Zona libero scambio USA-UE (TTIP)? Citofonare Mario Monti.
Come spesso mi accade, per capire cosa sta succedendo oggi, vado alla ricerca di informazioni che abbiano almeno una ventina di anni. E volgendo lo sguardo al passato trovo sempre le risposte giuste.
Nel trentennale processo di globalizzazione che l’Italia sta “subendo” trovo superfluo dire che l’Unione Europea ha giocato un ruolo determinante. Il “mercato unico” europeo è la palestra dove le (oggi) 28 “fortunate” nazioni europee assaporano il gusto della globalizzazione.
Ma perché porre limiti alla libera circolazione delle merci? Perché circoscrivere alla sola Europa questa giostra mercatista?
Per la gioia dei liberoscambisti è in arrivo il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP).
Direte voi: una novità?
Risposta: NO, l’idea è vecchia, molto vecchia.
Facciamo un passo indietro e torniamo al 12 giugno 1995. Mario Monti, all’epoca Commissario Europeo, responsabile del “mercato interno”, dei servizi finanziari e dell’integrazione finanziaria, delle dogane e delle questioni fiscali, rilascia un’intervista a Radio Radicale, nella quale incalzato dalla giornalista Laura Salzano in merito all’idea di una zona di libero scambio tra Usa e UE avanzata dall’allora commissario europeo Leon Brittan, dice:
Giornalista: lei in quanto Commissario Europeo responsabile per il mercato interno è responsabile delle 4 libertà fondamentali, quella della circolazione delle persone, dei beni, dei capitali e dei servizi, secondo lei la nuova chiave di lettura dell’Europa non dovrebbe essere quella di vedere i cittadini come consumatori?
Mario Monti: mmmhh, no, onestamente, di vedere i cittadini in testa a tutto si, ma non solo nella loro veste di consumatori, che è una veste importante certo, ma non esclusiva. I cittadini sono consumatori, sono risparmiatori, sono soggetti di rapporti economici e finanziari, sono soggetti civili e politici, soprattutto civili e politici. Ehm, mi sembra che le istituzioni comunitarie negli ultimi anni hanno perso un po’ di visibilità diretta agli occhi dei cittadini e il punto numero 1 del programma politico della “commissione Santer” è quello della riconquista dell’opinione pubblica e siamo tutti molto motivati ad andare in questa direzione: quando io sottolineo per esempio questo fatto della necessità di abolire i controlli alle persone alle frontiere interne, beh non è questo un modo per rendere concretamente visibile ai cittadini l’esistenza dell’Europa? E così in altri campi, tra cui certamente molto importante è quello dei consumatori, dobbiamo fare apparire di più la concretezza dell’Europa e spiegare ai cittadini che molti vantaggi sia economici che le libertà di cui i cittadini fruiscono sono ricollegabili proprio all’esistenza dell’Europa. A me è piaciuta molto una definizione che ho trovato una volta sul trattato di Maastricht, come trattato che apparentemente è fatto di aride costruzioni economiche e finanziarie, però se lo si analizza bene è un trattato che sposta l’equilibrio tra poteri pubblici e cittadini negli stati membri a vantaggio dei cittadini, quindi più riusciremo a far percepire l’Europa come fatto concreto e come presidio concreto delle libertà dei cittadini, più daremo motivazione affinchè i cittadini appoggino la costruzione dell’unità Europea.
Giornalista: Lei cosa ne pensa della Zona di libero Scambio Euro-Americana? E’ troppo presto parlarne? E’ auspicabile per l’Europa in questa situazione?
Mario Monti: Non è troppo presto per ragionarne, è sicuramente presto per trarne le conclusioni operative sulle convenienze per l’Europa di questo. L’esperienza di questi anni mostra che i processi di integrazione regionale come quello Europeo possono benissimo essere compatibili con una integrazione più ampia a livello globale. […] Altrove nel mondo e penso al Nord America con il NAFTA e al bacino asia/pacifico con l’APEC si sono sviluppati movimenti di integrazione regionale, un po’ sul modello di quello europeo, anche se meno ambizioso dal punto di vista istituzionale e si è trovato modo nell’ambito del GATT e del WTO di far coesistere positivamente e in un senso di complessiva liberalizzazione questi processi di integrazione regionale. Ecco credo che sia questa luce di evoluzione storica che va vista anche l’ipotesi di una area di libero scambio tra l’Europa e il Nord America, sulla quale però la complessità di valutazione degli effetti è tale che è opportuno ragionare, ma è ancora difficile una concreta valutazione di opportunità.
Giornalista: quindi è comunque un’evoluzione naturale di un “modello Europa” che si esporta nel mondo?
Mario Monti: Si e quando in Europa vediamo cadere la popolarità dell’Integrazione Europea nei sondaggi eccetera, certo dobbiamo reagire a questo anche con il discorso del cittadino che facevamo un attimo fa . E soprattutto non dovremmo dimenticare che questa integrazione europea qualche volta non ci soddisfa perché vorremmo di più o vorremmo qualcosa di diverso, beh è stata un prodotto economico istituzionale politico di grande successo dell’europa che altri stanno tentando decisamente di imitare.
Gionalista: quindi anche con un euroscetticismo latente se non crescente non bisogna abbandonare progetti ambiziosi?
Mario Monti: Bisogna che l’”euroscetticismo” venga combattuto con le “euro realizzazioni”.
Era il 1995. Oggi, nel 2014, tra le “euro realizzazioni” avremo a breve il Transatlantic Trade and Investment Partnership (TTIP)
Buona globalizzazione a tutti, ma state tranquilli, prima o poi CI LIBEREREMO!!!
Commenti recenti