Cartello petrolchimico-parte7: il dopoguerra
Il 1945, come ben sappiamo, decreta la fine della guerra. E la fine
della dittatura nazista.
Ne siamo proprio sicuri?
In realtà con la fine della SGM si aprono scenari abbastanza
inquietanti. Il primo scenario riguarda la tecnologia nazista, oggetto
di intense ricerche da parte degli Alleati che avevano tutte le
intenzioni di accaparrarsele. Operation Paperclip fu il nome in codice
del reclutamento di scienziati nazisti, bypassando qualsiasi tribunale
internazionale.
W. von Braun era membro del partito nazista ed ufficiale SS nonchè
progettista a Peenemünde dei temibili V2 che causarono parecchie
migliaia di morti e decine di migliaia di feriti. I V2 venivano
assemblati nel vicino campo di concentramento di Mittelbau-Dora in
condizioni disumane, tanto che per quel solo progetto si calcola
morirono 20.000 lavoratori/schiavi. Pensate sia stato processato a
Norimberga per crimini contro l’umanità? Fu invece trasferito presso
P.O. Box 1142, una prigione segretissima presso Fort Hunt, Virginia,
per diventare poi il direttore della NASA.
Destini analoghi ebbero i suoi collaboratori di Peenemünde i quali
decisero che era molto più conveniente arrendersi agli americani, ed
evitare così i modi più bruschi dei russi. Anche il Gen. W.Dornberger,
direttore del centro di Peenemünde alla fine e nonostante le sue
evidenti colpe diventò un pezzo grosso dell’aviazione USA.
Kurt Blome, che ammise di avere effettuato “vaccini” su prigionieri ed
avere praticato l’eutanasia (ovvero uccisione di prigionieri
ammalati), nonchè avere sperimentato gli effetti del gas nervino Sarin
su internati di Auschwitz. Nel 1951 fu arruolato presso l’U.S. Army
Chemical Corps per continuare i suoi interessanti esperimenti sulla
guerra chimica e batteriologica.
Ovviamente la lista degli scienziati nazisti assoldati
dall’establishment industrial-militare USA è molto lunga.
Questo breve inciso ci porta al secondo preoccupante scenario: la
rivalità USA-URSS. Di fronte a tale braccio di ferro (che nel giro di
pochissimo sfocerà nella Guerra Fredda) la questione “processare i
nazisti” divenne secondaria, almeno dal punto di vista USA.
Anzi: i nazisti cominciarono ad essere giudicati pedine importanti in
ottica anticomunista. Il feroce anticomunismo dei nazisti andava
preservato, e la giustizia nei confronti dei milioni di vittime
causate dai loro deliri imperialisti andava semplicemente dimenticata
nel nome della nuova volontà egemonica USA.
In questo senso il processo di Norimberga diventa una farsa populista
utile a coprire la reale volontà USA di servirsi dei nazisti,
condannandone qualcuno per tenersi buona l’opinione pubblica.
Nella realizzazione di questo progetto gli USA trovano un formidabile
alleato: il Vaticano, da sempre impegnato a combattere il comunismo,
reo di ateismo.
Grazie quindi alla complicità del Vaticano e alla “manica larga” della
Croce Rossa, furono istituite della Ratline (vie di fuga) per tutti i
nazisti, anche per coloro che si erano macchiati dei più efferati
crimini contro civili.
Scrive Vincent la Vista, agente del Counter Intelligence Corp (CIC):
“non è certo impossibile per chiunque ne sia interessato, ricevere un
documento di identità della Croce Rossa Internazionale grazie ai buoni
uffici di esponenti della Chiesa cattolica. Si tratta di documenti che
vengono rilasciati senza alcuna verifica dell’identità del richiedente
e su cui di frequente compaiono dati anagrafici fittizi”[1]
Lo stesso La Vista scrive, nel rapporto Top-Secret 8OO.O128/5-1547
sull’emigrazione illegale dall’ Italia nel dopoguerra:
“Per quel che riguarda i paesi latino americani, dove la Chiesa è una
istituzione dominante, il Vaticano ha fatto pressione sui consolati
presenti nella Santa Sede e le missioni presenti a Roma… che hanno
poi favorito l’entrata di ex nazisti o ex fascisti… in quanto anti-
comunisti”.[2]
Vi furono vescovi come Alois Hudal (già autore di un libro, “I
fondamenti del nazionalsocialismo” in difesa dei “valori” nazisti) che
ospitarono prima e fecero di seguito fuggire pezzi grossi del nazismo
austriaco e tedesco, e preti come padre Draganovic che si presero a
cuore le sorti degli ustascia colpevoli dello sterminio di un milione
tra serbi, ebrei, zingari e partigiani, riuscendo a far emigrare in
Argentina il dittatore Ante Pavelic ed il suo ministro della Polizia
Andrija Artukovic; e tutta una serie di prelati impegnati a salvare
nazisti di ogni nazionalità, operando in buona armonia con il CIC che
guardava con interesse tutti quei criminali di guerra che invece di
essere fucilati per le loro evidenti colpe venivano messi in salvo.
Nel corso delle indagini sul clamoroso caso Klaus Barbie (il boia di
Lione scappato in Sudamerica) vennero resi pubblici decine di
documenti che confermavano in modo assoluto che Draganovic lavorava
per i servizi segreti americani. In uno di questi si dichiarava:
“Di fronte ai tentativi Francesi e Tedeschi di arrestarlo, il 66°
distaccamento del CIC l’ha trasferito in Sudamerica. Gli è stato dato
un documento a nome Klaus Altmann ed è stato insediato in Bolivia
passando per l’Italia” [3]
In un altro memorandum segreto della CIA del 5 Aprle 1967 si legge:
“Le accuse di crimini di guerra contro Altmann (Barbie) necessitano di
seria considerazione. E’ evidente che se si scoprisse il contributo
del CIC alla sua fuga dalla Germania ci potrebbero essere conseguenze
molto gravi per il governo americano. Sarebbe tuttavia ancora più
grave se vi fosse il sospetto (o si riuscisse a dimostrare) che
Altmann in questo momento sta lavorando per noi.” [4]
Nel libro “Ratlines” di Aaron e Loftus che si basa su materiali della
CIA, viene calcolato che nella sola America Latina arrivarono più di
30.000 criminali nazisti e fascisti in fuga.
A questo numero vanno ovviamente aggiunti tutti i nazisti di
Operazione Paperclip ed i nazisti che restarono in Europa,
specialmente in Germania.
Si tratta di un esercito di criminali che venne consapevolmente
lasciato libero di agire nel nome dell’anticomunismo.
“Gli Alleati sospesero le indagini per catturare i criminali di guerra
e permisero consapevolmente che ex funzionari nazisti ed ufficiali
delle SS, giudici ed altri come loro legati al nazismo assumessero
posti di rilievo nel governo e nell’industria della Repubblica
Federale Tedesca.”
James Milano, capo del CIC (Counter Intelligence Corp). [5]
Fu lo stesso Cancelliere Konrad Adenauer a garantire, di fatto, il
recupero di quanti ebbero ruoli di responsabilità, a qualsiasi
livello, durante il regime.
Non si può affermare che Adenauer fosse filonazista. Ma anche lui
volle utilizzare, nella contrapposizione tra Est e Ovest, gli uomini
che, alla corte di Hitler, erano diventati dei veri esperti della
lotta contro il comunismo. Il 22 ottobre 1952 fu costretto ad
ammettere, replicando al deputato Erler che era stato incaricato di
riferire al Parlamento sull’infiltrazione nazista nel ministero degli
Esteri:
“Erler ha dichiarato che più si sale in alto nelle cariche dello
Stato e più nazisti si trovano. Questo è vero. E’ vero che il 66% dei
funzionari sono stati membri del partito nazista. A mio avviso
dovremmo smetterla di dare la caccia ai nazisti”. E si comportò
conseguentemente.
Il vecchio banchiere di Colonia, Robert Pferdmenges, che era stato uno
dei finanziatori del regime, entrò a far parte della ristretta cerchia
dei collaboratori del Cancelliere. Poi elevò alla carica di Segretario
di Stato Hans Maria Globke, criminale di guerra per le sue
responsabilità nell’elaborazione della legislazione antiebraica.
Nominò ministro dei profughi e suo consigliere personale per i
problemi orientali Theodor Oberlander, pur sapendo che era stato
istruttore politico del battaglione SS Nachtgall, responsabile
dell’eccidio di migliaia di ebrei polacchi. Su 19 ministri che
componevano il governo della Repubblica federale nel 1960, 12
risultavano compromessi con il nazismo.
Lo stesso criterio di scelta viene applicato anche per l’esercito.
Quando Joseph Strauss ricevette l’incarico di ricostruire l’esercito,
andò a colpo sicuro. Suo braccio destro divenne Adolf Heusinger il
quale, come capo dell’Ufficio operazioni del quartier generale di
Hitler, aveva diretto l’elaborazione del piano Otaria per l’invasione
dell’Inghilterra, del piano Attila contro la Francia, del piano Abete
per l’occupazione della Svizzera, del piano Maritza contro la
Jugoslavia e del piano Barbarossa per l’invasione dell’URSS
occupandosi poi della lotta contro i partigiani in tutta Europa.
Da un’inchiesta compiuta nel 1959 dal sindacato del servizio
pubblico, risultò che la quasi totalità dei servizi di polizia
criminale di Dortmund, Colonia, Essen, Bonn, Düsseldorf, Gel
senkirken, Krefeld, Muhlheim, erano nelle mani di ex dirigenti delle
SS che avevano quasi tutti prestato servizio nella Sicherheitpolizei
di Himmler.
In un’interpellanza alla Camera dei Comuni, il deputato inglese
Zilliacus domandò al premier Harold McMillan se aveva intenzione di
chiedere ad Adenauer misure contro i 1.155 magistrati “responsabili di
crimini contro l’umanità” che ancora amministravano la giustizia nella
Repubblica Federale, in piena violazione degli accordi di Potsdam.
Questi giudici e procuratori avevano lavorato nel Volksgerichtshof
(Tribunale del popolo) di Berlino, oppure nei tribunali speciali che
pronunciarono, tra il 1933 e il 1945, 45.000 condanne a morte contro
cittadini tedeschi e di paesi occupati, rei di aver infranto le leggi
naziste ed erano rientrati nei ranghi della magistratura
giusto in tempo per salvare i pochi criminali nazisti finiti alla
sbarra. Alcuni di loro hanno esercitato fino a qualche anno fa.
Nel 1992 il giudice del lavoro Peter Markert sottoscrisse un documento
in cui era scritto: “(…) Non vogliamo che i nostri nipoti e pronipoti
vaghino per la nostra patria come mezzi asiatici, perché il sangue dei
tedeschi è di una linfa speciale e si distingue profondamente dal muco
puzzolente”.
La stessa restaurazione avvenne anche nell’industria e nell’economia.
I Wehrwirtschaftsfuhrer (leader militari-economici) tornarono ben
presto alla testa dei colossi industriali che, secondo gli accordi di
Potsdam, dovevano essere smantellati e che, al contrario, videro
aumentare, nel dopoguerra, il loro potere. Si tratta dei Krupp, dei
Thyssen, Flick, Quandt, Mannesmann, Haniel, Kloecker.
Da notare che la deconcentrazione del potere economico non era stata
solo imposta dagli alleati, ma era stata considerata indispensabile
dalla stessa Cdu, il partito di Adenauer.
Krupp e Flick, condannati a Norimberga come criminali di guerra,
tornarono al timone dei loro imperi, rafforzandosi ulteriormente con
i finanziamenti del Piano Marshall. Abs e Pferdmenges, i banchieri che
avevano finanziato i piani di Hitler, ridiventarono i simboli della
concentrazione dei poteri economici.
Alla testa del complesso I.G. Farben tornarono i Ter Meer, così come i
Menn, gli Haberland-Winnecker, gli Ambros, i Faust che erano stati
processati per complicità nel programma di deportazione e di sterminio
degli internati nei campi di concentramento.
Perfino il dottor Petersen, l’uomo che aveva rifornito i campi di
sterminio del gas tossico Zyklon B, strumento essenziale delle camere
a gas, ritrovò il proprio posto di direttore alla Degussa di
Francoforte.[6]
La domanda che nasce da queste constatazioni storiche è la seguente:
se i vertici industriali e politici sono in gran parte gli stessi del
passato regime nazista, possono essere cambiate le finalità?
E’ indubbio che la Germania del dopoguerra abbia tratti decisamente
più democratici del precedente regime nazista, ma siamo sicuri che il
complesso meccanismo politico-economico abbia fatto un repentino
cambio di direzione?
Dalle analisi fin qui esposte pare proprio che la tattica
gattopardiana tutta siciliana del cambiare tutto per non cambiare
nulla, possa essere applicata anche per riciclare il nazismo: “Noi
fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli
sciacalletti, le iene”.
Sempre di animali predatori si tratta. Per noi che li subiamo noto
differenze cospicue, in effetti.
Non ci mettono nei vagoni piombati, ce ne andiamo “spontaneamente” a
lavorare dovunque ci sia lavoro. Sorte analoga li ebbero gli
afroamericani dopo che vennero “liberati” dai loro futuri padroni, gli
industriali del nord.
Non siamo obbligati a lavorare fino alla morte. Non ancora, almeno. Ma
grazie ai nostri legislatori ed economisti l’età pensionabile slitta
sempre più vicino all’aspettativa di vita media.
Non siamo obbligati a respirare Zyklon-B. In effetti le nanopolveri,
specialmente quelle degli inceneritori, sono un bel progresso per noi
che viviamo in città, ovvero dove c’è lavoro.
E, cosa importantissima, la IG Farben non ha più potere. Non può
organizzare messinscena mondiali per vendere i propri letali prodotti,
dai diserbanti e insetticidi ai vaccini passando per le plastiche. Non
si può più permettere di vendere prodotti nocivi per l’ambiente e per
l’uomo.
Il pubblico ministero americano del Tribunale per i crimini di guerra
di Norimberga prefigurò questo scenario contro la IG Farben dicendo:
“Questi esponenti della IG Farben e non i pazzi fanatici nazisti sono
i principali criminali di guerra. Se i loro crimini non verranno
portati alla luce e puniti, rappresenteranno una minaccia per la
futura pace del mondo ancora più grande che se Hiltler fosse ancora
vivo”.[7]
[1]La via segreta dei nazisti di G. Steinacher, pg 83
[2]http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/
1992/02/27/cosi-un-gruppo-di-preti-favori.html
[3]La via segreta dei nazisti di G. Steinacher, pg 244
[4]La via segreta dei nazisti di G. Steinacher, pg 246
[5]Soldiers, Spies and the Rat Line. America’s Undeclared War Against
the Soviets, di James V. Milano, Patrick Brogan pg. 203
[6]http://sites.google.com/site/sentileranechecantano/schede/
antifascismo-e-lotta-di-liberazione/il-salvataggio-di-nazisti-e-
fascisti-attraverso-la-via-dei-conventi
[7]http://www4it.dr-rath-foundation.org/notizie/discorsi/chemnitz.html?
page=8
Cartello petrolchimico-parte 1: la IG Farben
https://www.appelloalpopolo.it/?p=1978
Cartello petrolchimico-parte 2: aiuti USA ai nazisti
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2002
Cartello petrolchimico-parte 3: Rumsfeld
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2033
Cartello petrolchimico-parte 4: Monsanto
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2056
Cartello petrolchimico-parte5: DuPont
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2105
Cartello petrolchimico-parte6: Dow Chemical e ALCOA
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2141
Cartello petrolchimico-parte7: il dopoguerra
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2193
Cartello petrolchimico-parte8: Neuordnung
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2216
Cartello petrolchimico-parte9: conclusioni
https://www.appelloalpopolo.it/?p=2247
Grazie per questa serie di articoli interessantissimi !!!