Vietnam, il ritorno della “piccola tigre” asiatica
di LOOKOUT NEWS (Priscilla Inzerilli)
Un paese in forte crescita economica e capace di cogliere le opportunità di cooperazione economica e di dialogo politico: i rapporti con USA, Cina e Russia.
Il Vietnam si conferma uno degli attori economici più interessanti dell’area ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico). Secondo le stime diffuse da Bloomberg, infatti, nei prossimi anni il Paese è destinato a mantenere un tasso di crescita del 6%, attestandosi quasi sugli stessi livelli di una potenza globale come l’India, che nel 2017 ha registrato un aumento del Pil pari al +7%.
Le ragioni delle ottime performance della “piccola tigre” asiatica sono da ricercarsi nella capacità di resilienza grazie alla quale Hanoi è stata in grado di far fronte a fattori esterni avversi come il rallentamento del commercio globale e in particolare dell’economia cinese, che ha causato un effetto domino sulla maggior parte delle economie asiatiche. Altri punti di forza sono rappresentati dalla diversificazione dei prodotti, derivanti per lo più dal comparto manifatturiero, agricolo e dell’high-tech, e dalla varietà dei mercati in cui essi trovano sbocco. Inoltre, l’età media della popolazione estremamente giovane e il basso costo della forza lavoro rappresentano ulteriori fattori di interesse per gli investitori stranieri.
In ragione della sua posizione geografica, il Vietnam si ritrova giocoforza compreso all’interno della fitta e complessa rete di relazioni politiche e commerciali del quadrante Asia-Pacifico; relazioni che il Paese ha saputo gestire efficacemente grazie alla propria capacità di dialogo multilaterale.
A partire dagli anni Novanta, il Vietnam ha infatti saputo lasciarsi alle spalle l’eredità di ex-repubblica sovietica, pur mantenendo la centralità istituzionale del Partito Comunista del Vietnam, per adottare un indirizzo di politica estera basato sull’integrazione regionale, specialmente nell’area ASEAN, e sull’attivismo a livello internazionale, attraverso la partecipazione a missioni di pacekeeping e al proprio impegno in qualità di membro del Consiglio dei Diritti Umani dell’ONU.
I rapporti con gli USA
L’impronta multilaterale dell’agenda estera di Hanoi si riflette in modo lampante nelle sue relazioni con i tre grandi poli dello scacchiere geopolitico globale – ovvero Stati Uniti, Cina e Russia – la cui “ingombrante” presenza politica ed economica – per effettiva prossimità geografica, o per ragioni di carattere storico-culturale – rappresenta per il Vietnam un fattore con cui è inevitabile fare i conti.
Superato ormai ogni residuo di conflittualità storica e idelogica con l’ex “invasore” statunitense, Hanoi considera ormai da tempo Washington non solo come un importante interlocutore economico, ma anche come un fondamentale alleato strategico per arginare l’azione espansiva della Cina, specialmente in relazione alle dispute in corso con il governo di Pechino per la sovranità di alcune aree del Mare Cinese Meridionale.
Le relazioni con la Cina
D’altra parte, nonostante gli attriti diplomatici e la preoccupazione di Hanoi nei confronti di quello che appare a tutti gli effetti un processo di militarizzazione degli isolotti contesi delle Spratly (denominati Nansha dai vietnamiti), Vietnam e Cina sono consapevoli dei vantaggi derivanti dal mantenimento di rapporti di buon vicinato. Soprattutto, specialmente dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’accordo di Partenariato Trans-Pacifico (TPP), la ricerca di un dialogo con Pechino appare necessaria.
Come sottolineato in comunicato congiunto emesso lo scorso gennaio durante la prima visita dell’anno in Cina da parte del segretario generale del Partito comunista vietnamita, Nguyen Phu Trong, i due Paesi si sono impegnati a gestire «le dispute marittime, evitare azioni che complichino la situazione e aumentino le tensioni, e salvaguardare la pace e la stabilità del Mar Cinese Meridionale».
Il ruolo della Russia
Hanoi intende puntare anche sullo sviluppo dei rapporti con Mosca. L’incontro tra il presidente vietnamita Tran Quang Dai e Rustem Mardanov, il primo ministro della Repubblica del Bashkortostan (o Baschiria), avvenuto sempre agli inizi di gennaio, dimostra la crescente importanza che la collaborazione con la Russia sta assumendo per il Vietnam in tutti i settori di cooperazione possibili: dalla politica all’economia, passando ricerca scientifica, innovazione tecnologica, difesa, sicurezza, istruzione e scambi culturali.
Fonte: http://www.lookoutnews.it/vietnam-economia-cina-stati-uniti-russia/
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