ARS e Lega Nord: incompatibili e su fronti opposti
di STEFANO D’ANDREA (ARS Abruzzo; Università della Tuscia)
Mi chiedono di chiarire quali punti programmatici dovrebbero differenziare, secondo il mio punto di vista, il partito sovranista che l’ARS desidera e vuole concorrere a creare, da un lato, e la Lega, dall’altro. Molti no-euro che ci conoscono e credo ci stimino, infatti, non comprendono l’atteggiamento severo dell’ARS nei confronti della Lega.
Mi limito soltanto ad alcuni punti. Il partito sovranista dovrebbe sostenere:
1) lo statismo socialista nei settori strategici, che andrebbero nazionalizzati, socializzati, o sottoposti a controllo pubblico mediante la riscoperta delle partecipazioni statali, che sono state gloria dell’Italia;
2) una critica del grande capitale finanziario e della rendita non solo finanziaria, ma anche di quella urbana, la quale è in parte pulviscolare (molte persone comuni ne beneficiano, per corruzione, cointeressenza ignara con chi compie la corruzione, o fortuna);
3) l’esigenza di una nuova classe dirigente che il partito dovrebbe formare e selezionare (le classi dirigenti le formano e selezionano i partiti, sia nelle democrazie sia negli stati totalitari); se i partiti abdicano, entrano i Colaninno, i De Benedetti, i Bazzoli, i Serra, i Monti, i Passera, i Della Valle, le mignotte, i papponi, gli spacciatori, i cocainomani e i ruffiani;
4) dovrebbe essere antimoderno nelle strategie di comunicazione, nel senso di ricorrere a una efficace comunicazione delle proprie idee, rifiutando i trucchetti, spesso squallidi e pericolosissimi, suggeriti dal marketing politico. Per esempio la Lega, pur non sostenendo, da un punto di vista politico-legislativo, soluzioni razziste ai vari problemi posti dalla presenza degli stranieri irregolari, utilizza questi problemi per una propaganda che cavalca e diffonde il razzismo, ergendoli a primo problema degli italiani. Questo comportamento è verminoso e indebolisce e fa degenerare il popolo italiano;
5) dovrebbe sostenere una imposizione progressiva che arrivi, oltre un certo livello (500.000 euro?), anche al 90% dei redditi. Tutto ciò non avrebbe la funzione di fare gettito ma quella di fare giustizia. Ovviamente le imposte complessivamente dovrebbero diminuire e i ceti popolari e medio-bassi pagherebbero meno imposte, anche per lo spostamento del peso fiscale dalle imposte indirette a quelle dirette;
6) dovrebbe combattere il capitale marchio, in vari modi, rivitalizzando così il piccolo commercio e la piccola impresa, e sottoporre a trattamento fiscale diverso e molto più severo sia i proventi della pubblicità e delle sponsorizzazioni, sia la possibilità di dedurre le spese pubblicitarie (i costi per la pubblicità non sono costi di produzione e distribuzione);
7) dovrebbe fare della Scuola e della Università decisivi strumenti di mobilità culturale e sociale, rigettando l’autonomia scolastica e universitaria, centralizzando la disciplina dell’attività didattica, tornando a mettere al centro della scuola l’insegnamento delle discipline da parte degli insegnanti e l’apprendimento delle medesime da parte degli studenti. La valutazione dovrà tornare ad essere giusta e quindi giustamente severa. Chi non raggiunge i risultati minimi richiesti deve ripetere l’anno. Fare di tutto per far conseguire i risultati minimi è un conto ed è cosa giusta e sacrosanta, ma abbassare l’asticella o mandare avanti chi non ha dimostrato di saperla saltare è assurdo, rovinoso e in ultima analisi ultra-classista;
8) dovrebbe promuovere la riduzione al minimo del regionalismo, togliendo alle Regioni quanti più poteri la Costituzione del 1948 consentiva di togliere, combattere il macroregionalismo come una follia stupida ed eversiva e perseguire esclusivamente il localismo. Il localismo implica il centralismo, perché è lo Stato che promuove il localismo: la vita dei cittadini, a parte le grandi città, si svolge nella contrada, nemmeno nella provincia, che spesso è costituita da due, tre o quattro contrade;
9) dovrebbe sottrarre al grande capitale il potere di conformare l’opinione pubblica, l’animo, la psicologia e l’immaginario dei cittadini, sia mediante il trattamento fiscale della pubblicità sopra suggerito, sia promuovendo molte televisioni e radio a diffusione quantitativamente limitata;
10) dovrebbe perseguire la piena occupazione a beneficio di tutti coloro che vivono di redditi da lavoro, autonomi e subordinati;
11) raggiunto il potere, dovrebbe porre la questione della liberazione dell’Italia dagli occupanti statunitensi.
Come vedete, secondo il mio punto di vista il Fronte Sovranista Italiano dovrà essere completamente opposto alla Lega.
Cari no-euro, volete restare immobili per i prossimi tre anni e mezzo in attesa di votare Lega, perché ha detto “no-euro” (ma sappiate che anche Renzi dirà no-euro e che l’Italia uscirà per decisione di Renzi e Berlusconi), e difenderla se qualcuno osa criticarla, perché bisogna criticare soltanto il PD (come un tempo bisognava criticare soltanto Berlusconi e successivamente soltanto il partito unico ma non il M5S)? O volete aiutarci a costituire il Fronte Sovrannista Italiano? Qual è la scelta che testimonia il vostro valore? E quale quella che sancisce la vostra pigrizia e la vostra accidia?
Sono piuttosto d’accordo con molti dei vostri obiettivi, ma vorrei fare alcune considerazioni. 1-Il problema degli stranieri irregolari, anzi, del loro continuo arrivo e’ effettivamente uno dei principali problemi dell’Italia. Non si dovrebbe metterlo in un’ottica veramente razzista (troppi stranieri irregolari sarebbero un problema anche se fossero Svedesi alti e biondi), ma e’ ormai un’emergenza. 2-La questione della liberazione dell’Italia dagli occupanti statunitensi e’ pure di primaria importanza, ma forse Salvini, e qualsiasi altro capo politico, hanno un po’ paura a parlarne chiaramente (gli agenti della CIA non sono sempre occupati a salvare i buoni come nei film). 3-Fino a quando il Fronte Sovranista Italiano non si presentera’ a eventuali elezioni, perche’ non votare per la Lega, dato che almeno critica la UE e l’Euro (senza aspettarsi che cio’ risolva i problemi, ma almeno per dare un segnale)? 4-Dato che desiderate essere aiutati a costituire tale Fronte anche nel Nord Italia, perche’ non fate qualche convegno a Milano o localita’ limitrofa?
Non voterei per la Lega neppure sotto tortura.
Ergo anche l’ARS, prima ancora di esistere, parte già con l’idea di avere il50% +1 dei suffragi.
Come il M5S, che però almeno esiste (il che dal mio punto di vista è un dramma).
Oppure, il che è peggio, si prefigurano alleanze con veruni figuri di sinistra, magari ripuliti.
Brutta strada, e pure scoscesa.
Beh, ogni partito quando cerca di nascere o è appena nato e aspira a raggiungere il livello più alto possibile fa così, non soltanto il M5S. Forse la Lega nel 1992 diceva di volersi alleare con il PDS o con la DC o con il PSI o con i verdi o con il MSI?
Che io ricordi (ma posso ovviamente sbagliare) NON diceva di non voler avere nulla a che fare per esempio con il suo interlocutore naturale (Silvione) salvo il breve periodo che tutti sappiamo.
Ma calandoci nella realtà attuale, l’ARS, una volta divenuto partito, dovrà fare come tutti, in questo disgustoso inganno noto come democrazia: allearsi, scendere a compromessi, fare scelte di campo.
I vostri interlocutori possibili sono pochi: il partito malthusiano unificato (M5S), l’ex secessionista (LN), la sinistra cosmetica per ridere (se esisterà ancora quella roba che va dalla sinistra PD a Vendola a Landini).
Direi che avete già deciso da che parte stare in modo molto deciso.
Silvione viene fuori nel 1994. La lega (allora solo lombarda) aveva eletto un deputato e un senatore nel 1987 e nel 1991 (ormai come lega nord) era andata da sola alle amministrative, vincendo in moltissimi comuni. Nel 1992 aveva preso l’8,7% alle politiche da sola (opponendosi a tutti e contestando tutti). Poi dopo ha fatto le sue scelte.
Ciò che ha fatto la lega è del tutto normale per un partito nuovo, che ha bisogno di differenziarsi dagli altri e, se riesce, di distruggere e sostituire tutti gli altri. Il partito comunista d’italia andò da solo ne 1921 e nel 1924. Va anche detto che non si può sapere come e cosa saranno gli altri partiti quando in Italia una alleanza sovranista sarà in grado di candidarsi a elezioni nazionali.
Per ora, comunque, siccome dobbiamo nascere e il percorso è ancora lungo e ovviamente incerto, è assolutamente ovvio che dobbiamo definire la nostra identità marcando le differenze dalle opzioni politiche esistenti.