Combattere il nichilismo*
di STEFANO D’ANDREA
Manca uno scopo, manca un perché. Questo, si suol dire, è il nichilismo.
E si domanda: come se ne esce?
Si domanda come se ne esce, un po’ perché sembra inconcepibile una vita che non abbia un senso: che senso può avere la vita senza (un) senso? un po’ perché la vita senza senso sembra irrimediabilmente triste e si crede di “vedere” e persino di “tagliare a pezzi” la tristezza, e comunque la non pienezza, nella realtà che ci circonda. Ora, poi, ci si accorge che quando la vita non ha un senso, all’improvviso arrivano anche l’impoverimento e la perdita di possibilità.
In realtà, dal tempo in cui la massima fu formulata, miliardi di persone hanno agito avendo uno scopo, e personale e collettivo. Popoli hanno dato un senso al loro destino e alla loro storia e persone hanno dato un senso alla loro vita.
Il senso individuale era uno di quelli resi possibili dall’ambiente culturale (in senso lato, esteso a tutte le forme di ideologia), economico, tecnico e geopolitico nel quale l’individuo viveva. Il senso collettivo era una ideologia (o più ideologie connesse), la quale si era caparbiamente ed efficacemente sostituita alla religione ed era sovente condensata in una Costituzione: l’ideologia della patria; l’ideologia della nazione, l’ideologia della stirpe, l’ideologia del comunismo, l’ideologia del socialismo democratico; l’ideologia cattopacista: l’ideologia individualista-libertaria; l’ideologia consumistica, l’ideologia della possibilità di arricchimento facile; l’ideologia della fede nella scienza e nella tecnica; l’ideologia della piena occupazione.
E’ chiaro allora che, se il senso individuale trova spazio all’interno di un senso collettivo, è da quest’ultimo che si devono prendere le mosse.
Ma come (ri)sorge un destino di un popolo? Esso non può che fondarsi tu teoria e azione di uomini, dapprima un gruppo di uomini, poi una associazione, poi un partitino, poi un partito, poi un partito grande che aspiri al potere; infine, dopo aver raggiunto l’egemonia, ossia dopo aver fatto vincere le idee, il potere.
Sotto questo profilo, i militanti del FSI devono essere fieri: stanno combattendo contro il nichilismo e stanno dando un senso alla loro vita collettiva.
* Pubblicato su Appello al Popolo il 14 gennaio 2016
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