Si salvi chi può ma sopratutto chi vuole
Cari italiani, compatrioti, come state?
Non credo troppo bene e chi più chi meno sa di cosa parlo, se non altro per il costante bombardamento mediatico a cui siamo sottoposti: la CRISI.
Ma tra me e voi, onestamente, ci state capendo qualcosa?
Concediamoci un aiutino:
“Il perseguimento dell’unione monetaria con forte anticipo sull’integrazione delle economie può danneggiare alcune di esse e non consente una distribuzione fra i paesi membri dei vantaggi e degli svantaggi connessi con il processo di unificazione. L’integrazione riguarda i fattori produttivi, le istituzioni in cui tali fattori sono organizzati, le norme che ne regolano e ne promuovono la circolazione, i prelievi fiscali e previdenziali, i trasferimenti di reddito compensativi. Senza l’integrazione delle economie, la rinuncia dei paesi membri all’uso autonomo del tasso di cambio e degli altri strumenti di politica monetaria può danneggiare alcuni di essi”.
(Guido Carli, Considerazioni finali del governatore della Banca d’Italia, 1971)
“La critica più seria all’Unione monetaria è che, abolendo gli aggiustamenti del tasso di cambio, trasferisce al mercato del lavoro il compito di adeguare la competitività e i prezzi relativi.
(…)Diventeranno preponderanti recessione, disoccupazione e pressioni sulla Bce affinché inflazioni l’economia.
Una volta entrata l’Italia, con una valuta sopravvalutata, si troverà di nuovo alle corde, come nel 1992, quando venne attaccata la lira”.
(Rudiger Dornbusch, economista del MIT, Foreign Affairs, 1996)
“Si presenta l’Europa come una sorta di paradiso terrestre, ma per noi nella migliore delle ipotesi sarà un limbo e nella peggiore un inferno. Bisogna riflettere su ciò che si sta facendo: la cosa più ragionevole sarebbe stato richiedere e anzi pretendere, essendo noi un grande paese, la rinegoziazione dei parametri di Maastricht”.
(Bettino Craxi, intervista del 1997)
“Invece di favorire l’armonia intra-Europea e la pace globale, è molto più probabile che il passaggio all’unione monetaria e l’integrazione politica che ne conseguirà conduca a un aumento dei conflitti all’interno dell’Europa.
(…)Le aspirazioni francesi all’uguaglianza e quelle tedesche all’egemonia non sono compatibili: gli effetti economici avversi di una moneta unica controbilancerebbero abbondantemente qualsiasi guadagno che si otterrebbe dalla facilitazione del commercio”.
(Martin Feldstein, professore ad Harvard, Foreign Affairs,1997)
“Muovere verso una compiuta unione monetaria dell’Europa è come mettere il carro davanti ai buoi. Uno shock importante provocherebbe una pressione insopportabile all’interno dell’Unione, data la scarsa mobilità del lavoro, l’inadeguata redistribuzione fiscale e l’atteggiamento della Bce, che vorrebbe probabilmente perseguire una politica monetaria restrittiva per mantenere l’euro forte quanto il dollaro. Questa è certamente la ricetta per notevoli problemi futuri”.
(Dominick Salvatore, economista della Fordham University di New York, American economic review, 1997)
“L’Unione monetaria non è stata progettata per fare tutti contenti. È stata progettata per mantenere contenta la Germania, per offrire quella severa disciplina antinflazionistica che tutti sanno essere sempre stata desiderata dalla Germania, e che la Germania sempre vorrà in futuro”.
(Paul Krugman, professore a Princeton, premio Nobel per l’economia, Fortune, 1998)
Come potete notare, capire quello che succede è il primo passo per poter realmente porre fine ad un percorso di sofferenze inutili ed è per questo che, se ci fate caso, più di qualcuno ce la mette tutta affinché ciò non accada.
“Dichiarare il mondo intrasformabile è il primo passo da compiere per renderlo effettivamente tale”.
(Diego Fusaro)
La Storia ci insegna che certe dinamiche si sono più volte riproposte e, quando si parla della necessità di smantellare l’eurozona, non si tratta di voler tornare indietro ma di voler ancora una volta andare avanti.
Ma volete sul serio lasciar decidere qualcun altro della vostra vita?
Attenzione, perché “gli interessati tutori imprigionano i vili e i pigri in una «carrozzina da bambini» paventando loro i rischi che si corrono a voler camminare da soli. Non s’impara a camminare senza cadere, ma questo li terrorizza, per cui rimarranno infanti per tutta la loro vita”.
Volete reimparare ad autogestirvi nell’interesse della vostra comunità o preferite rimanere in uno stato di minorità prendendo ordini da chi di certo non ha a cuore il vostro benessere ma solo il proprio tornaconto?
“Minorità è l’incapacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro. Imputabile a se stesso è questa minorità, se la causa di essa non dipende da difetto d’intelligenza, ma dalla mancanza di decisione e di coraggio. Sapere aude! Abbi il coraggio di servirti della tua propria intelligenza!”.
Certo! Perché il problema è tutto qua!
Cosa volete fare della vostra vita?
Proviamo a chiederlo a Francesco Neri, una persona che ha deciso coraggiosamente di fare uso del proprio intelletto, di non arrendersi, di informarsi, di guardarsi intorno e provare a fare qualcosa senza restare con le mani in mano.
Ciao Francesco…
Cosa pensi dell’attuale situazione socio-economica europea?
La situazione attuale è stata disegnata a tavolino per rovinarci e riuscirà in questo intento a meno di un netto cambio di direzione. La speculazione mondiale ha in mano tra conti alle cayman e fondi edge, 100 volte il pil mondiale. Chiaro che i soldi non interessano più loro: ne fabbricano quanti ne vogliono. Vogliono tutto il resto. E per averlo devono costringerci a vender loro tutto: si chiamano privatizzazioni.
Qual è la tua esperienza personale?
La mia esperienza personale di agente di commercio nel settore dell’audio professionale parla di ricavi in calo del 50% e di utili in calo del 100%. Spariti. Autonomia scarsissima per quasi tutti gli attori del mio comparto.
Pensi che il nostro paese possa trovare la forza di risollevarsi continuando su questa strada?
Che il paese possa farcela continuando su questa strada è da considerarsi un’ipotesi risibile. L’aumento del debito, il crollo del Pil e a breve di tutte le entrate fiscali non può che implodere e infiammarsi. Il Fiscal Compact avrà il benefico effetto esitinguente della benzina buttata a litri su un fuoco al fine di spegnerlo. D’altronde per un economia l’emissione è l’acceleratore, le tasse il freno. Ogni volta che freniamo, aumentando le tasse, ci stupiamo (cioè , fanno finta di stupirsi) che il risultato sia il rallentare. Quando facevo il manovale, molti anni fa girava una battuta: “strano, son tre volte che taglio questa palanca, ed è ancora corta!” Ecco. Questo è Padoan, e prima di lui Letta, prima ancora Monti, ecc.ecc.
Qual è la tua proposta per provare se non altro a resistere in attesa che la situazione maturi ma che nel contempo possa cominciare a promuovere un cambio di paradigma?
Il nostro progetto, teorico nella presentazione, ma subito fattuale nella realizzazione, è la rinascita delle economie locali. Completamente slegate idealmente dagli scambi monetari. Produzione a bassissimo costo e impatto zero di cibo ed energia destinate al consumo in loco e destinate allo scambio solo per quanto riguarda le eccedenze. Poi produrremo tutto il resto: detersivi, rimedi officinali, abiti, macchinari, pannelli FV, motori sterling , stufe a razzo, ecc. Basi informatiche per lo scambio di ogni bene, tempo incluso. A seguire l’istituzione di corrispettivi locali della moneta faciliterà enormemente gli scambi di beni e servizi. Il nostro nemico, anche filosofico, è la monetarizzazione del mondo. Noi dobbiamo ritornare a considerare l’Uomo e l’Ambiente come valori supremi, tutto il resto subordinato ad essi. Demonetarizzare il mondo, partendo dai territori singoli. Pensare globale e agire locale.
Come è nata questa idea? E sopratutto è realmente fattibile? Come riuscire a renderla tale?
Io ero stupefatto, e lo sono ancora, dalla incredibile propensione degli italiani a interessarsi all’ininfluente; basito di quanto siano morbosamente attratti dall’inessenziale con conseguente ignoranza abissale di tutto ciò che conta. Deprivati volontariamente dei più basici strumenti di decodifica della realtà. Mezzo libro l’anno in media e 5,5 ore di TV al giorno dicono tutto. Tirature dei quotidiani bassissime con il corriere dello sport comunque primo. Allora, capito che guerra ci era stata dichiarata, ma con modalità inusitate, ho studiato macroeconomia, per 3 anni. Ho fatto quindi una conferenza sull’argomento, dopo aver, sopratutto, imparato a spiegare le cose in maniera eccezionalmente semplificata. Da cosa nasce cosa e la terza conferenza è stata sulla permacultura, di cui, fino a sei mesi fa, sapevo poco e nulla. La prima volta che ho sentito cos’è la permacultura, si è inserita la chiave di volta di un progetto che a questo punto copre tutto lo spettro, quantomeno le urgenze. Ma c’è una cosa importantissima da tenere in considerazione: se alla gente parli e basta vieni soverchiato, annichilito dalle armi di distrazione di massa. Se invece fai le cose insieme, se sudi insieme, vengono dalla tua parte, capiscono tutto. Diventano convinti e quindi convincenti. Informati e quindi informatori. Consapevoli e quindi spargitori di consapevolezza. Non c’è davvero altra strada. A mio avviso.
Che dire… un in bocca a lupo a Francesco ma anche a noi tutti.
Si avvicinano tempi sempre più duri e, nella speranza che nasca una nuova classe dirigente da un popolo e per un popolo che abbia il coraggio di riprendere in mano le redini della proprio destino, cerchiamo se non altro di rimanere uniti e fare fronte comune. Questa la ricetta per superare il freddo inverno eurocratico.
Sempre che lo vogliate!
“Votare è facile e utile in misura marginale, ma non sostituisce pienamente la democrazia, che richiede un’azione diretta da parte di cittadini impegnati”.
(Howard Zinn)
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