La Rivoluzione "degli Altri"
Cari lettori, militanti e patrioti, anche questa tornata elettorale Scozzese ha lasciato un immaginabile amaro in bocca, una sensazione di occasione perduta e l’inevitabile conferma dell’immobilismo politico e culturale dello scenario italiano.
Tutto questo lascia una scia di delusione, chiaramente per chi si aspettava che l’Indipendenza Scozzese portasse a qualche grande sconvolgimento dello scenario Europeo, bastava però essere capaci di filtrare l’entusiasmo degli Euro-scettici nostrani con un minimo di ricerca, non solo storica, sulle radici dell’appartenenza della Scozia alla Gran Bretagna e su quali partiti hanno promosso il referendum, per capire che eravamo davanti alla solita solfa mediatica.
Analizzerò per voi alcuni aspetti fondamentali di questa storia, focalizzandomi su “ di Noi “ e meno “ degli Altri “
Non confondiamo la Storia con il Cinema
La notizia del Referendum Scozzese girava ormai da qualche anno, in seguito ad una serie di scoperte di giacimenti petroliferi a nord delle Higlands, un piccolo capitale economico da gestire in modo autonomo per rilanciare il paese in una fuoriuscita dai vincoli ( non esattamente così stretti come si immagina ) del Governo Inglese. Da quel momento in poi, un certo sentimento di Indipendenza è tornato a farsi strada “politicamente” in alcuni partiti Scozzesi, mentre prima si è quasi sempre assistito alla rivendicazione di indipendenza culturale, ben propagandata dal mito mediatico del film Braveheart e della figura di William Wallace.
Proprio da questo “immaginario” dobbiamo partire, sfatando alcune perle di disinformazione che purtroppo, come spesso accade per via degli arrangiamenti cinematografici americani rispetto a fatti di storia europea, creano più danni che altro.
Nel film Braveheart si racconta la storia di William Wallace, un “ribelle” scozzese che combatte per rendere indipendenti gli scozzesi del XIII secolo D.C.
Interpretato da Mel Gibson ( che da quella esperienza cinematografica si appassionerà di film storici per produrne una serie diversa, chiaramente tutti con una chiave metaforica e antistorica che puzza di propaganda americana ), Wallace nel film è lontano anni luce dalla figura storica e realmente esistita di un personaggio che non è proprio considerato il primo Eroe di Scozia, ne il più importante.
Mentre nel film vediamo un cappellone in fillmore ( termine gaelico per indicare il kilt, non come comunemente intendiamo la gonna maschile scozzese, ma un lungo telo da usare sia come kilt che come mantello per le spalle ) guidare uomini di clan differenti contro il nemico principale Edoardo I d’Inghilterra, conosciuto anche come Edoardo Plantageneto, la storia reale è molto differente.
Wallace era un feudatario di origini Gallesi ( Wallace da Walles ), che vestiva alla maniera Normanna ( per cui va esclusa la possibilità che fosse pitturato e con il kilt, che è una licenza poetica di molti registi ) e che mai ebbe una relazione sentimentale con la figlia del suo nemico principale, il sovrano d’Inghilterra Edoardo I, come ci viene proposto nella rappresentazione cinematografica. Combatte con truppe di milizie scozzesi, non con gli higlanders in kilt ( ma non escludiamo che uomini dei Clan facessero parte del suo esercito ) e quando fu catturato e ucciso il suo corpo fu smembrato in varie parti e esposto ai 4 angoli d’Inghilterra, come vanto di Edoardo I ma anche in ricordo della crudeltà di Wallace, che quando assediava città o avamposti inglesi faceva uccidere tutti senza pietà.
Ecco che il “mito” dell’Eroe duro e puro, dall’indole buona e coraggiosa scompare con la comparazione della figura storica.
Stessa meccanismo di disinformazione è accaduto per quanto riguarda la Sovranità della Scozia moderna, che non va confusa assolutamente con l’imperialismo e l’occupazione che hanno subito gli Irlandesi per oltre 700 anni dai Britannici.
Qui una delle chiavi di lettura per capire l’inutile entusiasmo, sollevato dal referendum, da parte di coloro che vedevano in questa occasione la sollevazione dell’ “ Europa dei Popoli”.
La Scozia ebbe un autonomia fino al 1707, riconosciuta dal 843 D.C., lasciata invariata dagli stessi Inglesi nonostante i tentativi d’Indipendenza di Wallace e che culminò con l’annessione alla Gran Bretagna con l’Atto d’Unione.
Nonostante i tentativi di non aderire alla Gran Bretagna, sostenuti dai Clan Scozzesi delle Higlands che rivendicavano la loro Sovranità attraverso la gestione dei territori in mano ai Clan e non ad un Governo, la Scozia del 1700 aderisce a pieno titolo alla Gran Bretagna, anche sopratutto per un motivo importante, le casse della corona Scozzese sono vuote e i debiti alti, occorre che qualcuno pensi a pagare quei debiti e ci penserà l’Inghilterra.
Bisogna anche dire che, dalla fine della dinastia Tudor ( primi anni del 1600 ) sono la famiglia reale scozzese degli Stuart a succedersi al trono Britannico, diventando sia Sovrani di Scozia che d’Inghilterra.
In brevissimo, senza troppo entrare nei particolari storici, ho dimostrato come il miraggio di una Scozia Indipendente e fomentatrice di istanze sovraniste era già da scartare a prescindere, proprio confrontando la Vera storia della Scozia e non quella che il cinema ha voluto insegnarci, la storia di un paese che scelse l’annessione alla Gran Bretagna volutamente e non fu vittima di invasioni militari o stermini etnici, come accaduto in Irlanda.
Un non-popolo in attesa di essere liberato, incapace di analizzare la sua situazione, può solo auspicare un intervento “ esterno”, ed è quello che ormai succede all’Italia.
Tanti, troppi, speravano che l’esito positivo del Referendum sull’Indipendenza Scozzese ponesse le condizioni per un crollo dell’Unione Europea, senza tenere conto di alcuni passaggi politici importantissimi, tipo :
- la maggioranza dei partiti promotori del Referendum sono pro-UE
- La Scozia fa parte dello SME
Due fattori, fondamentali, per comprendere quanto invece è possibile che dietro il presunto ( e fallito ) tentativo d’Indipendenza vi fossero strategie e disegni proprio dell’Unione Europea, come lo scorporamento della Gran Bretagna ( gli Inglesi, leader in europa e nel mondo negli ultimi 800 anni e ormai affossati, oltre che messi da parte dal nemico di sempre, la Germania, che usci sconfitta dalla II Guerra Mondiale ).
L’unico partito che è Sovranista ( quindi non Euroscettico ) è il Partito dei Lavoratori Scozzesi, anima anomala della galassia della Sinistra Europea, figlio dell’eredità culturale e politica di un grande, ma poco conosciuto, Scozzese del 1900.
Parlo di James Connoly, di cui ho narrato gesta in un altro articolo su Appello al Popolo , fondatore del partito di ispirazione Socialista e Tradizionalista.
Auspico una crescita di quel movimento, le loro posizioni e punti di partenza hanno moltissime cose in comune con ARS.
Torniamo però a Noi.
L’attesa
Dopo la “Caporetto degli Euroscettici” ( il voto all’Europee del Maggio scorso ) è evidente a tutti ( tranne a chi non vuole vedere ) che nessuno dei partiti politici nostrani è sovranista.
La Lega ha già “mollato” il colpo sulla questione Euro e sta riportando il dibattito politico a livelli locali ( come l’emergenza immigrati e sicurezza ), il M5S resta “ambiguo” sulle posizioni e Fratelli d’Italia sta sondando il terreno per capire quale brand andrà di più nella stagione 2014-2015 tra cose come : legge elettorale, debito pubblico e reddito di cittadinanza.
Nessuno di loro, per intenderci, ci sarà d’aiuto.
Ecco che quindi, a costo di sembrare estremamente petulanti, sono sempre più evidenti le condizioni del Paese Italia, un paese di persone colpite dalla crisi e sensibilizzate ( in parte ) sui temi Sovranisti, che non ha nessun riferimento Politico capace di incidere su questa dinamica.
Ho volutamente non inserito nella lista qui sopra partiti come Rifondazione o Comunisti Italiani, perche realmente ormai fuori dai giochi da anni.
Occorre quindi riflettere in questa fase ed essere sinceri, non ci libererà nessuno !
E evidente la situazione che ci vede privi di un organizzazione politica che ponga come testa di ponte del suo operato la Sovranità, organizzazione che deve essere costruita a partire dalla miglior cittadinanza che vi aderisce, militando, per costruire l’ossatura di un partito politico che sia in grado, nelle elezioni del 2018, di dare la svolta e rappresentare le istanze sovraniste.
Non possiamo più aspettare che, in luoghi lontani e differenti insorga un Popolo che, una volta liberate le catene che lo costringono in schiavitù, rischi la vita e impieghi risorse per liberarne un altro, il nostro, che in questo momento galleggia tra militanti ( pochi ) e tanti ( troppi ) rivoluzionari da tastiera.
Abbiamo davanti il 2015, anno fondamentale per la costituzione di nuclei e gruppi territoriali dell’ARS, capaci di aggregare i Capitani e costruire le relazioni e i momenti formativi per contribuire a questa ossatura iniziale, necessaria, al fine di lavorare nel biennio 2016-2018 sulla creazione del Fronte Sovranista Italiano.
Nello scenario Europeo, situazione Ucraina a parte, non esistono altri momenti politici per cui attendere un rovesciamento dei fronti, quindi non vi sono per il momento ” altre scuse “
Non saranno ne i Baschi ne i Catalani nelle loro istanze nobili d’indipendenza politica e di riconoscimento etnico a piantare un coltello nel fianco all’UE, ma solo quando paesi come il nostro, mortificati ogni giorno dall’interno e dal nemico proprio per scongiurare qualsiasi forma di riscatto sociale, si alzeranno e compieranno il gesto della Rivoluzione, solo allora, tremerà l’Europa.
Occorre liberarsi, anche della cattiva abitudine di non credere piu che siamo in grado di farlo da soli.
ARS crede e riconosce al Popolo Italiano questa virtù.
Ci Libereremo
Aaron Paradiso
ARS Lombardia
Invece il referendum scozzese ed i suoi risultati sono importanti perché dimostrano la forza che il nazionalismo (chiamatelo sovranismo, patriottismo o come volete) è in grado di generare. Dopo 300 anni di unione con uno degli Stati più blasonati e potenti della storia, di cui si condividono lingua, costumi, tradizioni e territorio (la stessa isola), oltre metà degli scozzesi propugna il distacco dall’Inghilterra (la vittoria degli unionisti è dovuta al fatto che è stato dato il voto anche agl’inglesi e agli stranieri residenti in Scozia).
Si tratta di un potenziale esplosivo per il regime mondialista. La speranza è che questo potenziale venga attivato dall’incombente sfacelo socioeconomico.
Del tutto irrilevante, invece, la fondatezza storica delle rivendicazioni di affrancamento degl’indipendentisti. Il gregge si governa con il mito. Ogni comunità politica se ne costruisce uno.
Rispondo al tuo commento:
Il potenziale sprigionato da questo referendum, come lo indichi tu, sembra essersi già perso nell’etere, come del resto quello euroscettico delle europee. Di sicuro si governa anche con il Mito ( ti invito a leggere altri miei articoli su AP che parlano proprio di questo ), ma non si può pretendere di vivere con il Mito altrui o almeno, si deve essere trasparenti nel dire che è pura propaganda.
I partiti pro-indipendenza Scozzesi possono coalizzarsi tra di loro e continuare la battaglia oppure ridividersi su questioni marginali, resta che lo scossone che ci si immaginava non ha dato alcun effetto.
L’entrismo euroscettico di alcune coalizioni o partiti, ha generato scossone nell’Europa o ha disperso
tempo, risorse e persone ?
L’ennesimo proclama di Referendum sull’ Euro ( bada, referendum sull’euro non sui trattati di Lisbona e Maastricth ) è o non è un tentativo di dare uno scossone, consapevoli che questa strada non porta sul binario in direzione “ Uscita dall’Unione “ ?
Da sola la Scozia non poteva altro che perdere nuovamente e in modo romantico come a Culloden Mor nel 1746, ne apprezziamo sforzi e coraggio e il mio testo non minava il loro lavoro ne punta il dito sulla loro sconfitta, ma anzi, è votato a generare due distinte reazioni nei lettori:
essere pronti a capire che Tocca Anche a Noi o fingere che questo dovere, di liberazione, spetti prima agli altri.