Il totalitarismo nel XXI secolo
[Riceviamo e pubblichiamo dal socio GIANFRANCO COSTANTINI]
I totalitarismi del Novecento sembravano essere i punti più bassi della storia umana, ma potrebbe non essere così di fronte a quello che si sta palesando in questo secolo. Se solo due anni fa qualcuno ci avesse detto che per fare acquisti, ritirare la pensione, frutto di una vita di sacrifici o prendere un mezzo pubblico per andare a scuola, sarebbe occorso un certificato statale legato ad una puntura su un braccio, gli avremmo creduto?
Se sospendiamo momentaneamente le nostre convinzioni e ragioniamo senza pregiudizi sulla serie di eventi accaduti negli ultimi due anni, possiamo trovare sinistre assonanze con le peggiori dittature del Novecento. Con il pretesto sanitario si è attuata una manipolazione di massa per dirigere il “gregge umano” verso la direzione desiderata: la comunicazione falsa e sempre univoca; la diffusione della paura di morire a causa di un nemico invisibile; i bollettini di guerra, con numeri non verificabili, ripetuti tutti i giorni a reti unificate; la censura e la denigrazione delle voci critiche; una minoranza ostile e pericolosa additata come responsabile del male sociale.
Tutte queste e tante altre tecniche di manipolazione, ammantate da necessità sanitarie, hanno creato uno stato di angoscia profonda che ha facilitato l’accettazione popolare dei primi strumenti dittatoriali. Anche se totalmente inutili o irrazionali, queste misure sono state percepite come azioni necessarie per arginare la diffusione delle infezioni. A destare particolare sconcerto alcuni fatti macroscopici come i confinamenti domiciliari di massa, la chiusura delle chiese (dopo aver pubblicizzato per mesi gli aperitivi sui Navigli o lo slogan “abbraccia un cinese”), le chiusure arbitrarie delle attività economiche, piccole e medie, con immotivata esclusione dei colossi come Amazon o la Grande Distribuzione Organizzata.
Questa decisione ha comportato che attività, anche con un solo addetto, fossero chiuse, mentre migliaia di fattorini e magazzinieri si accalcavano al chiuso, in centri logistici ad altissimo rischio sanitario… Tutto il lavoro fatto dalle istituzioni ha provocato una grave disarticolazione sociale, che sta crescendo attraverso un’abile strategia incentrata sul controllo militare dei media, sulla ipnosi di massa, sulla paura e l’odio per i nemici creati a tavolino (no masch, no vax, no pass, ecc.). Si è avuto un crescendo di privazioni di libertà, sopraffazioni e violenze, legate all’arbitrio delle istituzioni pubbliche che hanno scavalcato ogni fondamentale principio giuridico.
Il Green Pass può rappresentare lo strumento principe dell’odierno totalitarismo: è perfetto per controllare o gestire il dissenso, è ideale per manipolare la popolazione perché può essere implementato in ogni momento, con qualsiasi contenuto. Non è difficile immaginare un futuro neanche troppo lontano in cui solo con una identità digitale, certificata dallo Stato o dall’Unione Europea, si potrà accedere ad ogni bene e servizio (reale e virtuale, pubblico e privato) e ai nostri soldi, sempre più digitalizzati. Si potrebbero aprire possibilità illimitate per chi si impone ai vertici di una nazione o del mondo: ad esempio, si potrebbe bloccare da remoto l’utilizzo del denaro per non aver fatto l’ultimo richiamo annuale del vaccino “collezione primavera-estate 2026”, oppure non avere più accesso ai propri account social per aver espresso opinioni diverse durante l’ennesimo stato di emergenza promulgato per la nebbia in Val Padana.
Potenzialmente non ci sono limiti nell’utilizzo del Lasciapassare Verde perché, come abbiamo visto, già dai suoi primi vagiti in Italia è stato collegato alla vaccinazione, al lavoro, agli spostamenti: non è difficile ipotizzare il suo punto di arrivo nell’Euro collegato alla Identità Digitale Certificata. Io sono convinto che il certificato verde non sarà mai abbandonato definitivamente e verrà utilizzato per le necessità del momento: per erogare ogni forma di sussidio (collegato all’identità digitale), per inoculare le ulteriori dosi già contrattualizzate o, in chiave autoritaria, per piegare il dissenso che inevitabilmente si manifesterà con la piena attuazione del PNRR e dell’Agenda 2030.
In Italia questo strumento è stato imposto alla popolazione con la tecnica della “estorsione mafiosa”, senza un dibattito parlamentare e con la decretazione di urgenza, ricorrendo alla fiducia: per questo motivo sarebbe utile guardare ai fatti recenti con occhi smaliziati. Tutta la propaganda che ha sostenuto la narrazione istituzionale sulla efficacia sanitaria del Lasciapassare Verde si è rivelata totalmente infondata. Aver illuso gli italiani spacciando una misura esclusivamente politica per sanitaria, è stata un’azione squallida e pericolosa perché potrebbe aver provocato la morte di tantissime persone, convinte di essere completamente immuni dal contagio.
Già da alcuni mesi le comunità mediche e scientifiche internazionali informavano che il contagio dei vaccinati era possibile ma, nonostante ciò, le istituzioni con dichiarazioni pubbliche ignoravano gli avvertimenti: “Il green pass è una misura con cui gli italiani possono continuare a esercitare le proprie attività, a divertirsi…. con la garanzia però, di ritrovarsi con persone che non sono contagiose…”. (cit. Mario Draghi 22/7/2021). Alcune azioni governative collegate al certificato verde sembrano spinte più dalla necessità di serrare i ranghi militari in vista di clamorosi sviluppi (parzialmente visibili in questi giorni) che da quella di garantire la sicurezza sanitaria.
È emblematico il caso degli esponenti delle forze dell’ordine che nelle prime fasi dell’epidemia sono stati lasciati senza presidi di sicurezza individuale e, con il venir meno del pericolo, sono stati sospesi senza stipendio, quando non in linea con le richieste del governo legate alla vaccinazione. Tutte le scelte sanitarie sembrano spinte verso l’aggravamento della situazione “pandemica”: così si tagliano i posti letto negli ospedali, nonostante le evidenti carenze. Si sospendono i preziosi sanitari non vaccinati, anche se immuni perché guariti. Si regalano decine di migliaia di farmaci monoclonali all’estero, nonostante le nostre necessità. Si ostacolano le terapie domiciliari precoci e il plasma iperimmune del professor De Donno, raccomandando paracetamolo e vigile attesa.
Quello che si dispiega sotto i nostri occhi è un vero totalitarismo globalista di matrice sovranazionale. Facciamo fatica a prenderne coscienza perché, a differenza del passato, le grandi famiglie ai vertici della finanza mondiale non si espongono più direttamente finanziando dittatori e guerre ma usano maschere e paraventi credibili come stati, banche centrali, fondi d’investimento, grandi multinazionali, istituzioni internazionali, mass media, per orientare i popoli a proprio vantaggio e condizionare l’intero blocco occidentale sotto le bandiere apolidi della globalizzazione.
Il totalitarismo che ci sta dominando affida l’esecuzione dei suoi piani diabolici e criminali a leader rassicuranti, di fatto più vicini al ruolo dei manager che rispondono all’azionista di maggioranza che a quello dei politici che rispondono ai propri elettori. Con la tecnica delle porte girevoli questi politici-dirigenti assumono ruoli sempre cangianti all’interno del sistema e quindi sono bersagli mobili, difficilmente attaccabili dal dissenso popolare. Gli azionisti del neo-totalitarismo invece, sono trasparenti agli occhi dell’opinione pubblica e vivono in una sorta di Olimpo: per questo motivo possono permettersi di tirare i fili del potere senza correre alcun rischio.
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