Documento di analisi e proposte dell'ARS: Agricoltura
L’Unione Europea con la Politica Agricola Comune (PAC) degli ultimi decenni ha determinato un netto decremento della produzione agricola italiana, attraverso l’introduzione di aiuti finanziari legati esclusivamente alla proprietà del terreno ed incuranti dell’effettivo contributo produttivo. Inducendo così alcuni agricoltori a lasciare incolti i loro terreni per vivere di rendita o a modificarne la vocazione a fini esclusivamente ambientali, ricreativi o energetici. Ciò si è drammaticamente riflesso in negativo sulla bilancia commerciale italiana. Generando un potente flusso di materie prime agricole dall’estero che hanno ulteriormente indebolito l’agricoltura italiana e l’economia nazionale tutta. Inoltre, i processi di globalizzazione in atto, insieme al dirigismo tecnocratico della U.E., realizzato ad uso e consumo delle aziende che operano con economie di scala, stanno ulteriormente riducendo il numero delle piccole e medie aziende agricole disgregando il tessuto sociale che verte su di esse.
L’adozione di politiche protezioniste, con l’adozione di dazi e tariffe, in tutti quei casi in cui l’agricoltura nazionale risulti aggredita da fenomeni di concorrenza da parte di paesi terzi, insostenibile da parte dei nostri agricoltori, appare l’unica possibile soluzione per evitare l’ulteriore aggravarsi della crisi in atto.
Infine il ripristino di una politica agricola nazionale in luogo di quelle attuali euro-centriche ed il recupero di una moneta nazionale con cambio monetario gestibile in funzione delle necessità economiche appaiono sempre più una impellente necessità, al fine di garantire la sopravvivenza ed il rilancio dell’intero comparto agricolo.
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