La diade destra-sinistra come tumore del pensiero
di RICCARDO PACCOSI (RI Bologna)
Al tempo in cui Colin Powell era vivo e in carica, siccome la guerra in Iraq veniva politicamente classificata come guerra “di destra”, era consentito credere alla tesi secondo cui il possesso di armi chimiche da parte di Saddam Hussein fosse una montatura. Tesi che, come sappiamo, si è poi rivelata veritiera.
Negli anni successivi, per giustificare le successive aggressioni Nato ai danni di altri paesi, la propaganda atlantista ha fabbricato menzogne ancora più plateali, ovvero che sono state disvelate come tali nel giro di un mese o addirittura in pochi giorni: i bombardamenti sui manifestanti che protestavano da parte di Gheddafi nel 2011, l’uso di armi chimiche sulla popolazione civile da parte di Assad nel 2018… Totali balle inventate di sana pianta delle quali però – a differenza delle balle dell’amministrazione Bush – non era più ritenuto lecito dubitare.
Ma perché ciò che dieci anni prima era ritenuto menzogna, diventava di colpo verità incontrovertibile? Forse perché il mondo, nel frattempo, era diventato “di sinistra”.
La Banca Mondiale, l’OCSE, il Fondo Monetario Internazionale, la Commissione Europea, il World Economic Forum, la Nato: tutte le istituzioni sovranazionali – pubbliche, private e miste – si sono saldamente ancorate al campo progressista/globalista o, meglio, hanno fagocitato quest’ultimo ritenendolo ideologicamente più idoneo ai propri scopi.
E così chiunque oggi dissenta, metta in dubbio ciò che questi poteri sovranazionali dicono o fanno, viene percepito dalla maggioranza come latore non già di un’analisi politica bensì di una “teoria del complotto” che, opponendosi a una visione che si autodefinisce progressista, viene stigmatizzata come naturaliter “di destra”.
E così, quel milione e mezzo di manifestanti (ma ne furono dichiarati tre milioni) che, armati di bandiere arcobaleno, il 19 febbraio del 2003 erano scesi in piazza a Roma contro l’aggressione dell’Iraq, soltanto otto anni dopo sono divenuti indefessi sostenitori dei bombardamenti NATO ai danni di paesi sovrani al fine di “abbattere le dittature”.
Ora, si può fare tutte le analisi mediologiche e psicosociali che si vuole per comprendere i comportamenti della massa, ma è anche lecito sospettare che una persona che nel 2003 scende in piazza con la bandiera arcobaleno della Pace e nel 2011 sostiene le aggressioni NATO, sia una persona un bel po’ di merda. E quel popolo di sinistra che è integralmente composto da persone del genere – ieri pacifiste, oggi guerrafondaie; ieri sostenenti la Costituzione, oggi favorevoli alla sua dissoluzione – abbia sempre enunciato i propri valori a partire da ipocrisia e falsa coscienza.
Giudizi etico-personali a parte, certo è che questo rovesciamento per cui diventa possibile credere una cosa e poi il suo esatto contrario, funziona attraverso la diade categoriale destra-sinistra. Questa massa aderente al campo progressista e quindi ai poteri che governano l’Occidente, infatti, può essere favorevole a qualsiasi cosa purché contrassegnata come “di sinistra” ed essere parimenti contraria a qualunque altra cosa rechi invece lo stigma “di destra”.
Se poi questo implica enunciare l’esatto contrario di quanto si sosteneva dieci anni prima, non ha alcuna importanza. In questo senso possiamo dire che la persistenza della diade categoriale destra-sinistra nel dibattito pubblico sia una sorta di tumore: anziché uccidere le cellule, questo tumore spazza via ogni autonomia intellettuale e ogni forma di pensiero critico dalla mente degli esseri umani.
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