Ai bimbi mal nati
di LORENZO D’ONOFRIO (FSI Pescara)
Sapete quella storiella tutta bocconiana per cui ogni neonato verrebbe al mondo con la sua bella fetta di debito PUBBLICO?
State sereni bimbi… nessuno vi chiederà mai di pagarlo!
In compenso vi toccherà campare rincorrendo il debito PRIVATO, pagando a vita le rate del mutuo (o più probabilmente l’affitto), del finanziamento per gli studi, per la polizza sanitaria, per l’auto (o più probabilmente la tessera del tram)… per il corso di lingua del paese nel quale sarete costretti a emigrare.
E tutto questo perché i vostri genitori hanno creduto a quella storiella tutta bocconiana, lasciandosi convincere di aver vissuto al di sopra dei propri mezzi e partecipando, accecati dal livore, alla disperata crociata contro lo “Stato ladro”.
Ve lo dice un ragazzo del ’76, figlio di dipendenti pubblici e quindi nato grazie al debito pubblico, in un ospedale costruito con debito pubblico, nutrito e cresciuto con debito pubblico, in una casa acquistata in pochi anni con debito pubblico, laureato con debito pubblico.
Tutto ciò che ho posseduto fino a quando non ho iniziato a lavorare è stato comprato con debito pubblico e la mia famiglia non ha mai vissuto al di sopra dei propri mezzi.
Ora qualcuno obietterà: “Ma se uno non è dipendente pubblico?”
Bene, chiedetevi dove vanno a finire gli stipendi dei dipendenti pubblici quando fanno la spesa, comprano mobili, vestiti, ristrutturano casa, vanno dall’avvocato, dal parrucchiere, dal dentista, si svagano…
Allora, l’avete capito cos’è realmente il debito pubblico?
Dipende da quale servizi per la cittadinanza svolgono questi dipendenti pubblici…Se le loro mansioni non servono, sarebbe meglio spostarli dove servono e smetterla di assumere dipendenti pubblici: piuttosto che assumere un dipendente pubblico che non serve, è più efficiente dargli un sussidio di disoccupazione collegato a dei corsi di formazione…
la prego di capire che a noi mancano dipendenti pubblici in quasi ogni settore. Ieri la Nova Artis è stata multata perché vendeva allo stato farmaci a 1000 euro mentre il loro costo originale era solo di 80 euro, speculando sulle casse dello stato.
cioè, ci preoccupiamo di fare tagli lineari da tutte le parti perché pensiamo che siano gli impiegati pubblici (oltre a medici, poliziotti, pompieri, ecc.) a prosciugare le nostre risorse finanziarie, mentre siamo in carenza di organico, e le imprese private appesantiscono impunemente la spesa pubblica a oltranza per fare profitto.
Siamo alla follia pura.
E’ esattamente per questo motivo che facciamo la fila alla posta, dopo che hanno eliminato gli sportelli, e la burocrazia appare sempre più ingolfata. Quando si parla di semplificazione dell’amministrazione si crede ingenuamente che è troppo lenta per l’incompetenza degli operatori, mentre la questione è molto più banale: gli impiegati mancano e perciò le pratiche che potrebbero essere svolte in breve tempo, vengono viceversa completate dopo mesi estenuanti di attesa.
Si legga per favore questo articolo di Gustavo Piga che offre una panoramica sui dati dell’amministrazione confrontanti tra l’Italia e gli altri paesi UE, per far rientrare il discorso un pochino entro dei parametri di ragionamento che siano più realistici:
http://www.gustavopiga.it