L’UE, il 3% e il terremoto
di RETE MMT (Ivan Invernizzi)
Riproponiamo quest’articolo pubblicato il 02 novembre 2016
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Ti accorgi di avere le catene solo quando hai necessità di muoverti.
Ti accorgi di avere le catene quando hai muratori, tecnici ed architetti disoccupati ed un Paese da mettere in sicurezza, ma un vincolo ti impedisce di combinare risorse e necessità sociali nell’interesse pubblico.
Ti accorgi di avere le catene quando è il 2016 e tu vivi nell’Eurozona.
Lo spavento del terremoto è passato, ora possiamo tornare nella cuccia e tra qualche mese rimuoveremo il trauma, senza star lì a stressarci per cambiare qualcosa. Al massimo doniamo 2 euro con un SMS e mangiamoci una pasta in piazza, dai.
Possiamo continuare a ragionare limitando la spesa pubblica al 3% di deficit, come vogliono i parametri europei, continuando a diminuire l’investimento pubblico, come è sempre stato fatto, con estremo rigore e coerenza, da quando è stato votato il pareggio di bilancio in Costituzione ad oggi.
Il progresso, il bene collettivo, la cura dei territori non sono cose spontanee e presenti in natura, sono cose che vanno costruite non adeguandosi all’interesse delle classi dominanti, ma resistendo, combattendo con idee chiare, radicali e coraggiose.
Dobbiamo capire che tutto ciò che è tecnicamente possibile è sempre finanziariamente possibile, dato che le valute si creano dal nulla, come riconoscono gli economisti MMT, o saremo parte del problema. Sì, anche tu che leggi. I monumenti medioevali distrutti dal terremoto non possono essere ricostruiti; si tratta di risorse uniche e la moneta non può farle tornare indietro. Ma possiamo ricostruire le scuole, gli edifici pubblici, le strade, i servizi, le abitazioni, possiamo fare prevenzione. La moneta in questo caso può attivare le risorse già presenti sul territorio per fare molto.
Finché vi sono persone impiegabili che non trovano lavoro, il deficit è troppo piccolo. Finché ci sono cose da fare nell’interesse pubblico e persone in grado di farle, è un dovere aumentare la spesa pubblica. L’UEM deve consentire lo sforamento del 3% agli Stati membri per prevenire i maggiori pericoli sociali ed ambientali attivando, occupando, la forza lavoro. Fino alla piena occupazione. Per l’interesse pubblico, per evitare i disastri, per civiltà.
Se ci stai leggendo sei già in contatto con una realtà depositaria di uno strumento, non solo di una visione, con cui costruire il progresso. Costruisci il progresso. È faticoso, è impegnativo, è fondamentale.
Fonte:https://appelloalpopolo.it/?p=24932
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