Syscherza
La storia procede a grandi falcate e l'impresa titanica che salverà le genti europee dal regime totalitario cui soggiacciono, la Nuova Anabasi, si approssima. Il condottiero è già stato scelto, greco di nuovo, e gli opliti si stanno radunando e armando. La terra trema sotto la loro marcia. Sono grandi maestri nell'arte della tattica militare, padroneggiano l'irresistibile tecnica bellica d'ingaggio nota come “sbattere i pugni sul tavolo”. Ora, diversamente che in passato, i nostri volgeranno il passo verso nord, in Germania. Mossi dallo spirito di fratellanza che li unisce e li rafforza e non conosce confini terreni, in nome del quale certo si dimostreranno capaci di allentare la morsa violenta del cattivo oligarca senza volto, lo fronteggeranno nei suoi stessi palazzi contestandolo secondo i suoi stessi argomenti.
Parrebbe una descrizione inventata, ma risponde alla realtà. Il problema risiede in questo: non c'è nulla di falso. Sul palcoscenico dove agiscono i rapporti di forza, colui che pretende di scardinarli smette ora i panni del gregario, della comparsa, dell'osservatore disattento, e veste l'abito da protagonista salvifico. Tutto, ovviamente, avendo colto poco o nulla del copione. Le sue premesse e i suoi scopi sono talmente remoti dalla realtà da muovere a compassione, ispirando così un'affezione quasi materna, o alla rabbia, o da risultare mestamente comici. I pagliaccio triste del circo europeo fa il suo numero abbozzando un sorriso sotto il naso, rosso e lungo in maniera innaturale a causa di una duratura e deplorevole abitudine. Non potrà che risolversi in un silenzioso buco nell'acqua, i cui anelli si spargeranno nella noncuranza di tutti, come accadrebbe ad un sassolino gettato in una burrasca.
Il dramma spesso è peggiorato dalle inezie e la neghittosità storica del pagliaccio conduce a conseguenze tali da poter essere interpretate come scherzi del destino. Insomma, al peggio non c'è mai fine. L'arcinemico che, secondo copione (sempre lo stesso), è stato l'antagonista per decenni, ora si scopre a sua volta al centro di un ribaltone che non sfigurerebbe nella peggiore telenovela. Non che non ce lo si potesse aspettare, ma la sua nuovamente acquisita aurea mistica gli consentirà di guadagnare le simpatie del pubblico in visibilio. Gli applausi scrosciano, ci sono popcorn dappertutto, un gran casino, tifo da stadio, zuffe inutili e urla. Di nuovo, la scintilla non è stata innescata che da un solo personaggio, sarebbe a dire dal buffone dal naso lungo.
Concludendo, agli opliti rivolgo una preghiera: abbiate la bontà di essere più seri e meno ridicoli o chi, come me, prova a scrivere facendo dell'umorismo, non saprà nemmeno più da dove cominciare. Altrimenti detto, smettete di rubarmi il lavoro, grazie.
Giovanni Muzii, ARS Abruzzo
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