha voluto fare assumendo il nome di Leone ci rimanda alla memoria storica dell’estate del 452, quando il capo degli Unni, Attila, dopo aver seminato il terrore in Asia e nella penisola europea, puntò a Roma per distruggerla e massacrare i suoi abitanti. Papa Leone I, conosciuto poi comunemente come Leone Magno, decise di uscire dalla città a cavallo, disarmato, e gli andò incontro per convincerlo a risparmiarla. Ci parlò e riuscì a fermarlo.
Ci rendiamo conto che la situazione di oggi e quella affrontata da Leone Magno non sono paragonabili: un intervento a parole o su carta da parte di Leone XIV resterebbe oggi inefficace, perché 77 anni di massacri e deportazioni per espellere dai suoi territori una delle popolazioni semite più antiche, quella palestinese, stanno oggi a dimostrare come sia impossibile fermare con le parole la ferocia sionista; ciò, considerando anche le saltuarie fasi di dialoghi e ‘accordi di pace’, perseguiti per indebolire la resistenza popolare palestinese quando questa creava più problemi, ma poi sistematicamente disattesi e vanificati. Al confronto, l’impresa di Leone I di fermare con le parole la ferocia di Attila era di certo più semplice.
Nel corso della preghiera del Regina Coeli alla Basilica di San Pietro (11 maggio 2025) Papa Leone XIV ha detto che lo «addolora profondamente quanto accade nella Striscia di Gaza». Di fronte a un’emergenza che si aggrava ogni giorno di più, in conformità con il suo messaggio di pace «disarmata e disarmante» e con il sentimento di dolore espresso, ci apparirebbe coerente e utile una decisione di Leone XIV e del maggior numero possibile di cardinali e vescovi, di offrire la loro presenza sia a Gaza, sia in Cisgiordania.
Siamo consapevoli dell’inesistenza della garanzia che i bombardamenti sionisti risparmierebbero il Santo Padre e gli alti prelati che lo accompagnassero, ma una loro coraggiosa presenza in quei teatri di barbarie estrema potrebbe sortire effetti positivi oggi impensabili.
Ass. e rivista Indipendenza
(11 maggio 2025)
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Fonte: https://t.me/rivistaindipendenza/632
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