OSS, CIA e Unità Europea: il Comitato Americano per l’Europa Unita, 1948-60 (3a e ultima parte)
di RICHARD J. ALDRICH [traduzione di Domenico Cortese (Josh Mirante) – FSI Vibo Valentia; revisione a cura di Paolo Di Remigio – FSI Teramo]
La ricerca del federalismo popolare
In Europa continentale nei primi anni ’50 il lavoro dell’ACUE si concentrò sempre di più anche sulla propaganda e l’azione di massa. Durante il subbuglio per la riorganizzazione del Movimento europeo nel 1950, esse si rivolsero alle organizzazioni affiliate al Movimento europeo per promuovere il federalismo; questo in pratica significò un’Unione europea dei federalisti dominata dai francesi, che Donovan considerava essere il gruppo più efficace. I francesi proposero di mettere in azione Strasburgo lanciando un movimento populista di gente comune, il Consiglio europeo di vigilanza, sotto Henri Frenay, capo della lotta di resistenza francese, che si sarebbe riunito in un palazzo adiacente al Consiglio d’Europa, e lo avrebbe inondato con petizioni locali a sostegno del federalismo. L’ACUE diede al Consiglio di vigilanza un’assegnazione iniziale di $ 42.000[79].
Nella primavera del 1951, sotto la nuova direzione di Spaak, il Movimento europeo nel suo complesso fu un’organizzazione di nuovo efficace. L’ACUE, Spaak e Frenay si buttarono nell’impresa di generare un favore di massa per il federalismo. Nel breve termine speravano di creare favore per il piano Schuman, per una maggiore autorità del Consiglio d’Europa e per l’idea di un esercito europeo, chiamato in seguito EDC. Dopo «ampi colloqui» tra Donovan ed Eisenhower nella primavera del 1951, l’ACUE pose un’enfasi crescente sull’integrazione della Germania in Europa occidentale, per acquietare le paure di un riarmo e le preoccupazioni americane su una deriva tedesca verso la neutralità. Nonostante sapesse che un’Europa federale non era immediatamente imminente», Donovan concluse che «uno schema di autorità specializzate creerà in Europa la forza militare unificata e l’area di libero scambio economico, che sono necessarie se l’Europa deve ottenere massima forza e assicurare il successo alla missione del generale Eisenhower». Come esempio, Donovan indicò le proposte per un’autorità dei trasporti europei e un’organizzazione europea dell’agricoltura, modellata sul piano Schuman[80].
La convinzione comune a Spaak e Donovan che l’unità europea avrebbe potuto essere portata avanti nel miglior modo da una campagna di propaganda di massa coincideva nettamente con i profondi interessi americani al successo degli sforzi propagandistici nel blocco dell’est nel settore dei movimenti giovanili e delle organizzazioni internazionali in generale. Nell’estate del 1951, un crescendo di attività giovanili comuniste organizzate fu evidenziato da un gigantesco raduno giovanile organizzato dalla «Freie Deutsche Jugend» cui parteciparono circa due milioni di giovani rappresentativi di tutto il mondo. Si stimò che questo singolo raduno fosse costato ai Sovietici più di venti milioni di sterline. L’intelligence britannica ottenne dei filmati del raduno e le sue dimensioni allarmarono importanti politici occidentali, tra cui John J. McCloy, alto commissario americano per la Germania. McCloy, già pesantemente coinvolto in guerre segrete psicologiche americane, riconobbe subito l’importanza di questo sviluppo e decise che fosse imperativa una controazione. Shepard Stone, un membro del suo staff, contattò Joseph Retinger, il segretario-generale del Movimento europeo e gli chiese se fossero disponibili ad organizzare una manifestazione simile in Europa occidentale. Il governo americano avrebbe fornito, e attraverso l’ACUE avrebbe incanalato, considerevoli finanziamenti aggiuntivi, purché li si usasse specificamente per l’impegno sui giovani. Retinger accettò e insieme a Spaak e a Andre Phillip formò un comitato speciale di tre uomini per progettare il profilo della campagna per la gioventù europea [81].
Perciò nel 1951 la maggior parte dei fondi dell’ACUE per l’Europa fu impiegata in una nuova impresa – una campagna per l’unità tra i giovani europei. Tra il 1951 e il 1956 il Movimento europeo organizzò più di 2000 raduni e festival sul continente, in particolare in Germania, dove ricevette l’aiuto dell’esercito statunitense. Uno dei vantaggi aggiuntivi nell’impiegare fondi americani in vasti programmi giovanili era che questo aiutava a mascherare la misura in cui il Movimento europeo era dipendente da fondi americani. Nel maggio 1952 Spaak decise che finanziamenti da fonti americane usati in precedenza per il budget ordinario del Movimento europeo sarebbero stati ora dirottati per l’uso nel «budget speciale» utilizzato per sostenere la varietà crescente di nuovi programmi. Questo mascherò la loro fonte ed evitò ogni accusa di dipendenza dall’America. Di nuovo, nel novembre 1953, Baron Boel, il tesoriere del Movimento europeo, spiegò che era essenziale evitare la situazione in cui gli oppositori dell’unità europea avrebbero potuto accusarli di essere una creazione americana. Per questa ragione «il denaro americano, sostanzialmente accettabile per la Campagna per la gioventù europea e per varie attività ristrette, non poteva essere usato per l’ordinaria gestione del Movimento». Attraverso l’uso di «budget speciali», le forti somme provenienti da fonti americane non furono visibili nel budget ordinario del Movimento europeo[82].
Entro la fine del 1951 era stato istituito a Parigi un Segretariato internazionale della gioventù, con uffici più piccoli in tutta l’Europa occidentale ed una rivista per una campagna sui giovani in cinque lingue. Nel 1952 furono eletti rappresentanti in un Parlamento europeo della gioventù, che dovevano aiutare il Movimento europeo «ad informare le masse dei giovani europei sui loro obblighi verso se stessi ed il mondo libero». Già alla fine del 1953, la campagna stava costando all’ACUE $ 200.000 all’anno[83]. Anche se è difficile individuare la misura in cui queste attività ebbero un impatto sull’opinione delle masse, europeisti di alto grado, bramosi di ulteriori fondi, attribuirono il loro successo alla campagna di massa. Tipica una lettera di Monnet a Donovan dell’ottobre 1952, che sosteneva: «Il vostro continuo sostegno, ora più decisivo che mai, ci aiuterà in misura enorme a realizzare appieno i nostri piani»[84].
Tra 1953 e 1954, l’ACUE rafforzò i suoi legami col governo statunitense. Allen Dulles rimpiazzò Walter Bedell Smith come direttore della CIA e il Dipartimento di stato concluse che i tentativi espliciti di spingere gli stati europei nell’ECD durante il 1953 e il 1954 erano stati controproducenti, perché erano stati visti come un «intervento statunitense non richiesto» e avevano provocato «più antagonismo che sostegno pubblico». Sembrava essere confermata l’opportunità di metodi meno diretti[85]. Il problema più grande su cui ora l’ACUE doveva impegnarsi era la questione tedesca, e l’esempio più interessante di questo impegno fu il tentativo di associare Strasburgo agli sforzi del Comitato per l’Europa libera e dell’ACEN. Fin dal 1953, gruppi tedeschi e dell’Europa orientale facevano rivendicazioni irredentiste conflittuali degli altrui territori. L’ACEN e Radio Europa libera, non solo anti-sovietica ma anche anti-tedesca, pubblicarono documenti e mappe che rivelavano ambizioni verso il territorio della Germania del dopoguerra e verso aree abitate da tedeschi. Il governo tedesco fece ripetute pressioni verso l’ambasciata statunitense «per fermare la diffusione di tale propaganda anti-tedesca»[86].
Queste tensioni minacciavano di interrompere le relazioni tra l’ACEN e le varie delegazioni dell’Europa occidentale a Strasburgo. Sforzi per migliorare la coordinazione tra Strasburgo e il Comitato per l’Europa libera portarono, all’inizio del 1957, ad un ampio studio sulle attività di Radio Europa libera fatto dal Comitato politico speciale del Consiglio d’Europa. Dopo una visita di tre giorni al suo quartier generale a Monaco, si concluse che Radio Europa libera stesse «svolgendo un compito politico estremamente utile» e si raccomandava una maggiore partecipazione europea in quello che era ancora un programma largamente gestito dagli Americani. Nel 1959 il Comitato per l’Europa libera rispose formando un gruppo di consiglieri dell’Europa occidentale ed incoraggiando i capi degli esuli del blocco dell’est a unirsi alle discussioni sull’integrazione europea[87].
Due sviluppi ulteriori caratterizzarono la strategia dell’ACUE alla metà degli anni ’50. In primo luogo ci fu un rinnovato interesse per la politica destinata all’élite, concentrato sul Comitato d’azione per gli Stati Uniti d’Europa di Jean Monnet[88]. Monnet diede importanza ai piccoli incontri e alle pubblicazioni serie «anziché alle grandi manifestazioni e alle polemiche». La strategia di Monnet non era proprio gradita all’ACUE, scontento che egli «si fosse concentrato deliberatamente su elementi laburisti e socialisti» a spese della partecipazione degli industriali francesi e della destra[89]. Nonostante nelle relazioni dell’ACUE le attività di Monnet siano specificatamente rubricate tra i programmi sostenuti, la documentazione che lega Monnet e l’ACUE è scarsa. Questo non deve sorprendere perché Monnet fu anche più cauto del Movimento europeo riguardo al potenziale danno politico che poteva essere causato da rivelazioni sui finanziamenti americani. I soli fondi americani precisamente quantificabili passati a Monnet durante questo periodo arrivarono attraverso la fondazione Ford per sostenere il suo segretariato immediato [90].
Il caso di Monnet e della fondazione Ford evidenzia utilmente le estreme difficoltà che incombono su ogni storico intenzionato a districare il finanziamento segreto del governo americano dal finanziamento esplicito fornito da quelle organizzazioni private e fondazioni pubbliche americane che lavoravano a stretto contatto con il governo statunitense. Fin dal 1949, su richiesta ufficiale di Allen Dulles, la fondazione Ford stava cooperando con la CIA su un certo numero di programmi europei[91]. Nel 1950, l’ACUE e la fondazione Ford coordinarono i loro sforzi per sostenere il federalismo[92]. Inoltre, dalla metà degli anni ’50, le figure più importanti che dirigevano il sostegno americano sia esplicito che segreto furono sempre di più coincidenti. Dal 1953 John J. McCloy e Shepard Stone, che erano stati utili nel pianificare sostanziosi fondi governativi segreti per la Campagna per la gioventù europea, erano entrambi nel consiglio degli amministratori fiduciari della fondazione Ford. McCloy era anche direttore della fondazione Rockefeller.
Nel 1955 McCloy era diventato presidente della fondazione Ford, mentre prestava servizio come presidente del Consiglio delle relazioni estere. Contemporaneamente, lo stesso circolo, comprendente Retinger, McCloy, Allen Dulles, Harriman, David Rockefeller, Jackson e Bedell Smith, era impegnato a creare il gruppo Bilderberg, ancora un’altra organizzazione tra l’esplicito e il segreto che mediava tra governo, organizzazioni pubbliche e private su entrambe le rive dell’Atlantico[93]. Il Comitato d’azione di Monnet e la Campagna per la gioventù europea sembrano essere state le principali attività europee che nella metà degli anni ’50 ricevevano sostegno dall’intreccio di questi gruppi e organizzazioni americani.
Il secondo sviluppo fu la maggiore attenzione dell’ACUE alla NATO, che stava sviluppando il suo programma di guerra politica, e alle idee atlantiste[94]. In contrasto con i primi anni ’50, quando aveva rifiutato di lavorare con l’Unione atlantica, verso la fine del decennio l’ACUE cooperò sempre di più con gruppi atlantisti che concepivano l’unità europea nella cornice della NATO. L’ACUE sostenne programmi per i giovani come la Conferenza politica atlantica per la gioventù tra il 1957 e il 1960 e dichiarò che «aveva avvertito da molto tempo che l’unità europea e la solidarietà atlantica erano obiettivi che si sostenevano a vicenda»[95]. Nonostante fino al 1959 la maggior parte delle attività, come il Comitato americano sulla NATO, fosse condotta negli Stati Uniti, l’ACUE provava ancora a incoraggiare un più forte interesse britannico in Europa e commissionò uno studio dell’unità di informazione dell’Economist sulle relazioni economiche tra Gran Bretagna ed Europa, sperando di persuadere gli industriali britannici ad assumere una visione più «realistica»[96]. Lo staff dell’Economist includeva un certo numero di figure rilevanti in organizzazioni europee, per esempio il suo vice editore, Barbara Ward.
Nel maggio del 1960, l’ACUE votò per la fine della sua esistenza. I suoi direttori sostenevano che, dato che l’unità europea era un «affare incompiuto», un’attività ulteriore dell’ACUE poteva essere giustificata solo da una «seria inversione della tendenza attuale» verso l’integrazione. Inoltre, con il recupero delle economie europee, i federalisti europei erano in grado di trovare fondi propri. Così, nella primavera del 1960 l’ACUE fu gradualmente soppresso, appena il direttore esecutivo amministrò le ultime otto assegnazioni europee, in totale $ 105.000. Con molti stati africani che sfrecciavano verso l’indipendenza, l’ACUE accarezzò brevemente l’idea di un programma euro-africano destinato a collegare i due continenti, ma i restanti fondi dell’ACUE furono trasferiti al Comitato americano sulla NATO. Esso fu poi sospeso, anziché dissolto, a richiesta di Monnet e Schuman, che volevano assicurarsi il suo «ritorno inscena se e quando necessario»[97].
L’impatto dell’ACUE
Nonostante i registri dell’ACUE siano consultabili, la natura precisa del suo lavoro e la fonte di tutti i suoi finanziamenti rimangono qualcosa di oscuro. Per qualche ragione sconosciuta, le risorse disponibili all’ACUE triplicarono di fatto dalla fine del 1951. Nei primi tre anni di operazioni, 1949-51, l’ACUE ricevette $ 384.650, la maggior parte dei quali dispersi in Europa. Era una grande somma, ma dal 1952 l’ACUE cominciò a spendere una somma simile ogni anno. Il budget totale per il periodo 1949-60 ammontò a una somma tra tre e quattro milioni di dollari[98]. Siccome il flusso di denaro attraverso l’Atlantico iniziò ad aumentare, l’ACUE aprì un ufficio locale a Parigi per monitorare da vicino i gruppi che avevano ricevuto assegnazioni. Verso il 1956 il flusso di finanziamenti crescenti stava suscitando timori tra i direttori dell’ACUE che il loro lavoro fosse reso pubblico, suscitando la critica ai gruppi che essi sostenevano. Nonostante il loro rappresentante europeo, William Fuggit, spiegasse che l’ACUE era «capace di evitare imbarazzi ai nostri amici restando dietro le quinte», egli ammetteva che il pericolo di una scoperta «era reale»[99].
Nonostante il registro della spesa dell’ACUE non riveli niente sulle fonti delle entrate, l’evidenza disponibile indica con certezza crescenti sovvenzioni governative statunitensi. Come hanno mostrato gli storici Trevor Barnes e Wilson D. Miscamble, nel 1948 il governo statunitense tentò di far funzionare questi tipi di progetti soltanto sulla base di donazioni private, ma ciò fu presto abbandonato[100]. Ancora nel 1951, l’ACUE sollecitava donazioni da privati cittadini americani ma poi smise di impiegare raccoglitori di fondi professionali[101]. Questo cambiamento coincide con l’intervento di McCloy, canalizzato attraverso l’ACUE, per spronare campagne tra i giovani europei e triplicare le risorse disponibili all’ACUE. In un’intervista concessa negli anni ’80, Braden ha sostenuto che i fondi dell’ACUE provenivano dalla CIA e, nelle memorie pubblicate dopo la sua morte, Retinger, il segretario generale del Movimento europeo, riferì di aver ricevuto dei fondi del governo americano e si soffermò sulle accuse periodiche circa il fatto che lavorasse per lo spionaggio americano. Ma è il notevole lavoro di Rebattet, con l’incomparabile accesso alla documentazione del Movimento europeo, a confermare che la maggior parte dei fondi dell’ACUE aveva origine dalla CIA. Rifacendosi ad interviste con George Rabattet, segretario generale del Movimento europeo, e con il rappresentante europeo dell’ACUE, F. X. Rabattet concluse:
C’erano non meno di quattro membri dell’Agenzia centrale di spionaggio tra i funzionari e i direttori dell’ACUE … La larga maggioranza dei fondi americani devoluti alla campagna per l’unità europea e in pratica tutti i soldi ricevuti per la campagna per la gioventù europea venivano dai fondi segreti del Dipartimento di Stato. Questo fu ovviamente mantenuto segretissimo. L’ACUE recitava così la parte di organizzazione legale di copertura. Donazioni dal mondo degli affari formavano al massimo un sesto della somma totale durante il periodo studiato.
Rebattet dimostra che intorno al 1952 questi fondi americani restavano segreti tramite la procedura di mantenerne la maggior parte fuori dal budget ordinario del Movimento europeo. Invece i fondi americani furono usati per innumerevoli progetti speciali inclusa la campagna per la gioventù europea, il Comitato d’azione e il budget dei Consigli nazionali dei movimenti europei[102].
Non tutti i fondi dell’ACUE venivano dalla CIA; esso attraeva donazioni private sostanziose. Similmente, non tutta l’assistenza americana segreta ai gruppi federalisti europei era distribuita dall’ACUE. Per esempio, in Italia un alto funzionario del Vaticano, Luigi Gedda, creò un’organizzazione di attivisti cattolici che aiutò a sconfiggere i comunisti alle elezioni del 1948. Gedda era sostenuto da ufficiali statunitensi dell’ambasciata americana a Roma e della CIA, e il sostegno aumentò quando iniziò a promuovere l’idea dell’ «unione occidentale», spiegando che adesso il Papa era d’accordo sull’idea che «la Chiesa avrebbe dovuto essere in prima linea per una federazione di stati europei occidentali». Dopo che l’ambasciata statunitense a Roma concluse che Gedda aveva bisogno di circa $ 500.000, funzionari americani discussero se il finanziamento dovesse essere veicolato attraverso il fondo di divulgazione del Piano Marshall (ERP) oppure attraverso la CIA[103]. Anche fondi dell’Agenzia di mutua sicurezza furono usati per sostenere il Movimento europeo, infatti la Legge di mutua sicurezza del 1951 sosteneva esplicitamente che le sue risorse dovevano essere usate «per incoraggiare ulteriormente la federazione economica e politica dell’Europa»[104]. Ci fu sicuramente un uso di fondi di contropartita – valute europee trasferite dai governi del Piano Marshall al governo americano per coprire costi amministrativi americani in Europa – per scopi politici[105].
È difficile misurare la proporzione dei numerosi bilanci americani per la propaganda e la pubblicità, sia espliciti che segreti, che furono spesi nella promozione dell’unità europea durante questo periodo[106]. Tuttavia, nel caso specifico dell’ACUE, una misura approssimativa può essere indicata se si confronta il suo bilancio totale di tre – quattro milioni di dollari con quelli dei programmi contemporanei messi su dalla CIA. L’ACUE costò chiaramente meno di quanto fu speso per assicurare la sconfitta dei comunisti nelle elezioni italiane del 1948, probabilmente la più grossa operazione della CIA in questo periodo, che Christopher Simpson stima di un costo approssimativo di dieci milioni di dollari[107]. Nello stesso tempo, l’ACUE spese più dei tre milioni di dollari spesi dalla CIA durante le elezioni cilene del 1964, e più della somma di 3,3 milioni inviati all’Associazione nazionale degli studenti americani tra il 1952 e il 1967. Che le spese per l’ACUE fossero tipiche per un’importante operazione segreta OPC/CIA in questo periodo è confermato da Geoffrey Treverton, che suggerì che, sotto Truman, furono autorizzate 81 operazioni segrete, e che la somma totale autorizzata crebbe drammaticamente da 4,7 milioni di dollari nel 1949 a 82 milioni nel 1952. Anche le risorse dell’ACUE crebbero in maniera drammatica in questo lasso di tempo[108].
Non è facile neanche stabilire una stima equilibrata di cosa le operazioni segrete dell’ACUE in Europa raggiungessero tra il 1949 e il 1960. Chiaramente, in Europa occidentale non erano disponibili finanziamenti appropriati per il tipo di iniziative che il Movimento europeo voleva perseguire. Infatti molti degli scarsi fondi disponibili prima del coinvolgimento americano non vennero dall’Europa occidentale, ma da industriali svizzeri, notoriamente l’azienda Nestlé[109]. Non ci possono essere dubbi che, tra il 1949 e il 1951, i fondi dell’ACUE misero in piedi l’esecutivo del Movimento europeo, che sembrava diviso in maniera irreversibile e vicino alla bancarotta. Un terzo del personale d’ufficio del Movimento europeo era stato licenziato, il programma di pubblicazioni era stato interrotto e le fatture non erano state pagate. Come notò mestamente l’ACUE alla fine del 1949 «Sandys ci richiede urgentemente più denaro entro la fine di gennaio»[110]. Una volta stabilizzato il nucleo del Movimento europeo, le sue costose campagne pubbliche degli anni ’50 si affidarono quasi esclusivamente ai finanziamenti dell’ACUE. Quando un delegato francese dell’Unione dei federalisti europei arrivò a New York nel 1950 per offrire all’ACUE una presentazione sui suoi piani per il Consiglio europeo di vigilanza, ammise che « ci è semplicemente impossibile ultimare l’impresa senza il vostro aiuto»[111]. I federalisti avevano progettato su carta la campagna di massa per la gioventù europea fin dal 1947, ma i mezzi non erano a portata di mano e il progetto era stato «posticipato indefinitamente»[112].
Il Movimento europeo era esso stesso federale, consistendo di molti gruppi nazionali ed internazionali, e lo era anche per la creazione di budget speciali tali da rendere il contributo americano opaco; questo rende arduo quantificare la proporzione dei fondi che arrivavano dall’Europa o dagli Stati Uniti. Le cifre di Rebattet per il periodo 1945-53, basate sull’accesso completo ai registri finanziari del Movimento europeo, suggeriscono che, su circa un milione di sterline speso dal 1945 all’inizio del 1953, «più o meno 440.000 sterline (il 44%) vennero dagli Stati Uniti». Se sottraiamo i fondi europei ricevuti prima dell’inizio del coinvolgimento americano nel tardo 1948 (circa 100.000 sterline), risulta che l’ACUE fornì quasi esattamente metà dei finanziamenti del Movimento europeo dalla fine del 1948 fino all’inizio del 1953. È chiaro dai registri finanziari dell’ACUE che il 1949-52 fu un periodo di contributi modesti e che successivamente questi più che raddoppiarono. Non ci sono cifre precise per il budget del Movimento europeo tra il 1953 e il 1960, ma sarebbe sorprendente se le sovvenzioni dell’ACUE non costituissero i due terzi dei fondi del Movimento europeo durante questo ultimo periodo[113].
L’impatto dell’ACUE sul Movimento europeo è innegabile. Ma l’impatto delle attività sostenute dall’ACUE sulla popolazione europea è difficile da determinare, in parte perché l’esistenza stessa di un federalismo europeo popolare nell’Europa del dopoguerra è diventata una questione controversa. Nonostante il lavoro di diverse organizzazioni federaliste, che si coalizzarono sotto il Movimento europeo nel 1947, è largamente documentato da Walter Lipgens che esse non ebbero quasi alcuna influenza sui negoziati che portarono al piano Schuman o a qualsiasi altro evento decisivo nel processo di unificazione[114]. Spaak, il conte Sforza, ministro degli esteri italiano, e altri capi europei che propugnavano il «popolarismo» si aspettavano che esso creasse pressioni indirette sui funzionari e i ministri, ma sopravvalutarono l’influenza dell’opinione pubblica. Fuori dalla Francia, gli europei non erano sensibili all’entusiasmo per la causa federalista. Anche la Campagna per la gioventù europea, che aveva tenuto 2.000 incontri giovanili fino al 1956 in Europa, dipendeva dalla partecipazione di giovani europei organizzati, per mezzo dall’affiliazione delle loro dirigenza. I loro incontri, ben frequentati, possono offrire poca più evidenza di sentimento popolare rispetto ai raduni contemporanei di giovani ‘democratici’, tenuti nell’Europa dell’est, ai quali essi erano espressamente destinati a rispondere[115].
Tutta questa attività creò tuttavia un’apparenza di pressione pubblica, sufficiente a infastidire i più implacabili avversari del federalismo. Fin dall’aprile 1950, i leader del partito laburista lamentarono «molta pressione dall’opinione pubblica europea ed americana». Allo stesso tempo, convinti apparentemente che il sentimento popolare non avesse posto nel decidere la politica estera, essi restavano adamantini nell’ignorarlo. Nel novembre del 1950, la delegazione del Partito laburista britannico tornò da Strasburgo e riferì con soddisfazione che i federalisti erano stati sconfitti, «e il loro tentativo di scombussolare il lavoro dell’assemblea per mezzo di comitati di vigilanza si è rivelato un patetico fallimento»[116].
Date le tradizioni populiste della politica estera americana, la fede dell’ACUE nel ruolo della pressione pubblica non è difficile da capire. La fiducia malriposta dell’ACUE nella facilità con cui l’Europa poteva essere sospinta sulla strada del federalismo rispecchia le aspettative dei funzionari americani nell’ERP e nell’ECA, che avrebbero trovato le istituzioni e la società europee meno permeabili alle idee e pratiche americane di quanto avessero sperato[117]. Ma la fede solida nel ruolo del populismo espressa da Spaak, Sforza e, a periodi, da Monnet è più difficile da spiegare. La straordinaria affermazione di Monnet nel 1952 secondo cui la Comunità europea del carbone e dell’acciaio fosse un potere sovrano, responsabile non verso gli stati che l’avevano creata, ma solo all’Assemblea europea di Strasburgo e alla Corte di giustizia europea è solo un esempio[118]. L’idea che pochi milioni di dollari di fondi segreti americani avrebbero potuto suscitare un’onda di irresistibile pressione popolare per il federalismo in Europa fu mal concepita e, col senno di poi, ridicola. Che un numero di figure eminenti su entrambe le coste dell’Atlantico credessero che ciò fosse possibile, è in sé significativo.
Visto dall’Europa, l’aspetto più impressionante del lavoro dell’ACUE è la misura in cui funzionari che lavoravano per la ricostruzione e la riunificazione europea condividessero l’esperienza dello spionaggio, delle operazioni speciali e della resistenza della guerra mondiale. L’unità europea si era radicata nei movimenti di resistenza della seconda guerra mondiale[119]. Questi legami con organizzazioni clandestine continuarono nel periodo post-bellico. L’emergente Comunità europea e la crescente comunità dello spionaggio occidentale coincidevano in un grado notevole. Ciò è decisamente evidenziato dalla creazione del Gruppo Bilderberg di Retinger, un consiglio transatlantico riservato ed informale di decisori chiave, sviluppato tra il 1952 e 1954. Il Gruppo Bilderberg ebbe origine dalle stesse reti sovrapposte provenienti dalla Comunità europea e dalla comunità dello spionaggio occidentale. Bilderberg fu fondato da Joseph Retinger e dal principe Bernhard dei Paesi Bassi nel 1952, in risposta alla crescita dell’anti-americanismo nell’Europa occidentale e fu progettato per definire una sorta di consenso atlantico tra atteggiamenti europei ed americani divergenti. Riunì una volta all’anno le massime personalità europee ed americane per una discussione informale sulle loro differenze. Retinger si assicurò il sostegno di Averell Harriman, David Rockefeller e Bedell Smith. La formazione dell’ala americana di Bilderberg fu affidata al coordinatore della guerra psicologica di Eisenhower, C. D. Jackson, e i finanziamenti per il primo incontro, tenuto all’Hotel de Bilderberg in Olanda nel 1954, furono forniti dalla CIA. Successivamente, molti dei suoi finanziamenti vennero dalla fondazione Ford. Nel 1958, quelli che prendevano parte al Gruppo Bilderberg includevano McCloy, Dean Acheson, George Ball e Paul Nitze. È impressionante come tre importanti gruppi di élite transnazionali emergenti negli anni ’50: il Movimento europeo, il gruppo Bilderberg e il Comitato d’azione di Jean Monnet per gli Stati Uniti d’Europa, condividessero tutti le stesse origini e fonti di sostegno[120].
Nonostante Bilderberg e ACUE-Movimento europeo condividessero in larga misura gli stessi fondatori, membri e obiettivi, Bilderberg costituì forse il più efficace meccanismo di dialogo transatlantico, sviluppandosi in quello che alcuni hanno considerato il più significativo centro di discussione riservato per le élite occidentali. Al contrario dell’ACUE-Movimento europeo, non era limitato nelle tematiche, né era separato in un ente europeo ed uno americano, collegati dalle attività di emissari in movimento frenetico. I temi sui quali gli incontri annuali spaziavano erano troppo ampi, anche nelle sessioni formali, per permettere di fare analisi dettagliate, ma è chiaro che il Trattato di Roma fu promosso dalle discussioni al Bilderberg dell’anno precedente. Alla metà degli anni ’50 i delegati europei erano altamente interessati ad usare Bilderberg per evidenziare il danno fatto alla reputazione degli Stati Uniti dal maccartismo in generale e dal caso Rosenberg in particolare. Nel 1954, C. D. Jackson si espose per assicurare i delegati europei che McCarthy sarebbe andato via entro l’incontro successivo – e fu così. Negli anni ’60 il tema centrale si spostò al Terzo Mondo e ai problemi dello sviluppo. È impossibile da stimare il valore di Bilderberg, ma vi sono state presenze di alto livello, compresi tutti i primi ministri britannici nell’arco di tre decenni. Questo, insieme al suo sviluppo successivo negli anni ’70 nella Commissione Trilaterale con l’incorporazione del Giappone, suggerisce che i partecipanti lo avevano considerato utile[121].
Vista dagli Stati Uniti, la storia dell’ACUE rivela lo stile delle prime azioni sotto copertura, non ultimo l’affidamento ad organizzazioni private, anche se coordinate da uno circolo ristretto di ufficiali. Allen Dulles, Braden e Bedell Smith recitarono tutti un ruolo preponderante nell’ACUE prima di trasferirsi verso ruoli formali nella CIA nei primi anni ’50. La precisa natura del collegamento tra gruppi come l’ACUE e la CIA non sarà conosciuta fino a che non saranno stati pubblicati i registri completi della Sezione per le organizzazioni internazionali della CIA, e ciò può non avvenire per un po’ di tempo[122]. Tuttavia, è chiaro che il lavoro di Allen Dulles e Braden con l’ACUE e con il Comitato per l’Europa libera suggerì loro di mettere su la Sezione per le organizzazioni internazionali nel 1951. Dal punto di vista dello sviluppo della dottrina e della struttura della CIA questo fu un momento importante.
I collegamenti più interessanti tra l’ACUE e la Divisione per le organizzazioni internazionali si riferiscono non al lavoro che essi condussero in Europa, bensì al loro lavoro condotto dall’ACUE dentro gli Stati Uniti, che, sebbene limitato, può benissimo essere stato illegale. È stata la Sezione per le organizzazioni internazionali che portò avanti questo tema domestico nel lavoro della CIA negli anni ’50, caratterizzato dai finanziamenti dell’Associazione nazionale degli studenti americani dal 1952. Questa controversa tendenza verso le operazioni internazionali che ebbe luogo negli Stati Uniti ed oltreoceano avrebbe avuto un’importanza a lungo termine per la comunità di spionaggio americana. Furono soprattutto delle rivelazioni nel 1967 su queste attività dentro gli Stati Uniti che scatenarono l’ondata di inchieste e restrizioni che si sarebbero abbattute sulla CIA dalla metà degli anni ’70. Infine, le ripercussioni dell’ACUE, della Sezione per le organizzazioni internazionali e i concetti relativi che essi svilupparono furono percepiti a Washington con la stessa forza che in Europa[123].
Università di Nottingham
[79] Verbali dell”incontro del Comitato Esecutivo, ACUE, 11 ottobre 1950, WBS, DDE; memorandum riguardante la Campagna internazionale per la creazione di un Concilio europeo di Vigilanza, 1950, ibid.; verbali dell’incontro del Comitato esecutivo, ACUE, 11 ottobre 1950, ibid.; ‘Report to the Directors of the ACUE’, di William P. Durkee, maggio 1952, pp.11-12, ibid.
[80] Donovan a Bedell Smith, 25 luglio 1951, WBS, DDE. Le attività tedesche includevano una conferenza Europa – Germania sponsorizzata dall’ACUE ad Amburgo nel novembre 1951, verbali dell’incontro del Comitato esecutivo, ACUE, 11 ottobre 1950, WBS, DDE, pp.12, 17-18. Sulle preoccupazioni sulla Germania, vedi Leffler, A Preponderance of Power, pp.318-19, 323.
[81] ‘Report by M. Moreau, Secretary General of the European Youth Campaign, to the International Executive Bureau of the European Movement’, BE/P/60, Archivi del Movimento europeo e intervista a G. Rebattet, cited in Rebattet, ‘European Movement’, pp.449-50. Sull’interesse di McCloy alle attività segrete, vedi Kai Bird, The Chairman: John J. McCIoy, The Making of the American Establishment (New York, 1992), Chapter 17, ‘McCloy and US Intelligence Operations in Germany’, pp.345-58.
[82] BE/M/8, Lussemburgo, 21 maggio 1948, p.2, Archivi del Movimento europeo, e BE/M/14, Parigi, 23 novembre 1953, p.3, ibid., citato in Rebattet, ‘European Movement’, p.201.
[83] Campagna per la gioventù europea, 1953, CCS/P/2, box 1, ACUE collection, Hoover Institute on War, Revolution and Peace, Stanford (hereafter HIWRP). Molto material della campagna per la gioventù è sopravvissuto negli archivi a Stanford, vedi, per esempio, Bulletin d’Information des Jeunesses Europeenes Federalistes, Dicembre 1951, box 2; Europa-Union, 3 Jahrgang 1952, e Jugend Europas, maggio 1954, box 3, ibid.. Monnet a Donovan, 3 ottobre 1952, folder 61, ACUE records, LL.
[84] ‘Reports to the Directors of ACUE’, di William P. Durkee, luglio 1951 and maggio 1952, WBS, DDE. Rebattet suggerisce che tutte le risorse per la Campagna della gioventù europea vennero dall’ACUE che agì come ‘una organizzazione segreta’ per il governo degli Stati Uniti e che £444,080, furono trasferiti a questo scopo tra 1 maggio 1951 e 31 maggio 1953. Su questo argomento vedi FIN/P/6, ‘European Movement: European Youth Campaign, Treasurer’s Report’, 1 settembre 1953, European Movement Archives citato in Rebattet, ‘European Movement’, pp.206-7.
[85] Warner, ‘Eisenhower, Dulles and the Unity of Western Europe’, pp.320-23, Allen Dulles successe a Bedell Smith il 26 febbraio 1953.
[86] Chipman (HICOG) al Dipartimento di Stato, ‘Eastern Propaganda of the National Committee for a Free Europe’, 15 gennaio 1953, 540.40/1-1953, RG 59, NA.
[87] Vilis Mosens (president dell’ACEN) a Philips, 13 marzo 1956, File: Eastern Europe/Nationalism in Europe, Labour Party International Department records (post 1947), National Museum of Labour History (hereafter NMLH); ‘Proposed West European Advisory Committee’, 1 febbraio 1959, Free Europe Committee file, Box 44, C.D. Jackson papers, DDE.
[88] Per un esempio di materiali pubblicitari associati vedi, L’Action Federaliste europeene, giugno 1957, box 6, ACUE collection, HIWRP.
[89] Incontro del Board of Directors, 6 giugno 1956, folder 91, ACUE records, LL.
[90] Uno dei suoi più stretti assistenti, il suo principale segretario privato, ricorda che ‘esplicitò in molte occasioni che i fondi della CIA o quasi della CIA dovevano essere evitati per i rischi politici al suo prestigio’, corrispondenza di François Duchene all’autore, 3 febbraio 1995. Sono molto grato a François Duchene per aver condiviso con me i suoi ricordi.
[91] Pisani, The CIA and the Marshall Plan, pp.47-52.
[92] Rebattet, ‘European Movement’, p.315.
[93] Bird, The Chairman, pp.416-17; 471-2; François Duchene, Jean Monnet: The First Statesman of Interdependence (New York, 1994), p.339.
[94] Kuhn memorandum, ‘Non-military Activities of NATO’, 9 luglio 1950, File: TS, Box 4, Records of the Office of European Regional Affairs (1946-53), J. Graham Parsons, Lot Files 55 D 115, RG 59, NA.
[95] Ibid.; Foster to Hughes, 6 marzo 1959, folder 89, ACUE records, LL; ACUE era il contribuente finanziario più generoso ai costi della conferenza del 1960 ($32,707), Karp a Franklin, 2 settembre 1960, include Report on Second Atlantic Conference of Young Political Leaders, folder 87, ACUE records, LL.
[96] White (American Committee on NATO) a Karp, 17 settembre 1959, folder 89, ACUE records, LL. Lo studio dell’Economist costò $11,200 alla commissione, ‘Report to the Directors’ di Foster, p.13, ottobre 1959, folder 100, ACUE records, LL.
[97] ‘Memorandum to the Board of Directors’ by Alex Hovey, 6 aprile 1960, folder 94, ACUE records, LL.
[98] ACUE statement of Receipts and Disbursements, 16 febbraio 1949 fino al 31 gennaio 1952, WBS, DDE. ACUE’s budget for 1952 was $400,000. Appendix IV, Exhibit 1, ‘Report to the Directors of the ACUE’, by William P. Durkee, maggio 1952, WBS, DDE; Bedell Smith to Donovan, 12 gennaio 1953, ibid. Vedi anche Hovey, memorandum al Board of Directors, 6 aprile 1960, folder 94, ACUE records, LL.
[99] Verbali dell’incontro annuale, 24 aprile 1951, WBS, DDE; verbali dell’incontro del Board of Directors, 6 giugno 1956, folder 91, ACUE records, LL.
[100] Barnes, ‘The Secret Cold War’, pp.666-7; Pomian (ed.), Memoirs of an Eminence Grise, pp.216, 228, 237; Miscamble, George F. Kennan, p.204.
[101] Connely a Bedell Smith, 16 febbraio 1952, WBS, DDE; verbali di un Incontro del Board of Directors, 6 giugno 1956, folder 91, ACUE records, LL.
[102] Rebattet, ‘European Movement’, pp.314-15. L’esame di Rebattet della documentazione negli archivi del Movimento europeo mostra che questi contengono I verbali degli incontri del consiglio dei direttori dell’ACUE per discutere di finanziamento.
[103] Page a Kennan, 11 ottobre 1948, 865.00/10/1148, RG 59, NA; ambasciatore americano a Robert Lovett, 11 ottobre 1948, 65.00/10/1148, RG 59, NA, tutto menzionato in Filippelli, American Labour, pp.150-51. Nondimeno, anche Gedda sembra che abbia avuto associazioni ACUE, vedi, per esempio, The Union of Europe: Declarations of European Statesmen, p.57, 9/1/10, Duncan Sandys Papers, CCC.
[104] Rebattet riferisce che la rivista internazionale del Movimento europeo, Europe Today and Tommorrow, era ‘quasi completamente finanziata in forma di sottoscrizione dalla Mutual Security Agency e dall’ACUE’, ‘European Unity’, pp.201, 302.
[105] Pomian (ed.), The Memoirs of Eminence Grise, p.237; funzionario Americano in pensione in corrispondenza con l’autore, 15 luglio 1993.
[106] Sulla propaganda vedi, ‘Psychological Action to Counter Totalitarian Propaganda’, in testimonianza di un incontro tra Acheson e De Gasperi, 24 settembre 1951, FRUS, 1951, IV pt.1, pp.685-6.
[107] La cifra di $10 milioni è data in Simpson, Blowback, p.92. Il conto più autorevole sulle elezioni in Miller, ‘Taking off the Gloves’, p.36, riferisce soltanto di ‘millions of dollars’. Colby, nella sua memoria Honorable Men, pp.108-40, afferma che le elezioni del 1948 costituirono la più grossa operazione OPC.
[108] Sul Cile e sulla spesa complessiva sotto Truman, vedi Gregory F. Treverton, Covert Action: The Limits of Intervention in the Post War World (New York, 1987), pp.14, 18, 41. Sul finanziamento della American National Student Association, vedi Harry Howe Ransom, ‘Secret Intelligence in the United States, 1947-82: The CIA’s Search for Legitimacy’, in Christopher M. Andrew e David N. Dilks (eds.), The Missing Dimension: Governments and Intelligence Communities in the Twentieth Century (London, 1984), p.212.
[109] Rebattet, ‘European Movement’, p.48.
[110] Braden a Bedell Smith, 28 dicembre 1949, WBS, DDE.
[111] Verbali del Meeting of the Executive Committee, ACUE, 11 ottobre 1950, WBS, DDE.
[112] ‘European Youth Campaign’, CCS/P/2 1953, box 1, ACUE collection, HIWRP.
[113] Rebattet, ‘European Movement’, pp.208-10.
[114] Walter Lipgens, A History of European Integration, 1945-1947, Vol.1, The Formation of the European Unity Movement (Oxford, 1982); Walter Lipgens e Wilfried Loth (eds.), Documents on the History of European Integration, Vol. 3, The Struggle for European Union by Political Parties and Pressure Groups in West European Countries, 1945-50 (Berlin, 1988); Milward, The European Rescue of the Nation State, pp.14-17.
[115] Marion S. Miller, ‘Approaches to European Institution Building of Carlo Sforza’, in Deighton (ed.), Building Postwar Europe, pp.55-70; verbali del consiglio dei direttori, 6 giugno 1956, folder 91, ACUE records, LL.
[116] Ernest Davies memorandum, ‘The Labour Party and European Co-operation’, 25 aprile 1950, fol.31, 9/9, Hugh Dalton Papers, BLPES; ‘Supplementary Report on the Second Session of the Consultative Assembly, Strasbourg’, 18-24 novembre 1950, p.20, file: United Europe 1950, box: European Unity, Labour Party International Department records, NMLH.
[117] Romero, The United States and the European Trade Union Movement, pp.221-2; Hogan, Marshall Plan, p.436.
[118] Gillingam, Coal, Steel, and the Rebirth of Europe, p.313. il tentativo di Spaak di associare una comunità politica europea con le proposte dell’EDC dei primi anni 1950 costituisce un altro esempio, ibid., p.349.
[119] Charles F. Delzell, ‘The European Federalist Movement in Italy: The First Phase, 1918-1947’, The Journal of Modern History, Sept. 1960, pp.241-50; A. Bosco, ‘Federal Union, Chatham House and the Anglo — French Union’, in A. Bosco (ed.), The Federal Idea: The History of Enlightenment to 1945 (London, 1991), pp.237-62; M.L. Smith and P.M.R. Stirk (eds.), Making the New Europe: European Unity in the Second World War (London, 1990).
[120] Bird, The Chairman, pp.471-2; Stephen Gill, American Hegemony and the Trilateral Commission, (Cambridge, 1990), pp.125, 129, 151. Gill sottolinea le ‘strette connessioni’ tra Bilderberg e il Movimento europeo, aggiungendo che due eminenti personaggi di Bilderberg, François Duchene and Georges Berthoin, erano ex segretari privati principali di Monnet. Per una analisi insofferente di Bilderberg vedi Eringer, The Global Manipulators.
[121] Eringer, Global Manipulators, pp.22-54; Pomian, Eminence Grise, pp.250-59; Gill, Trilateral Commission, pp. 151-5; Philip M. Williams, The Diary of Hugh Gaitskell, 1945-1956 (London: Cape, 1983) pp.542, 585. Ex membri del servizio clandestine britannico che avevano lavorato con gli americani furono ben rappresentati al Bilderberg negli anni 1950 e includevano Victor Cavendish-Bentinck, Christopher Foster, Hugh Gaitskell, Sir Colin Gubbins and H. Montgomery Hyde.
[122] A dispetto della recente e apprezzabile decisione di pubblicare il materiale della CIA relativo a qualche azione segreta del dopoguerra, questa non si estenderà al materiale dell’ACUE. In una risposta alla richiesta dell’autore il Centro per lo studio dello spionaggio ha cercato nei suoi archivi ulteriore materiale e ha replica che non ha ‘nulla di non classificato disponibile’, David D. Gries, Director CSI, all’autore, 2 marzo 1994.
[123] Delle questioni sulle operazione all’interno degli Stati Uniti furono sollevate inizialmente da Sol Stern, ‘NSA and the CIA’, Ramparts, V (1967), 29-38. Vedi anche Treverton, Covert Action, pp.237-8; Rhodri Jeffreys-Jones, The CIA and American Democracy (New Haven, 1989), pp.156-63; Loch K. Johnson, America’s Secret Power: The CIA in a Democratic Society (New York, 1989), pp.102-3. Sulla questione della legalità, vedi Ranelagh, The Agency, pp.270-71.
FONTE: “Diplomacy & Statecraft”, 1 marzo 1997
Qui la prima parte dell’articolo e qui la seconda.
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