Libia: ferito e in fuga l’ex premier Ghwell, quanto durerà la tregua?
di LOOKOUT NEWS (Rocco Bellantone)
Il leader islamista avrebbe trovato riparo a Misurata dopo i pesanti scontri degli ultimi giorni. Al Serraj raggiunge un’intesa per il cessate il fuoco con le milizie di Misurata e con diversi gruppi armati della capitale. Ma non tutti hanno risposto al suo appello
Ennesimo capovolgimento di fronte a Tripoli, capitale della Libia. L’ex premier Khalifa Ghwell, capo del Governo di Salvezza Nazionale, l’esecutivo deposto nel marzo del 2016 dalle Nazioni Unite per essere sostituito con il Governo di Accordo Nazionale (GNA) di Fayez Al Serraj, è stato ferito in un scontro a fuoco nella notte tra mercoledì 15 e giovedì 16 marzo. Secondo fonti vicine al suo entourage, non sarebbe però in pericolo di vita e sarebbe riuscito a fuggire verso Misurata.
Stando alle ultime notizie riportate da diversi quotidiani libici, tra cui Libya Herald, dopo quattro giorni di serrati combattimenti contro gruppi armati fedeli a Ghweil, la Guardia Presidenziale che risponde ad Al Serraj è riuscita ad avere la meglio e adesso controlla l’Hotel Rixos e gli edifici adiacenti dove si trovava il quartier generale dell’ex premier islamista. Uno dei quartieri in cui si sono registrati gli scontri più violenti, con lanci di razzi e colpi d’artiglieria pesante, è stato quello di Salaheddine, nel quadrante sud della capitale, dove per giorni le milizie rivali si sono contese il controllo della locale caserma.
Le condizioni della tregua
Nella mattina di giovedì 16 marzo, terminati i combattimenti, è stato raggiunto un accordo per una tregua temporanea. L’intesa coinvolge milizie di Tripoli e di Misurata e a mediarla è stato il membro del Consiglio Presidenziale Ahmed Hamza, affiancato dal comandante della Guardia Presidenziale Najmi Al-Nakua e dai ministri della Difesa e degli Interni del governo di Al Serraj, Mahdi Al-Bargathi e Aref Al-Koja. Al momento della firma erano presenti anche il sindaco di Tripoli Abdulrauf Beitelmal, il sindaco di Misurata Mohamed Eshtewi e consiglieri della municipalità di Suq al-Juma, situata a est rispetto alla capitale.
Resta invece da definire la posizione delle milizie di Misurata. I rappresentati della Brigata Halboos fanno formalmente parte del patto, mentre la milizia Bunyan Marsous, decisiva nella cacciata di ISIS da Sirte nei mesi scorsi, ha annunciato l’invio di propri contingenti (circa 1.500 mezzi blindati) per mettere in sicurezza la capitale senza però fare alcun cenno all’accordo.
(Una delle aree di Tripoli in cui si sono registrati i maggiori scontri)
L’intesa ricalca in sostanza quella firmata a Shikrat, in Marocco, a fine dicembre 2015, che sulla carta avrebbe dovuto portare a uno stabile insediamento a Tripoli del GNA di Al Serraj, cosa che però non è mai avvenuta. Tra i punti previsti vi sono l’entrata in vigore immediata di un cessate il fuoco, l’invito a lasciare la città a tutti i gruppi armati che non intendono riconoscere il premier designato dall’ONU, il rilascio dei prigionieri presi dalle milizie in lotta e la consegna di tutte le armi pesanti. Al momento le uniche certezze sono che la Brigata 301 (che risponde alla Brigata Halboos di Misurata) si occuperà della protezione del quartier generale del ministero degli Interni lungo Airport Road, mentre l’Hotel Rixos sarà sotto il controllo della Guardia Presidenziale.
Difficile credere che, quantomeno nell’immediato, queste condizioni verranno rispettate da tutti. Qualcuno, infatti, si è già tirato fuori. All’appello del GNA non hanno risposto né le forze speciali Rada guidate da Abdul Raouf Kara, né le Brigate Abu Salim agli ordini di “Gheneiwa” (alias Abdul Ghani Al-Kikli), né la Brigata dei Rivoluzionari di Tripoli di Haitham Tajouri. Motivo per cui per la capitale si prevedono ancora tempi duri.
Fonte: http://www.lookoutnews.it/libia-tripoli-tregua-ex-premier-khalifa-ghwell-ferito/
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