Dai datteri al gas, come ricostruire un Medio Oriente all’anno zero
di ALBERTO NEGRI
I pomodori e il gas dell’Algeria, il petrolio dei curdi dell’Iraq, le ambizioni delle monarchie del Golfo e quelle dell’Iran: sono mille i volti dell’economia mediorientale e della sponda Sud che incrociano i destini della geopolitica. Con una domanda su tutte: come ricostruire il mondo musulmano e la Siria dopo l’Isis, con quali risorse umane, oltre che economiche, e con quali frontiere? E quali saranno i punti caldi delle guerre a frammentazione in corso in una regione vitale per la nostra sicurezza, le risorse energetiche, i migranti?
Il futuro è sempre una conseguenza del passato. Nell’articolo di Negri ci sono domande sul futuro , ma pochissime notizie sul passato, sembra che l’oggi si sia prodotto per incanto probabilmente per un’influenza astrale. L’Algeria dopo la liberazione coloniale ha cominciato a trasformare la sua economia, già negli anni ’70 del secolo scorso stava facendo importanti investimenti per lo sviluppo economico dell’interno. La sua collocazione politica a livello mondiale non era gradita e misteriosamente , in un Paese molto laico, comparvero i ribelli mussulmani che ( in giro per il mondo) trovarono tanti amici e finanziatori. Destabilizzare un Paese non era così difficile, e alcuni sono veri specialisti. Nonostante tutto il Paese con Bouteflika è riuscito a superare l’emergenza e a schivare ” le primavere arabe”. Oggi, se supera la successione di Bouteflika potrebbe essere un accettabile partner. La Siria era il Paese più stabile del Medio Oriente , un Paese anch’esso laico, dove il fondamentalismo non si sarebbe mai affermato, ma dopo l’attacco all’Irak di Saddam Hussein poteva essere tollerato un Paese autonomo? Come d’incanto armi e volontari arrivarono in Siria per portare la libertà, le primavere arabe poi diventavano una grande occasione per abbattere tutti i “tiranni” . E i morti, e le distruzioni? Be , quelli sono incidenti collaterali, non si può pensare a tutto , l’esempio dell’Irak è davanti ai nostri occhi. Il giornalista da esperto di questi problemi se ne deve essere dimenticato di esporli, in fondo di problemi ne ha accennati tanti!