Israele spara sui punti di distribuzione degli aiuti a Gaza e altre notizie interessanti
di LIMES (Mirko Mussetti)
GAZA
Le Forze armate di Israele (Tzahal) hanno sparato nei pressi di un centro di distribuzione di aiuti a Rafah nel Sud della Striscia di Gaza, ferendo tre persone, dopo che la folla affamata rimasta per lungo tempo sotto il sole cocente ha sfondato le barriere. L’incidente ha coinvolto la Gaza Humanitarian Foundation (Ghf), organizzazione statunitense scelta dallo Stato ebraico per la gestione degli aiuti. L’episodio alimenta dubbi sulla capacità della Ghf di operare con sicurezza e umanità nella exclave palestinese. Sono molti i gazawi diffidenti verso i punti di distribuzione di prodotti alimentari a causa degli avvertimenti/minacce di Hamas e dei diffusi timori sull’impiego israeliano di tecnologie biometriche per il monitoraggio.
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GOLAN
Israele e Siria hanno avviato colloqui lungo il confine del Golan per evitare incidenti e ridurre le incursioni delle Forze armate dello Stato ebraico (Tzahal) nel confinante paese arabo. La delegazione di Damasco è guidata dal governatore Ahmad al-Dalati – che prudentemente smentisce – della provincia di Quneitra a ridosso delle Alture, mentre a nome di Gerusalemme partecipano funzionari dell’intelligence di Tel Aviv. I contatti seguono il proficuo incontro del presidente degli Stati Uniti Donald Trump con il capo di Stato ad interim della Siria Ahmad al-Shara’a (Jolani) del 14 maggio a Riyad (Arabia Saudita), che ha spinto Washington a favorire intese di sicurezza. Da allora, i raid di Tzahal in Siria sono calati sensibilmente e le tensioni ad al-Suwayda – regione sud-occidentale della Siria abitata dalla minoranza drusa – si sono attenuate.
Per approfondire: Israele punta il Golan per isolare Hezbollah

RUSSIA IN UCRAINA
Alcune immagini satellitari diffuse dalla ong Greenpeace confermano la costruzione di linee elettriche di 80 chilometri tra le città portuali di Mariupol’ e Berdjans’k sul Mar d’Azov per collegare la centrale nucleare di Zaporižžja presso la città di Enerhodar alla rete energetica della Federazione Russa. L’impianto più grande d’Europa con ben sei reattori è stato conquistato dalle Forze armate di Mosca durante le prime fasi della guerra d’Ucraina nel 2022. L’amministratore delegato dell’azienda di Stato russa Rosatom Alexey Likhachev ha confermato i piani per riportare l’impianto alla sua piena capacità operativa, nonostante i rischi legati ai combattimenti sull’adiacente linea di contatto e alla carenza di personale qualificato. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha proposto di recente una gestione americana della centrale, ma tale idea è stata subito respinta dal ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov.
Per approfondire: Zaporižžja e il generale Inverno

POLONIA – UE
La Commissione Europea ha autorizzato la Polonia a utilizzare 6 miliardi di euro – originariamente stanziati per la ripresa economica post-Covid – per finanziare il settore della difesa. I fondi Pnrr entrati in vigore nel 2021 e vincolati al rilancio dell’economia dei Ventisette hanno un limite temporale di spesa fissato al 2026. Dopo che Bruxelles ha permesso di rivedere alcuni piani nazionali, Varsavia ha presentato a gennaio il suo nuovo programma di investimenti. La Commissione guidata da Ursula von der Leyen ha ritenuto che l’allocazione di denaro nel settore bellico risulti in linea con gli obiettivi di ripresa e resilienza economica. La Polonia punta chiaramente a costituire il più grande esercito euroatlantico sul Vecchio Continente.
Per approfondire: Una Nato polacca per salvare l’Occidente

CINA – PACIFICO
Il ministro degli Esteri della Repubblica Popolare Cinese Wang Yi ha presieduto a Xiamen un vertice con i rappresentanti di 11 Stati insulari del Pacifico volto a costruire una “comunità dal futuro condiviso”. Durante l’incontro, Wang ha ribadito ai presenti la volontà di Pechino di migliorare commercio, infrastrutture, lotta alla povertà e cooperazione climatica. La Repubblica Popolare, che ha già siglato accordi di sicurezza con le Isole Salomone nel 2022, punta a estendere la cooperazione militare nella regione, sottraendo progressivamente alleati a Taiwan. Nel 2024, anche Nauru ha riconosciuto la Cina continentale, lasciando a Formosa solo tre partner nell’area: Palau, Tuvalu e Isole Marshall.
Per approfondire: Nell’Oceano Pacifico la Repubblica Popolare prova ad accerchiare gli Usa





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