“…e quel giorno uccisero la felicità” per ricordare Thomas Sankara
Per l’imperialismo è più importante dominarci culturalmente che militarmente. La dominazione culturale è la più flessibile, la più efficace, la meno costosa. Il nostro compito consiste nel decolonizzare la nostra mentalità».
Queste sono le parole di un grande uomo, che si chiama Thomas Isidore Noël Sankara.
Dopo una iniziale carriera militare divenne nel settembre 1981 segretario di stato dell’Alto Volta, piccolo stato africano, ex colonia francese, lasciò tale incarico nell’aprile del 1982 essendo in disaccordo con il regime dell’epoca troppo distante a suo dire dal popolo e dai lavoratori, partecipò e guidò nel novembre 1982 un colpo di stato che portò al potere Jean-Baptiste Ouedraogo, e Sankara divenne Primo Ministro, ma venne destituito dal suo incarico e messo agli arresti domiciliari in seguito alla visita di Jean-Christophe Mitterrand, figlio dell’allora presidente francese François Mitterrand. L’arresto di Sankara e di altri suoi compagni causò una rivolta popolare che portò ad un secondo colpo di stato guidato dall’amico Compaoré, che nell’agosto del 1983 lo portò a diventare presidente dell’Alto Volte all’età di 35 anni.
Esattamente un anno dopo al suo insediamento cambiò stemma, bandiera e nome del paese in Burkina Faso, che tradotto vuol dire “terra degli uomini integri“, a quel punto iniziò a stravolgere la cultura, la politica e l’economia del paese che fino ad allora era ridotto alla fame ed alla povertà, portando le donne ad avere uguali diritti ed opportunità, portando il paese a sfruttare le proprie risorse economiche per liberarlo dallo sfruttamento delle solite potenze occidentale che da sempre si imponevano, migliorò sanità , l’istruzione e la qualità della vita in Burkina, e tutto nel giro di 3 anni. A quel punto si concentrò sulla politica estera, mostrando senza remore le sue idee rivoluzionarie ed avanti per i tempi, dapprima attaccando apertamente più volte il presidente francese Mitterand, reo di appoggiare il governo di Pieter Willem Botha in Sudafrica, stato in piena apartheid e poi rifiutando il coinvolgimento militare operato da Charles Taylor, uomo dichiaratamente in mano ai servizi segreti francesi ed alla CIA americana.
Quello che però cambiò gli equilibri fu la scelta di fare un memorabile discorso all’OUA (1987), coraggioso ed avanti con i tempi contro il coloniasmo occidentale e il debito imposto che da sempre schiavizzava gli stati africani. Nel suo discorso Sankara esortò gli altri stati a ribellarsi, cercando alleati per cambiare e liberare per sempre il continente dall’oppressione, esponendosi in quel modo consapevolmente ad un rischio enorme a cui non volle sottrarsi. Il 15 ottobre 1987, a pochi mesi dopo quel discorso, in seguito ad un colpo di Stato organizzato dall’ex-compagno e collaboratore Blaise Compaoré, con l’appoggio di Francia, Stati Uniti d’America e militari liberiani, venne ucciso, assassinato e tradito.
La sua unica colpa fu quella di essere un vero uomo di stato, integro, colto, onesto ed attaccato alle sue radici ed alla sua gente.
Attualmente in Burkina non è neanche permesso alla popolazione di ricordarlo, di onorarlo e festeggiarlo a dovere, tutto è stato cancellato, tutto è tornato come prima del suo avvento, fame e povertà regnano e le potenze occidentali sono ritornate a sfruttare a discapito della povera gente. La sua figura meritarebbe di essere studiata nei libri di storia, in tutto il mondo, in soli 3 anni scolvolse positivamente la vita e la cultura di un popolo che da sempre era oppresso, sottomesso, schiavizzato, portandolo a reagire ed operare per essere libero ed indipendente, ma la cosa che più rimane impresso studiando la sua vita e la voglia indomita di stradicare un retaggio culturale dannoso per il suo popolo, cercando di portarlo ad una vera e propria rivoluzione culturale, e tutto questo nel 1987, senza internet, senza grandi mezzi a disposizione.
La sua figura rimarrà per sempre nel mio cuore. Ringrazio di averlo potuto conoscere e studiare. Lui nella sua pur breve vita ha dimostrato che militando, facendo ed operando, tutto è possibile e realizzabile, anche il sogno più grande ed impossibile.
Grazie Presidente Sankara.
Gia’, non mi stanchero’ mai di commuovermi pensanso a lui. Bravo Mauro, non potevi trovare parole migliori. Ogni volta che mi sentiro’ smarrito o solo in questa rivoluzione, rileggero’ queste righe per ritrovare le giuste forze.
Complimenti Mauro !