Sul disastro che ci attende secondo Luigi Zingales
di Enrico Bonfatti dell'ARS Bergamo
Wall Street Italia ha pubblicato qualche giorno fa un'intervista a Luigi Zingales, noto economista italiano della cd “Scuola di Chicago”, sulle possibili conseguenze di uno sganciamento del nostro paese dalla moneta unica. Il frame utilizzato dal post, dal tranquillizzante titolo “Se torniamo alla lira prepariamoci al disastro”, è senza ombra di dubbio quello ormai collaudato da anni di propaganda terroristica del PUDE. Riporto di seguito i principali punti affrontati da Zingales con le relative, facilissime obiezioni. Il dubbio – visto il calibro dell'intervistato – che non si tratti di possibili errori di valutazione ma di manifesta mala fede per me non è più tale.
1. Zingales sostiene che sarebbe molto difficile attuare un blocco temporaneo dei prelievi per evitare fughe di capitali: è evidente che nelle prime giornate e forse settimane di una eventuale transizione a una valuta nazionale si renderebbe necessario operare una limitazione dei prelievi. Ma a metterla in atto non ci sarebbe nessuna difficoltà. A Cipro lo hanno fatto un anno fa per consentire il bail-in, cioè per rapinare i correntisti. Si potrebbe attuare benissimo anche per proteggere gli interessi italiani. Stupisce che uno come Zingales non sappia una cosa del genere.
2. Secondo Zingales un'ulteriore difficoltà sarebbe data dalla necessità di stampare nuova carta moneta in poco tempo: oggi è un problema che può essere facilmente superato grazie alla onnipresenza di bancomat e carte di debito e credito. Chi non fosse in possesso di attrezzi del genere potrebbe richiedere delle carte di debito create all'uopo e ottenibili senza spese sulle quali poter versare i contanti. Oppure si potrebbero apporre degli appositi timbri sugli euro circolanti che dichiarino la loro avvenuta trasformazione in lire. O tutte e tre le cose insieme. Gli strumenti, insomma, non mancano e probabilmente ce ne sono anche altri. E presumo che Zingales li conosca meglio di me.
3. Zingales poi sostiene che i governi che dovessero trovarsi ad adottare misure come il blocco dei conti correnti si condannerebbero al suicidio politico: in realtà i governanti che pongono limiti ai prelievi generalmente non si suicidano, non in questi casi. Zingales si vada a vedere quanto è diventato impopolare Kirchner in Argentina (quello che aveva bloccato i conti correnti). Talmente impopolare che, morto lui, gli argentini hanno eletto al suo posto sua moglie… Anche qui mi pare strano che Zingales non sappia queste cose.
4. Il nostro arriva quindi a portare come esempio assolutamente da non imitare l'Argentina dello sganciamento valutario. In realtà non è un esempio che si addice a chi sostiene la tesi di Zingales. Anche se oggi quello stato naviga in cattive acque non è in conseguenza dello sganciamento dal dollaro del 2001, ma della crisi dei mutui subprime del 2007, che probabilmente non è stata ben gestita. Fino al 2007 l'Argentina, proprio grazie allo sganciamento dal dollaro, viaggiava a gonfie vele. Anche questo Zingales lo sa.
5. Non manca, l'esperto intervistato da WSI, di sfruttare le fratture generazionali: la svalutazione farebbe ripartire sì l'economia favorendo i giovani, ma i pensionati si prenderebbero una bella fregatura. Questa è gotica, avrebbe detto il mio vecchio prof. di storia dell'arte di fronte alla slanciata e temeraria arditezza della tesi: se l'economia riparte la base imponibile previdenziale si allarga e questo garantisce le pensioni. L'attuale sistema invece, costringendo a svalutare i salari perchè è impossibile svalutare la moneta, toglie ossigeno al sistema pensionistico. Anche questo Zingales lo sa.
6. Zingales sta attento ad evitare i riferimenti all'aumento della benzina che spesso altri esponenti del PUDE ipotizzano pari alla svalutazione se non superiore. Sceglie, come bene di importazione e quindi più soggetto a brusche variazioni di prezzo, i… ceci che subirebbero un aumento situato in una forbice tra il 30 e il 50% (la svalutazione ipotizzata nel post): a parte il fatto che beni di prima necessità come questi non incidono in modo pesante sul budget di spesa delle famiglie italiane (ma forse Zingales sa che, restando nell'euro, potrebbero diventare una voce importante del bilancio famigliare…), nemmeno il prezzo del cece subirebbe una tale impennata, perchè le attuali importazioni di ceci che provengono prevalentemente da India e Pakistan verrebbero sostituite in parte o del tutto da produzioni italiane che diventerebbero più competitive. E magari potremmo pure diventare esportatori netti di ceci. È esattamente questo che succede e che si cerca di far succedere con una svalutazione. E la cosa è tanto più valida quanto più aumenta il valore aggiunto della produzione finale, per cui magari per i ceci il vantaggio dato dalla svalutazione non sarebbe poi così grande, ma per l'industriale manufatturiero sì. Anche queste cose sono ben note a Zingales.
7. Per finire il mercato immobiliare: i russi – notoriamente oligarchi, quindi gli oligarchirussi – approfitterebbero del tonfo della nuova lira per fare incetta di villazze da re nel bel paese a prezzi di saldo. Purtroppo è adesso che i russi si stanno comperando immobili di lusso per quattro lire (pardon, euro) perchè molti italiani sono alla canna del gas e svendono qualunque cosa per raggranellare liquidità: dalle case, alla meccanica di precisione alla Ducati. Si chiamano IDE (investimenti diretti dall'estero) e quando ne parlano i proeuro vengono presentati come la panacea per gli attuali mali italiani. In realtà gli IDE dal punto di vista contabile sono DEBITO verso l'estero che è la vera causa della crisi di tutti i PIIGS. Ma se la svalutazione fa ripartire l'economia molti italiani ritireranno dal mercato i loro immobili e/o si terranno le loro imprese e i russi o i tedeschi o chi per loro non potranno comperarli. Chi avesse bisogno di vendere troverebbe comunque molto più facilmente un acquirente italiano, per cui non si creerebbe debito estero. Anche queste cose Zingales le sa.
Ma Zingales lo sa che tutte le cose che ha detto rimarranno immortalate nel Web nei secoli dei secoli?
Attualmente in Italia vi sono circa 14 milioni di poveri.
Quando saranno 30 milioni + 1 saranno la maggioranza del paese.
Allora sara' evidente anche al sig.Zingales che non avere nessun euro in tasca, o non avere nessuna lira che si svaluta in tasca sara' la medesima cosa per 30 milioni di persone!
Anzi, se le lire ce le potremo stampare noi, magari puo' succedere che vengano messe in circolo gratuitamente come nel gioco del Monopoli e che finiscano per stimolare i consumi dando una scossa alla economia.
Il prof. Zingales, visto che vive negli USA, dovrebbe spiegare come mai, dopo la caduta della Lehman Bros. che stava innescando fallimenti bancari a catena, la FED, dalla sera alla mattina, stampo' con un clic di computer circa 800 miliardi di dollari, con i quali si pote' salvare Bankamerica and Co., General Motors and Co.
Inoltre ci dovrebbe spiegare come mai la FED ha continuato a stampare mensilmente circa 80 miliardi di dollari da iniettare nel sistema!
Poi magari qualcuno comincia a capire come mai il dollaro contro euro da quota 0.80 e' andato a quota 1.39
(spiego per il prof. Zingales: se io ho 1000 euro e lei ha 1000 dollari possiamo decidere di scambiarceli 1 a 1.
Se poi lei si stampa altri 10 mila dollari ed io non stampo altrettanti euro, non possiamo piu' scambiarceli 1 a 1 per evidenti ragioni matematiche!
Se poi lei ha l'esercito piu' potente del mondo o riesce ad obbligarmi in qualche modo, vedi commercio in dollari sulle principali materie prime, ad impormi la sua volonta'…e' qualcosa che esula dalla economia.
Sarebbe come che in Italia, domani qualcuno puntandoci i fucili addosso ci facesse lavorare gratis!
Ci sarebbe immediatamente un grandissimo aumento della produttivita' e concorrenzialita' delle nostre merci.
Incasseremmo valuta pregiata dalle nostre esportazioni e ci ripagheremmo il debito…
A quel punto, anziche' usare i fucili, uno stato avveduto, stamperebbe dei buoni pasto in LIRE a corso forzoso garantiti dallo stato…
Il risultato sarebbe uguale!
Saluti Giovanni
Guarda che il blocco dei conti correnti in Argentina lo effettuò il presidente Fernando De La Rua che dovette scappare in elicottero per non essere linciato…informati prima di sparare cazzate…