“CORE 5”: Gli USA scelgono un mondo multipolare e declassano l’Europa
di L’ANTIDIPLOMATICO (Giuseppe Masala)

La testata USA specializzata in sicurezza globale sostiene di aver visto una versione “non censurata” del Documento di Sicurezza Strategica USA nella quale vi sarebbe riportato che Washington sostiene la nascita di un nuovo organismo, il Core5, per gestire gli affari globali e che l’Europa ne sarebbe esclusa relegandola a area del mondo marginale
La prestigiosa testata americana defenceone.com, specializzata in sicurezza globale e difesa nazionale, dichiara di aver preso visione di una versione segreta e più estesa del Documento di Sicurezza Strategica Nazionale USA (SSN) divulgato in questi giorni, e che già nella versione pubblica ha avuto enorme eco soprattutto in Europa.
Defence One sostiene che nella versione “allargata” (e originaria) che ha potuto leggere sono presenti due ulteriori capitoli di estrema rilevanza. Il primo si intitola eloquentemente “Make Europe Great Again”, mentre il secondo si intitola “Core 5”. Il primo, come è facile intuire delinea le strategie per far rinascere una Europa, ritenuta a Washington, in piena decadenza, mentre il secondo delinea la nascita di un nuovo organismo informale – che di fatto sostituirebbe il G7 – e che avrebbe il compito di gestire gli affari globali. “Core 5”, appunto perchè sarebbe composto da cinque paesi.
Make Europe Great Again
Rispetto alla versione pubblica nella quale Washington per l’Europa sostiene la necessità di rendersi autonoma dagli USA sul piano militare, in questa versione segreta si sostiene anche la necessità di “sostenere i partiti, i movimenti e le figure intellettuali e culturali che cercano la sovranità e la conservazione dei tradizionali stili di vita europei … rimanendo filo-americani”, afferma il documento [parte estratta direttamente dall’articolo di Defence One, Nda].
Quindi, in sostanza, nella nuova strategia di sicurezza, si sostiene la necessità che gli USA ingeriscano in maniera pesante della politica dei paesi europei a favore degli esponenti conservatori. Ancora più clamoroso è l’altro asse di intervento ipotizzato dall’amministrazione Trump: lavorare con alcuni partner europei al fine di riuscire ad allontanarli dall’UE. I paesi prescelti sarebbero Austria, Polonia, Ungheria e soprattutto Italia. Qualora fosse confermata questa strategia saremmo di fronte ad uno scenario nel quale gli USA hanno deciso di lavorare direttamente per mandare in frantumi l’UE e ciò sarebbe davvero clamoroso; non ci rimane che attendere. tenendo conto però che in paesi come l’Italia il potentissimo blocco filo europeo farebbe muro contro gli USA per difendere la costruzione europea ciò, ovviamente, porterebbe potenti convulsioni politiche a Roma.
Core 5
Non meno clamorosa sarebbe la nascita – prospettata nella versione riservata del piano strategico di sicurezza nazionale – del nuovo organismo che dovrebbe sostituire il G7 ormai ritenuto da Washington disfunzionale e non più adatto a gestire gli affari mondiali. Il nuovo organismo, il Core 5, comprenderebbe gli USA, la Cina, il Giappone, l’India e la Russia.
Una riforma che lascia senza fiato, per la magnitudo con la quale terremoterebbe le attuali gerarchie mondiali. Innanzitutto l’Europa sarebbe fuori gioco, completamente. Dopo secoli di dominio mondiale il Vecchio Continente (fino al 1919 in solitaria, mentre da lì in avanti da Junior Partner degli USA) sarebbe escluso dal ruolo di dominus mondiale per finire relegato tra le aree geografiche non rilevanti su scala planetaria. Bisogna essere onesti, l’ipotesi è plausibile e perfettamente coerente con ciò che gli USA ritengono sia il reale status europeo: quello di un’area marginale, isolata, arretrata economicamente e tecnologicamente e sopratutto, socialmente in grave pericolo a causa di una immigrazione incontrollata proveniente dal resto del mondo.
Inoltre – sempre dal punto di vista USA, l’Europa è un area irrilevante e non in grado di difendere militarmente se stessa in maniera autonoma. Il combinato di tutto questo non può che essere la “retrocessione” tra le aree del mondo che non sono in grado di giocare un ruolo negli affari mondiali e che dovrà accettare quanto disposto dalle nuove grandi potenze.
Non sfugge peraltro che questa entità, il Core 5, non è fondata sulla ricchezza dei suoi componenti, né sulla loro democraticità. Piuttosto si tiene conto della demografia, della forza militare e anche delle prospettive di sviluppo. Una visione molto importate che viene dopo quella economicista che ci ha afflitto in questi trenta anni spingendosi ffino al parossismo proprio in quella Europa sclerotizzata che è riuscita a far venire al mondo una visione nella quale si viveva in ossequio al rispetto di meri parametri contabili come quelli previsti nei vari “MES” e nei vari “patti di stabilità”. Una follia che – a quanto pare – ci sta spedendo nella serie B del mondo, né più e né meno che un Pakistan o un Cile.
L’altro elemento a mio avviso importantissimo è quello che in questo nuovo consesso che dovrebbe dirigere in mondo, gli USA non hanno la maggioranza visto che potranno contare tra i componenti solo sul Giappone come fedele alleato. Mentre, dall’altra parte del tavolo. Cina, Russia e India – ovvero il ben rodato asse asiatico antagonista al cosiddetto “occidente collettivo” – in questo nuovo format, formerebbe un blocco di maggioranza.
Qualora il Core 5 vedesse realmente la luce sarebbe veramente il segno che è nato un nuovo mondo multipolare e inoltre (data l’assenza) che l’Europa sarebbe relegata ad un ruolo di area geografica di secondo ordine come il Sud America.
Lo “strano” discorso del Governatore della Banca d’Italia, Panetta
Che i rapporti tra l’Europa e gli USA siano ormai tesissimi è evidente e ciò aumenta in larga misura la credibilità dello scoop di Defence One. A tale proposito colpisce un discorso tenuto a Dublino il 9 Dicembre dal sempre prudentissimo governatore della Banca d’Italia Panetta nel quale si sostiene come nel prossimo futuro il mondo uscirà dal sistema dollarocentrico nato a Bretton Woods per abbracciare un sistema nel quale una costellazione di diverse monete avrà il ruolo di standard del commercio e degli investimenti internazionali. Fa davvero impressione ascoltare un governatore dell’Euro-sistema anche solo ipotizzare una uscita dal sistema fondato sul dollaro che, peraltro, è il vero punctum dolens degli americani: argomento davvero tabù, che manco paesi antagonisti come la Cina possono affrontare apertamente, figuriamoci se possono i paesi vassalli di Washington.
Per certi versi, l’ipotesi di Panetta, sembra quasi una minaccia (certo nei toni fatta con il guanto di velluto) visto che la perdita dello status del dollaro da parte degli USA immediatamente si rifletterebbe sugli investimenti che affluiscono copiosi in USA. La stessa testata americana Politico.com peraltro sostiene che la BCE si stia segretamente preparando al collasso della leadeship degli USA e del Dollaro a livello mondiale e dunque a consentire un maggior utilizzo dell’Euro fuori dalla stessa area euro.
A mettere in fila tutte queste informazioni appare evidente come il divorzio tra gli USA e l’Europa sia probabilmente irreversibile.





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