La zona di (dis)interesse
di TERMOMETRO GEOPOLITICO (Enrico Tomaselli)
La storica complicità dei paesi europei con la politica coloniale di Israele è qualcosa di talmente radicato, che persino dinanzi all’orrore quotidiano che arriva dalla sponda orientale del Mediterraneo non si segnala alcuna reazione, che non sia meramente simbolica e di facciata. E in ogni caso si preferisce ridurre tutto ad una responsabilità di pochi ‘cattivi’ – Netanyahu, Smotrich, Ben-Gvir… Come se invece non fosse larga parte della società israeliana ad essere sostenitrice e complice del genocidio in atto; che del resto è null’altro che la conseguenza estrema delle premesse contenute già nell’ideologia sionista e nella fondazione dello stato ebraico.
Nelle cancellerie europee, così come a Washington ed in molte capitali arabe, non c’è alcun vero afflato umano verso ciò che sta accadendo ai palestinesi della Striscia di Gaza, ma solo puro e semplice opportunismo. Le opinioni pubbliche arabe, così come quelle europee, guardano con raccapriccio a ciò che stanno facendo gli israeliani, ed i rispettivi governi si vedono più o meno costretti a prendere – quanto meno formalmente – le distanze. A sua volta, l’amministrazione statunitense è altrettanto indifferente alle sorti dei palestinesi (che del resto voleva deportare altrove, per fare della loro terra una “riviera” turistica), ma casualmente i suoi interessi strategici collidono con quelli israeliani, e quindi stavolta devono prevalere.
Del resto, anche se la maggior parte delle persone normali dà ancora un valore alla vita umana, e prova repulsione per la barbarie, per l’occidente la questione si pone in termini assolutamente diversi. In discussione non è il genocidio dei palestinesi, ma la fine della secolare egemonia dell’occidente – con tutto ciò che questa ha comportato, e con tutto ciò che la sua fine comporterà. Per le élite di questo spicchio di mondo, quindi, quel che accade a Gaza è in fondo parte di questo scontro epocale, è il sud del mondo che si ribella all’oppressione occidentale. Ciò che stanno facendo gli israeliani è disdicevole perché è imbarazzante, perché non dissimulato, e soprattutto perché non efficace. E che diamine!, un esercito considerato tra i migliori del mondo che in oltre un anno e mezzo non è ancora riuscito ad aver ragione di quattro beduini coi sandali? In fondo, vi abbiamo dato tutto il tempo per risolvere il problema (e non solo il tempo, ma anche un bel po’ di bombe…).
Quello che gli idioti leader europei – quanto ha ragione Putin, in questo! – non capiscono, e men che meno quelli d’oltre Atlantico, è che se lasci passare il genocidio, l’uso della fame come arma, se deresponsabilizzi il crimine di guerra, stai aprendo una voragine che ti inghiottirà. Se a questo immondo massacro non seguirà il giudizio, la condanna, e soprattutto l’esecuzione della pena, dei responsabili, l’orrore ci tornerà indietro, travolgendoci tutti.
Prima dell’ultimo conflitto mondiale, l’odio ed il disprezzo per gli ebrei erano diffusissimi in Europa – anche nel Regno Unito, anche a Westminster… – ed il processo di Norimberga fu un modo per scaricare tutte le responsabilità su un pezzo di popolo tedesco, assolvendo gli altri. Senza un tentativo di fermare davvero la belva sionista, e senza inchiodarla prima o poi alle sue responsabilità, inevitabilmente la Storia verrà a bussare alla porta di chi crede di potersi rifugiare nella sua comfort zone di disinteresse.
#TGP #Israele #Europa #Usa #Palestina
Fonte: https://www.facebook.com/enrico.tomaselli/posts/pfbid02N2nZoYBdVM9wwNrfKAB7UfsrevFCeNuQ418P9b4sHpqtRH45gTT2NH7q6CH8FvRyl?rdid=FqAE8DBz7iq48s4g#
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